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Cos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari Bonus

Cos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari BonusCos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari Bonus
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Le detrazioni ai fini fiscali previste dai vari bonus comportano necessariamente la compilazione del bonifico parlante, in mancanza del quale non sarà possibile giustificare il pagamento.

Previsto dall’Agenzia delle Entrate, questo dettagliato bonifico si rileva, quindi, lo strumento per poter ricevere il rimborso delle spese sostenute per riqualificare dal punto di vista energetico il proprio immobile.

In cosa consiste il bonifico parlante

Questo tipo di bonifico, bancario o postale, come del resto suggerisce lo stesso nome, consente di tenere traccia dei pagamenti eseguiti al fine di ottenere i benefici fiscali. Bisogna ricordare che il pagamento attraverso il bonifico parlante è obbligatorio, quindi i versamenti tramite assegni o carte di credito non sono validi per poter conteggiare le detrazioni.

In sede di compilazione del bonifico parlante occorre prestare massima attenzione e inserire tutti i dati essenziali a partire dalla causale, che non potrà essere generica, ma riportare una precisa dicitura. Sarà inoltre indispensabile riportare il codice fiscale del beneficiario, il numero di Partita IVA o il codice fiscale dell’azienda intestataria, nonché l’agevolazione.

In buona sostanza il bonifico alla fine sarà molto simile a quello tradizionale, ma dovrà contenere tutta una serie di dati corretti, in quanto rappresenta la condizione indispensabile per il regolare accesso ai bonus statali. A differenza di quello che si potrebbe pensare, potrà essere disposto non solo presso gli sportelli postali o del proprio istituto di credito, ma anche online, ovvero tramite l’home-banking.

Commettere degli errori in fase di redazione potrebbe inoltre precludere l’ottenimento degli sgravi e infatti si raccomanda di fare sempre riferimento a quanto disposto dall’Agenzia delle Entrate. A questo riguardo, è importante fare riferimento alla fattura relativa al tipo di intervento di riqualificazione energetica eseguito al fine di evitare ogni contestazione.

Gli elementi che bisogna far inserire all’interno della fattura sono, più nello specifico, la tipologia dell’opera, quindi se si tratta di una manutenzione ordinaria o straordinaria, di risanamento e ristrutturazione, oltre che la descrizione precisa del lavoro. Non dovrà poi mancare la localizzazione dell’immobile, cioè gli estremi catastali e le informazioni sul titolo abitativo.

A questo punto si passa alla scelta del tipo di bonifico, che quando online permette di velocizzare la procedura. La maggior parte delle banche, infatti, offrono un servizio ad hoc, con causale già precompilata, che elimina il rischio di commettere errori. Diversamente, si potrà seguire l’iter standard e inserire autonomamente tutti i dati.

La normativa sulla compilazione

Le regole che riguardano la redazione del bonifico parlante sono state messe a punto dall’Agenzia delle Entrate e devono essere applicate dai contribuenti che intendono ricevere il rimborso delle spese affrontate per riqualificare gli immobili.

Per prima cosa occorre specificare il codice fiscale oppure la Partita IVA del beneficiario del pagamento, quindi della ditta che materialmente ha eseguito le opere. Sarà poi indispensabile riportare anche il codice fiscale del soggetto fruitore della detrazione, ovvero del condominio, dell’amministratore o dell’inquilino che ha affrontato la spesa. Nel caso in cui l’immobile sia intestato a più persone bisognerà inserire i relativi codici fiscali. Il titolare della detrazione potrà quindi essere non solo una persona fisica, ma anche giuridica oppure uno stabile condominiale.

Ulteriori elementi che dovranno comparire nel bonifico parlante sono i riferimenti normativi, differenti in base al tipo di intervento eseguito. In caso di Bonus Ristrutturazione, Bonus Casa e Sismabonus la dicitura corretta è “art. 16-bis del D.P.R. 917/1986“, per il Bonus Facciateart. 1, commi 219-224, della legge n. 160 del 27 dicembre 2019“, mentre per l’Ecobonus e il risparmio energetico “art. commi 344-347. legge 296 / 2006“.

I contribuenti che vogliono accedere al Bonus Mobili, invece, saranno tenuti a riportare il riferimento all’ “art. 16, comma 2, DL 63/2013“. Per quanto riguarda il Bonus Verde il riferimento corretto è “Legge Bilancio 2018, art.1, comma 12/15“.

Infine non bisogna dimenticare di riportare il numero della fattura e questo vuol dire che non sono ammesse le pro forma o i preavvisi di fattura. Qualora dovesse rimanere un po’ di spazio nella causale è possibile inserire qualche breve descrizione sulle prestazioni ricevute, che dovranno coincidere con quelle presenti nella fattura.

In definitiva le spese escluse dal bonifico parlante sono quelle relative ai bolli e ai diritti di segreteria, indispensabili per poter ottenere i titoli autorizzativi, gli oneri di urbanizzazione e la tassa relativa all’occupazione del suolo pubblico.

Può inoltre succedere che l’immobile sia intestato a due distinti soggetti, le spese di ristrutturazione vengano sostenute da entrambi, ma che la fattura sia intestata solo a uno di questi. In queste situazioni la detrazione spetterà anche al contribuente non indicato nel documento, a condizione che venga riportata in fattura la relativa percentuale di spesa. Ad esempio si potrà specificare che il marito ha sopportato il 60% dei costi, mentre la moglie il restante 40%.

Secondo poi quanto previsto dalla circolare numero 7 del 27/4/2018, “Qualora vi siano più soggetti titolari del diritto alla detrazione, il beneficio può spettare anche a colui che non risulti intestatario del bonifico e/o della fattura nella misura in cui abbia sostenuto le spese, a prescindere dalla circostanza che il bonifico sia stato o meno ordinato da un conto corrente cointestato con il soggetto che risulti, invece, intestatario dei predetti documenti“.

In questa situazione è però indispensabile integrare i documenti di spesa con il nominativo del soggetto che ha affrontato i costi e con la relativa percentuale. Questi dati dovranno essere riportati a partire dal primo anno di fruizione del beneficio fiscale, perché non sono ammesse modifiche nel corso dei successivi periodi di imposta.

L’accesso al bonus scatta pure quando ad esempio i costi sono stati pagati dal conto corrente della moglie, ma nel bonifico parlante è stato specificato solo il codice fiscale del marito. Stesse regole valgono in caso di comodatari e familiari conviventi. Questi, infatti, possono ottenere comunque la detrazione anche quando i rispettivi nominativi non vengono specificati all’interno della fattura. L’importante è integrare il documento con la percentuale di spesa.

C’è poi una regola di fondo che deve essere necessariamente rispettata, così come chiarito più volte dall’Agenzia delle Entrate in diverse circolari, ovvero che il soggetto non intestatario è in ogni caso tenuto a dimostrare di avere effettivamente affrontato gli oneri.

Altre cose che bisogna sapere sulla redazione del bonifico parlante

Manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, sono le principali opere che danno il diritto alle detrazioni e comportano la compilazione obbligatoria del bonifico parlante. Oggi è inoltre possibile ottenere il bonus anche in caso di ripristino dell’immobile danneggiato per calamità, realizzazione di posti per le autovetture, eliminazione delle barriere architettoniche ed esecuzione di opere finalizzate a contenere il rischio di infortuni domestici.

Alla luce di quanto spiegato, quindi, il bonifico parlante è molto più dettagliato rispetto a quello standard. Oltre all’IBAN e alla precisa causale con il relativo riferimento normativo, è infatti indispensabile specificare la tipologia di bonus, il numero della fattura, le generalità del fornitore e quelle del beneficiario.

Questo tipo di bonifico si può effettuare presso gli sportelli di Poste Italiane, alla banca oppure online. Quest’ultimo è di sicuro il sistema più rapido, ma che potrebbe comportare il rischio di commettere tutta una serie di errori. A questo proposito l’Agenzia delle Entrate ha previsto una procedura che permette ai contribuenti di mettersi in regola, quindi di apportare eventuali correzioni ai bonifici parlanti non compilati secondo le prescrizioni vigenti.

Nell’ipotesi in cui venga effettuato un bonifico diverso è comunque possibile ottenere la detrazione, ma bisogna predisporre una dichiarazione sostitutiva, appositamente rilasciata dall’impresa che ha svolto le opere edilizie. Il documento dovrà indicare i corrispettivi accreditati in sede di contabilizzazione, in modo da poter determinare l’ammontare effettivo del rimborso che spetta al contribuente.

Gli errori che riguardano la compilazione del bonifico spesso sono quelli sul riferimento normativo, in merito ai quali non sono necessarie correzioni, sempre che l’istituto di credito sia messo in condizioni di poter operare la ritenuta in modo corretto.

Saldare gli interventi di ristrutturazione, risanamento e restauro senza bonifico parlante vuol dire perdere la possibilità di accedere al bonus. I pagamenti, infatti, dovranno essere sempre tracciati e per questo non è possibile versare le somme con carte di credito o assegni.

Quando si commettono questi errori una prima soluzione potrebbe essere quella di ottenere la restituzione dell’importo versato, per poi emettere il bonifico parlante con tutti i dati essenziali prescritti dall’Agenzia delle Entrate. Qualora questo non fosse possibile, si raccomanda di richiedere al beneficiario, ossia alla ditta che ha eseguito i lavori, una dichiarazione firmata in cui si attesta di aver ricevuto le somme. Il documento andrà poi presentato al CAF oppure al professionista abilitato per poter predisporre in modo regolare la dichiarazione dei redditi.

In conclusione

L’approvazione dei diversi incentivi offerti dallo Stato negli ultimi anni si rivela un’interessante opportunità per poter risparmiare in modo significativo sull’esecuzione di tutta una serie di opere edilizie. I pagamenti di questi lavori dovranno avvenire necessariamente tramite il bonifico parlante, perché diversamente non sarà possibile ottenere le detrazioni ai fini IRPEF.

Possono essere saldati con questo sistema di pagamento non soltanto le opere di riqualificazione ai fini energetici e quelle di ristrutturazione, ma anche l’acquisto di mobili, elettrodomestici efficienti, materiali etc. Solo attraverso il bonifico parlante l’Agenzia potrà ottenere facile accesso ai dati dei contribuenti e rimborsare le somme.

La compilazione di questo bonifico, tuttavia, potrebbe rivelarsi più complicata del previsto, specialmente per ciò che riguarda i riferimenti normativi in ordine al tipo di bonus richiesto e la causale. Bisogna in ogni caso evitare il più possibile la commissione degli errori, anche se l’Agenzia delle Entrate ha comunque previsto delle regole per regolarizzare la posizione del contribuente.

Tante volte l’unico sistema per poter sanare la situazione è quello di rifare il bonifico parlante. In caso di dubbi e per ottenere tutto il necessario supporto tecnico è sempre possibile affidarsi a un consulente abilitato o all’assistenza offerta da tanti istituti di credito.

 

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TAGS: bonifico, bonifico parlante, bonus, dichiarazione sostitutiva

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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