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Bonus Ristrutturazione 2024: la guida completa, i lavori ammessi, la documentazione

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Il Bonus Ristrutturazione 2024 è una misura che il governo ha messo a disposizione per incentivare il rinnovamento del tessuto urbanistico italiano e per rilanciare anche il settore edile e immobiliare.

Può essere utilizzato sotto forma di detrazione fiscale con un’aliquota del 50% su determinati interventi così come previsto dalla normativa.

Che cos’è il Bonus Ristrutturazione 2024

Il Bonus Ristrutturazione 2024 è essenzialmente un’agevolazione fiscale messa a disposizione per quanti investono nel settore edilizio per migliorare le caratteristiche di un ambiente residenziale.

Consente di abbattere le spese sostenute per varie tipologie di lavori godendo di una aliquota di detrazione pari al 50%. La spesa massima ammissibile è di 96 mila euro per ogni unità immobiliare.

Si tratta un’opportunità che è stata confermata anche in questo 2024, sostanzialmente con regole immutate. In particolare, questo strumento è dedicato alla riqualificazione edilizia e agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Viene messo a disposizione sotto forma di rimborso IRPEF e Ires nel pieno rispetto delle regole evidenziate dall’articolo 16 bis del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Per l’ottenimento del bonus è però necessario rispettare diversi vincoli che riguardano non solo la tipologia di immobile ma anche e soprattutto gli interventi ammessi.

I lavori ammessi dal Bonus Ristrutturazione

Per avere diritto al Bonus Ristrutturazione 2024 è necessario eseguire determinati lavori che godono della detrazione del 50%. Da sottolineare che la detrazione viene applicata non solo sui costi di manodopera ma anche e soprattutto sul trasporto e la fornitura dei materiali necessari.

La prima tipologia di interventi previsti sono quelli che vengono eseguiti su condomini. In questo caso sono ammessi i lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, di risanamento conservativo, di restauro e di ristrutturazione. Questi lavori possono essere effettuati espressamente sulle parti comuni.

Invece, quando si parla di singole unità immobiliari sempre ad uso residenziale gli interventi ammessi sono soltanto quelli di manutenzione straordinaria, di ristrutturazione, restauro e risanamento conservativo.

In parole povere la manutenzione ordinaria può godere della detrazione del 50% soltanto se effettuata su parti comuni di un condominio.

Da rimarcare, inoltre, che non esistono al momento dei vincoli per quanto riguarda la categoria catastale a cui appartiene l’immobile oggetto della ristrutturazione. Per cui si può richiedere il bonus anche nel caso di immobili rurali e relative pertinenze.

Va fatta, però, un’ulteriore precisazione di cui spesso non si tiene in considerazione. Infatti, la normativa vigente prevede che il Bonus Ristrutturazione 2024 venga messo a disposizione anche se si eseguono lavori in economia. Per lavori in economia si intendono di lavori che vengono eseguiti in proprio con uno sgravio che riguarda anche le spese sostenute per l’acquisto di determinati materiali.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato diverse circolari in cui ha affrontato molteplici tematiche relative al Bonus Ristrutturazione 2024 con particolare riferimento alla tipologia di lavori. Ad esempio, per quanto riguarda la manutenzione ordinaria che ribadiamo essere detraibile soltanto per interventi su spazi condominiali, rientrano nella casistica i lavori che vengono effettuati per l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, per migliorare i servizi igienici, per rifare le scale o le rampe e per interventi che ottimizzano l’efficienza energetica permettendo così un ottimo risparmio per quanto riguarda in consumi in bolletta.

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È possibile portare in detrazione anche altre tipologie di lavori come quelli necessari per adeguare l’altezza dei solai oppure per realizzare nuove finestre e bagni all’interno di un ambiente privato oppure condominiale.

Tra l’altro, per alcuni lavori che possono godere dell’agevolazione del 50%, in realtà potrebbero essere utilizzati anche il più conveniente Bonus Barriere Architettoniche 2024 che permette di ottenere una detrazione fiscale del 75%.

Tuttavia è bene sottolineare che per rientrare nel Bonus Barriere Architettoniche è necessario che gli interventi siano principalmente destinati ad abbattere gli ostacoli e rendere più accessibile un ambiente interno ed esterno. Ad esempio, rientrano in questa casistica i lavori necessari per installare un servoscala oppure per inserire un ascensore che permetta a un disabile oppure a una persona che ha delle difficoltà motorie, di salire e scendere in totale autonomia e senza rischi per la propria salute.

I lavori ammessi per le singole unità abitative

Nel precedente paragrafo abbiamo parlato sostanzialmente degli interventi di manutenzione ordinaria per cui di lavori che vanno effettuati sulle parti comuni. Per quanto riguarda le unità abitative private c’è la possibilità di fruire del Bonus Ristrutturazione 2024 a patto che si eseguono lavori specifici.

L’elenco degli interventi agevolabili è davvero lungo e molti di essi sono anche possibili sulle parti comuni. Da sottolineare che tra l’altro la normativa non solo indica la tipologia di intervento ma anche le modalità con cui questa deve essere effettuata. Pensiamo ad esempio al lavoro necessario per allargare le porte e le finestre esterne. Questo intervento rientra nella definizione di manutenzione straordinaria e soprattutto è agevolabile al 50% a patto che lo si esegua effettuando una minima demolizione di alcune parti della muratura.

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I lavori agevolabili al 50% sulle singole unità abitative sono tanti altri come l’installazione di una nuova ascensore oppure della sostituzione di una precedentemente presente, il rifacimento dei balconi, l’abbattimento delle barriere architettoniche, la costruzione di un box auto a patto che sia di pertinenza dell’unità immobiliare, la sostituzione oppure la riparazione della caldaia, l’installazione di nuovi cancelli esterni, la costruzione di una nuova canna fumaria in parte presente all’esterno dell’abitazione e in parte all’interno e molti altir.

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L’elenco è davvero molto lungo e riguarda anche la sostituzione e nuove installazioni di citofoni, videocitofoni, cornicioni, interventi sulla facciata, sulla fognatura, il garage, le grondaie, gli impianti presenti in casa per il riscaldamento ma anche l’impianto elettrico e gli infissi sia per quanto riguarda la nuova installazione sia per la sostituzione.

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Volendo poi allargare il discorso alle parti condominiali, l’elenco degli interventi agevolabili risulta altrettanto ampio perché si può effettuare la riparazione di un sistema di allarme, il rifacimento dell’androne, la riparazione di alcune parti murarie presenti nei pressi dei balconi oppure del box auto.

Sono previsti anche i lavori di riparazione su un eventuale caldaia comune a tutto l’abitato, le canne fumarie, i cornicioni, la sostituzione della finestra, gli impianti eventualmente previsti nelle parti comuni, i parcheggi, la riparazione e il rinforzo dei parapetti, il rifacimento della parete esterna oppure della pensilina di protezione per le autovetture.

Chi può beneficiare del Bonus Ristrutturazione 2024

Per poter accedere al Bonus Ristrutturazione 2024 è necessario soddisfare alcuni requisiti. Innanzitutto, trattandosi di una misura di natura fiscale, è indispensabile che il beneficiario sia un soggetto che paga le imposte sui redditi ed in particolare l’IRPEF e l’Ires.

Infatti, le modalità con cui si ottiene il bonus prevedono la detrazione in sede di dichiarazione dei redditi con aliquota del 50%. L’importo calcolato va poi suddiviso in dieci annualità.

A titolo di esempio, si pensi al proprietario di un appartamento che decide di effettuare interventi di manutenzione straordinaria per una spesa complessiva di 70 mila euro. In questo caso può ottenere uno sgravio fiscale del 50% del costo complessivo dell’intervento ossia pari a 35 mila euro.

Siccome la normativa prevede che il bonus va dilazionato in 10 rate annuali di pari entità, il cittadino avrà diritto in questo caso a una detrazione di 3.500 euro ogni anno.

Il vincolo immediatamente successivo riguarda invece il rapporto tra la persona che effettua l’intervento e l’immobile. In particolare, per poter richiedere il Bonus Ristrutturazione 2024 è indispensabile che si tratti di un proprietario oppure di un nudo proprietario. Ci sono poi altre casistiche che vengono previste dalla normativa e nel caso specifico può essere anche un semplice titolare di un diritto reale di godimento per cui si può parlare di usufrutto.

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Possono richiedere i bonus anche i locatari e i comodatari, i soci di cooperative divise e indivise e gli imprenditori individuali nonché i soggetti che producono redditi in forma associata a prescindere dalla tipologia.

Per incentivare le attività di compravendita immobiliare e per dare uno scossone a tutto il settore edile, il governo ha previsto anche delle opportunità aggiuntive per godere dello sgravio. In particolare in alcune situazioni, infatti, è possibile che l’agevolazione venga messa a disposizione anche dei futuri acquirenti. Occorre però che il futuro acquirente abbia già firmato il contratto preliminare di compravendita e tra l’altro deve rispettare delle condizioni specifiche e molto restrittive.

Infatti, deve registrare il compromesso presso uno studio notarile e inoltre godere del possesso fisico dell’immobile. Infine, il futuro acquirente èe proprietario deve anche eseguire i lavori di ristrutturazione a proprio carico.

L’incapienza fiscale e le altre modalità per usare il bonus ristrutturazione 2024

Il meccanismo del Bonus Ristrutturazione 2024 è molto semplice. Il beneficiario effettua i lavori, li paga con dei metodi tracciabili come il bonifico bancario e li porta in detrazione in termini IRPEF e Ires.

Abbiamo visto che la spesa massima da poter utilizzare è pari a 96 mila euro per ogni unità immobiliare. Questo significa che si può accedere ad uno sgravio fiscale non superiore ai 48 mila euro corrispondenti a 4.800 euro all’anno. Il problema però sorge quando ci troviamo in una situazione di incapienza fiscale.

In pratica, rispetto ai vincoli imposti dalle normative vigenti il beneficiario può accedere allo sgravio ma materialmente non lo sfrutta. Questo è dovuto al fatto che il proprietario o chi per esso, paga tasse per Irpef e Ires al di sotto dei 4.800 all’anno.

Facciamo il caso che si tratti di una persona che paga ogni anno 3.200 euro di Irpef. Moltiplicando questo valore per 10 anni, si scopre che può godere al massimo di 32 mila euro. Dunque se ha però effettuato dei lavori che hanno comportato una spesa di 90 mila euro chiaramente non riuscirà ad utilizzare tutti i 45 mila euro di detrazione per i quali ha maturato il diritto.

In questo esempio 13 mila euro di sgravi fiscali andrebbero persi senza che nessuna ne possa beneficiare.

Precedentemente per evitare questo genere di situazioni che non riguardavano soltanto il Bonus Ristrutturazione ma anche il Superbonus, Sismabonus e il Bonus Barriere Architettoniche, era stato concepito il sistema per cui il beneficiario poteva scegliere se accedere allo sgravio sotto forma di cessione del credito oppure con lo sconto in fattura. Con quest’ultima situazione la ditta che eseguiva i lavori proponeva un conto finale dimezzato grazie all’aliquota del 50%.

In pratica, era la ditta che acquistava il credito maturato e poi lo utilizzava per le proprie detrazioni oppure per cederlo ad un terzo soggetto.

Con la cessione del credito il cliente paga per intero i lavori e matura nel proprio cassetto fiscale il credito che poi poteva cedere ad una banca oppure a un intermediario finanziario. Purtroppo la cessione del credito e lo sconto in fattura non sono più utilizzabili a partire dall’anno 2023 in virtù di quanto previsto dal Decreto Cessioni.

Una misura che di fatto ha vietato la fruizione indiretta dell’agevolazione per cui soltanto il beneficiario può utilizzare in dichiarazione dei redditi il credito. Questa normativa è valida per tutti i lavori la cui presentazione della CILA presso l’ufficio tecnico comunale è territorialmente competente è stata inoltrata a partire dal 17 febbraio dell’anno 2023.

Potenzialmente possono ancora sfruttare la cessione del credito e lo sconto in fattura tutti coloro che stanno svolgendo lavori per i quali la presentazione della CILA è avvenuta prima del 17 febbraio del 2023.

Approfondisci: Stop alla cessione del credito e sconto in fattura dal 2024

Le documentazioni: il visto di conformità

Per inoltrare richiesta e accedere al Bonus Ristrutturazione 2024 è necessario soddisfare alcuni requisiti che abbiamo già visto in precedenza. Inoltre è fondamentale che i pagamenti siano stati effettuati tramite bonifico parlante.

Leggi anche: Cos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari Bonus

Per bonifico parlante si fa riferimento a una particolare tipologia di bonifico nel quale vengono indicati i dati specifici della ditta che esegue il lavoro (partita iva e codice fiscale) e nella causale il riferimento normativo. Tra l’altro, è da ricordare che se si sta chiedendo il bonus per lavori eseguiti sulle parti comuni è obbligatorio anche inserire informazioni sul condominio e nello specficio occorre riportare il numero di partita IVA e codice fiscale sia del condominio sia dell’amministratore di condominio.

Inoltre, devono essere presentati ulteriori documenti molto importanti come il visto di conformità.

Tuttavia con il Decreto Cessioni sono state riviste alcune regole e in particolare è stato stabilito che il visto di conformità è obbligatorio nel caso in cui si decida di fruire di un beneficio indiretto ossia tramite cessione del credito e sconto in fattura.

Il visto di conformità può essere gestito solo ed esclusivamente da un professionista che deve occuparsi anche della comunicazione all’Agenzia delle Entrate.  Il professionista effettua dei controlli documentali al fine di stabilire che effettivamente il titolare del beneficio abbia tutti i requisiti in regola per poter accedere all’agevolazione.

Chiaramente ci sono anche delle scadenze previste per la produzione e soprattutto l’invio del visto di conformità. Per quanto concerne le spese sostenute nell’anno 2023, la comunicazione va inviata entro e non oltre il 16 marzo del 2024. Evidentemente per le spese che invece dovranno essere effettuate nel corso del 2024 non ci sono più vincoli dal genere e non c’è più l’obbligo in quanto non si può più cedere il credito.

Tra l’altro, il tecnico è anche tenuto ad occuparsi di un altro documento ossia l’attestazione di congruità delle spese. Dovrà verificare che le spese riportate e sostenute siano conformi e rispettino i vincoli sotto forma di massimali previsti per la tipologia di intervento.

In parole povere, i prezzi che la ditta ha preso in considerazione devono essere in linea con quanto stabilito dal Decreto Prezzi emanato dal Ministero della transizione ecologica il 14 febbraio del 2022.

Qualora in questo decreto non ci dovessero essere dei riferimenti rispetto ai prezzi per determinate tipologie di lavori si può comunque far riferimento ai prezzi che invece vengono indicati da regioni e province autonome secondo quanto stabilito dai listini ufficiali o locali delle camere di commercio.

Quando presentare la comunicazione all’ENEA

Un’altra questione del Bonus Ristrutturazione 2024 che deve essere affrontata con l’ausilio di un tecnico professionista come un architetto, un ingegnere oppure un geometra è la cosiddetta comunicazione all’Enea. Questa è una procedura obbligatoria soltanto se si effettuano dei lavori hanno come principale obiettivo quello di migliorare l’efficienza energetica dell’edificio e quindi permettere un risparmio sui consumi in bolletta.

Ad esempio, va effettuata quando si eseguono lavori che permettono di migliorare l’isolamento termico dell’intero edificio attraverso la riduzione della trasmittanza delle pareti verticali oppure di quelle opache orizzontali e inclinate.

Leggi acnhe: Cappotto termico esterno: come è fatto e come avviene la posa

Bisogna comunicare all’Enea le caratteristiche dell’intervento se si procede con l’installazione di nuovi infissi adatti per ridurre la trasmittanza e quindi migliorare l’isolamento termico e per impianti tecnologici in generale che consentono di ottimizzare i consumi energetici in casa. Si pensi, ad esempio, all’installazione di collettori solari, alla sostituzione di un generatore di calore con caldaia a condensazione per riscaldare gli ambienti oppure ai sistemi ibridi, pompe di calore, generatori di calore a biomassa, impianti fotovoltaici e tante altre soluzioni dello stesso segmento.

Qualora siano stati effettuati questo genere di interventi e altri che comunque hanno come obiettivo quello di migliorare l’efficienza energetica, è indispensabile inviare la comunicazione attraverso la procedura guidata disponibile direttamente sulla piattaforma Enea, entro e non oltre i 90 giorni dalla fine dei lavori. Per fine di lavori si intende la comunicazione che viene effettuata presso l’ufficio tecnico comunale teoricamente competente.

In buona sostanza sarebbe la data in cui si chiude la CILA oppure la SCIA a seconda del caso.

Procedura per accedere al bonus ristrutturazione 2024

La prima parte della procedura prevede il pagamento tramite bonifico bancario o postale parlante. Come detto bisogna riportare su questo benefico il codice fiscale del beneficiario della detrazione insieme al codice fiscale e la partita IVA della ditta che ha effettuato i lavori. Inoltre, la causale del versamento deve essere indicata facendo riferimento all’articolo 16 bis del DPR numero 917 del 1986.

Per completezza, nel bonifico è sempre buona prassi riportare anche delle informazioni specifiche circa il numero di fattura a cui si sta facendo riferimento e l’anno in cui questa è stata emessa.

Da allegare ai bonifici parlanti per l’accesso all’agevolazione ci sono altri documenti. In primo luogo bisogna disporre delle abilitazioni amministrative rispetto alla tipologia di lavoro effettuato per cui si parla di Cila oppure di concessione edilizia. Tra l’altro può accadere anche che non sia necessario rivolgersi all’ufficio tecnico per ottenere permessi oppure per comunicare l’avvio dei lavori.

In questa situazione, però, il proprietario e chi per esso deve proporre una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà nel quale vanno riportate delle informazioni relative all’intervento e nello specifico la data di inizio dei lavori ed evidenziando che si tratta di interventi di ristrutturazione edilizia che rientrano nella casistica di quelli agevolabili. Inoltre, bisogna sempre disporre di eventuali documentazioni aggiuntive come la ricevuta del pagamento dell’IMU qualora questa fosse prevista, la domanda di accatastamento per degli immobili che non erano ancora stati censiti oppure le delibere dell’assemblea condominiale per quanto riguarda l’approvazione dei lavori.

In aggiunta, vanno conservate le fatture, le ricevute fiscali ed eventuali comunicazioni preventive all’ASL per quanto riguarda la sicurezza sui cantieri.

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Tutti questi documenti devono essere affidati al proprio commercialista affinché si occupi della procedura per sfruttare la detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi e ripartendola in dieci annualità, così come previsto dalla legge.

Bonus Ristrutturazione e Bonus Mobili 2024

Il Bonus Ristrutturazione e il Bonus Mobili 2024 sono per certi versi collegati. Infatti, quando ci sono i requisiti necessari per poter accedere ad uno sgravio del 50% così come previsto dal bonus ristrutturazione, si può anche automaticamente godere anche del bonus mobili 2024.

Infatti, le normative prevedono che lo sgravio fiscale del 50% previsto per l’acquisto di nuovi mobili ed elettrodomestici sia ottenibile soltanto se contemporaneamente si effettuano interventi di manutenzione straordinaria. In buona sostanza, se si sta ristrutturando la propria unità immobiliare si può anche godere di uno sgravio fiscale per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici.

Tuttavia, bisogna fare un minimo di attenzione per non commettere dei banali errori che farebbero perdere il diritto al beneficio.

Innanzitutto, sono importanti le tempistiche perché l’acquisto del mobile deve avvenire dopo che è stata avviata la ristrutturazione. Farà fede in tal senso la data di presentazione della Cila presso l’ufficio tecnico comunale oppure di altre comunicazioni previste dal tipo di intervento che si sta eseguendo. Nel caso di possibile versamento di una caparra per l’acquisto di un mobile e di elettrodomestici quando i lavori di ristrutturazione non sono stati avviati, questo pagamento non potrà essere portato in detrazione.

Da ricordare che in questo 2024 il bonus mobili è stato leggermente cambiato. In particolare, è stata diminuita la spesa massima ammissibile con tetto fissato attualmente a 5.000 euro. Siccome l’aliquota dell’agevolazione è sempre del 50%, allora si ha diritto ad uno sgravio fiscale di 2.500 euro che ricordiamo essere cumulabile con quello degli altri bonus e in particolare con il bonus ristrutturazione 2024.

Da rimarcare che la detrazione deve essere spalmata in 10 annualità ed è sempre utilizzabile in termini IRPEF e Ires.

Approfondisci: Bonus Mobili 2024: la guida completa al bonus

Ulteriori chiarimenti

Il Bonus Ristrutturazione 2024 è previsto per i proprietari, nudi proprietari e di quanti sono titolari di diritto di godimento come nel caso dell’usufrutto. In realtà, però, la normativa offre questa opportunità anche a chi rientra in una particolare situazione.

Ad esempio è previsto il caso in cui c’è un familiare convivente del titolare dell’immobile che sarà oggetto dell’intervento. Può richiedere l’agevolazione fiscale anche il coniuge separato se è assegnatario dell’immobile intestatario all’altro coniuge. In aggiunta, secondo quanto previsto dalla legge numero 76 dell’anno 2016 in tema di garanzie e tutela dei diritti derivanti dalle unioni civili, anche il componente dell’unione civile può ottenere questo genere di detrazione fiscale sull’immobile.

Infine, ultima casistica è quella del convivente more uxorio seppur non proprietario dell’immobile. Peraltro quest’ultima è anche retroattiva in quanto fa riferimento a tutte le spese che sono state sostenute a partire dal primo gennaio 2016.

C’è poi la situazione in cui due persone hanno la comproprietà di un immobile. Se la fattura e il bonifico sono intestati a un solo proprietario ma entrambi sostengono le spese, la detrazione, per la legge, è dovuta anche al proprietario che non si è intestato le fatture a condizione che nel momento in cui sia stato effettuato il bonifico parlante e la fattura su di essi venga riportata la percentuale di spesa che lui ha dovuto sostenere rispetto al totale.

In questo modo verrà stabilita l’aliquota spettante ad entrambi i proprietari.

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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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