La sentenza del TAR Lazio n. 15138/2024 ribadisce la prevalenza della normativa statale sui vincoli paesaggistici, limitando il Terzo condono edilizio per interventi rilevanti in aree vincolate.
La regione Lazio propone una legge di semplificazione urbanistica che punta a modernizzare le normative esistenti, ma suscita critiche per la complessità e sovrapposizione delle nuove norme.
Il decreto salva-casa è stato introdotto per regolarizzare tutte quelle lievi irregolarità edilizie che non consentono ai cittadini di vendere la propria casa e gli acquirenti di sottoscrivere un mutuo.
Il mini condono edilizio propone la regolarizzazione di irregolarità minori nelle abitazioni, con il potenziale di semplificare la burocrazia edilizia, ma presenta sfide significative relative alla non conformità futura, finanze comunali e giustizia sociale.
Cosa accade quando un atto amministrativo, come il permesso di costruire in sanatoria, viene annullato senza una motivazione adeguata?
Il Piano Salva-Casa introduce misure per la regolarizzazione di difformità edilizie minori, suscitando un vivace dibattito sulla sua effettiva natura e le sue implicazioni per il settore immobiliare italiano.
La Regione Lazio ha chiarito le procedure di condono edilizio in aree vincolate, enfatizzando il principio "tempus regit actum" e la natura preventiva del nulla osta paesaggistico.
La legislazione italiana sull'edilizia pone un delicato equilibrio tra la sanatoria di specifici abusi edilizi e la salvaguardia del patrimonio culturale, imponendo limiti rigorosi soprattutto in aree vincolate.
In una recente sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha fornito importanti chiarimenti sulla restituzione degli oneri concessori in caso di rinuncia al condono edilizio.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la nuova sentenza della Corte di Cassazione riguardante il terzo condono edilizio e i due limiti volumetrici.