Il Piano Salva-Casa introduce misure per la regolarizzazione di difformità edilizie minori, suscitando un vivace dibattito sulla sua effettiva natura e le sue implicazioni per il settore immobiliare italiano.
La Regione Lazio ha chiarito le procedure di condono edilizio in aree vincolate, enfatizzando il principio "tempus regit actum" e la natura preventiva del nulla osta paesaggistico.
La legislazione italiana sull'edilizia pone un delicato equilibrio tra la sanatoria di specifici abusi edilizi e la salvaguardia del patrimonio culturale, imponendo limiti rigorosi soprattutto in aree vincolate.
In una recente sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha fornito importanti chiarimenti sulla restituzione degli oneri concessori in caso di rinuncia al condono edilizio.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la nuova sentenza della Corte di Cassazione riguardante il terzo condono edilizio e i due limiti volumetrici.
Il Terzo condono edilizio fa parte di un gruppo composto da tre provvedimenti inseriti nel nostro ordinamento, di cui quello in questione è l'ultimo. I primi due sono del 1985 e del 1994 e il terzo è del 2003.
Matteo Salvini, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, ha proposto una soluzione audace e controversa a un problema annoso in Italia: le migliaia di piccoli abusi edilizi e urbanistici.
Nel panorama politico italiano, la questione della "pace fiscale" proposta da Matteo Salvini ha acceso un dibattito feroce.
Il condono edilizio è un meccanismo che permette di regolarizzare opere realizzate in violazione delle norme urbanistiche, eludendo così eventuali sanzioni.
Attraverso la sentenza n. 252 del 2022, La Corte costituzionale ha ufficialmente dichiarato come illegittima la legge n.19/2021 della Regione Siciliana, che apportava modifiche ad un precedente disegno di legge.