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Taglio Irpef: governo a lavoro per confermarla anche nel 2025

Taglio Irpef: governo a lavoro per confermarla anche nel 2025Taglio Irpef: governo a lavoro per confermarla anche nel 2025
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Il governo italiano ha intrapreso un corso decisivo verso la riduzione delle tasse, in particolare quella relativa all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef).

La riduzione dell’Irpef, pianificata per il 2024, è considerata una misura irrevocabile, con l’obiettivo di evitare futuri aumenti di tassazione per i contribuenti italiani. Questa direzione politica è supportata dalla creazione di un “salvadanaio” speciale destinato a finanziare la riforma fiscale.

Analisi del decreto

Il decreto attuativo della riforma fiscale, esaminato dal Servizio Studi del Senato, è stato firmato dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo. Esso prevede una riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, unendo l’aliquota del 27% a quella inferiore e creando un maxi scaglione che tassa i redditi fino a 28.000 euro con un’aliquota del 23%.

Questa misura promette un risparmio massimo di 260 euro annui per i contribuenti. A questa si aggiunge il taglio del cuneo contributivo fino al 7% per redditi fino a 25.000 euro e del 6% per quelli fino a 35.000 euro.

Leggi anche: IRPEF 2024: le nuove aliquote e l’impatto sul reddito

Tuttavia, la copertura finanziaria attuale è garantita solo per il 2024, con risorse provenienti dal Fondo per la riduzione della pressione fiscale, alimentato da un incremento del deficit.

Il finanziamento per gli anni successivi deriva dall’abolizione dell’Aiuto per la Crescita Economica (ACE), un incentivo per le imprese che reinvestono gli utili anziché ricorrere a prestiti bancari. La cancellazione dell’ACE ha liberato risorse significative, che ora sono destinate al Fondo per l’attuazione della delega fiscale.

Questo passaggio, pur essendo efficace nel breve termine, solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine della riforma fiscale.

Approfondisci: La delega fiscale è legge: cosa cambia per tredicesime, Irpef e IVA?

L’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) ha espresso preoccupazioni riguardo alla sufficienza dei fondi accantonati, sottolineando la necessità di trovare coperture strutturali per mantenere la riforma negli anni a venire. La Global minimum tax sulle multinazionali e il concordato biennale preventivo con le Partite Iva sono tra le misure considerate per generare ulteriori risorse.

Tuttavia, questi strumenti devono ancora dimostrare la loro effettiva capacità di contribuire significativamente al bilancio.

Conclusione

La strategia fiscale italiana si muove su un terreno promettente, ma anche delicato. L’impegno del governo verso la riduzione delle tasse appare fermo, ma la sfida sta nel garantire la sostenibilità finanziaria di queste misure nel lungo periodo.

La situazione economica e fiscale dell’Italia rimane quindi un tema aperto, monitorato con attenzione sia a livello nazionale che internazionale.

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TAGS: aliquote irpef, irpef, riduzione irpef

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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