Il bonus ristrutturazione, da anni uno strumento fondamentale per incentivare i lavori di recupero edilizio in Italia, è destinato a subire importanti modifiche a partire dal 2025. Questo incentivo, che finora ha garantito una detrazione del 50% sulle spese sostenute, sarà ridimensionato sia nell’aliquota sia nel tetto massimo di spesa agevolabile.
Inoltre, il Governo ha lasciato intendere che potrebbe esserci una revisione complessiva dei bonus edilizi, orientandosi maggiormente verso obiettivi di efficientamento energetico, in linea con le direttive europee.
Ma quali saranno le nuove regole? Come cambieranno le aliquote, e quali lavori resteranno coperti dalle agevolazioni?
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Il bonus ristrutturazioni subirà delle modifiche. A partire dal prossimo anno, l’incentivo dovrebbe rimanere al 50% solo per le abitazioni principali, con un limite di spesa fissato a 96.000 euro. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle norme attuali, poiché dal 2025 le detrazioni fiscali per le seconde case, finora parificate alle prime, saranno ridotte al 36%, con un tetto di spesa di 48.000 euro.
La proroga completa avrebbe avuto un costo annuo vicino al miliardo di euro, ma con questa nuova misura si prevede un risparmio di circa un terzo delle risorse, riducendo la spesa a circa 600 milioni di euro.
Molti lavori comuni rientrano nelle agevolazioni previste dal bonus, come il rifacimento dei bagni, la creazione di nuovi impianti elettrici o la demolizione e ricostruzione di pareti interne. Tuttavia, dal 2025, il trattamento fiscale varierà in base al tipo di immobile.
Come anticipato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la misura sarà applicabile soltanto alle prime case. La detrazione al 50% interesserà le spese per interventi di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su unità immobiliari residenziali singole.
Sommario
Fino alla fine del 2024, chiunque intenda ristrutturare un immobile potrà ancora usufruire del bonus ristrutturazione con un’aliquota del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Questo significa che per lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria, restauro o risanamento conservativo, sarà possibile ottenere una detrazione fiscale significativa.
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Tuttavia, a partire dal 2025, il quadro cambierà radicalmente.
Il Decreto Superbonus ha infatti introdotto un sistema di riduzione progressiva (detto “decalage”) dell’aliquota e del tetto di spesa. Dal 2025 al 2027, l’aliquota si ridurrà al 36%, mentre il tetto massimo di spesa agevolabile si dimezzerà, scendendo a 48.000 euro per unità immobiliare.
Dal 2028 fino al 2033, la situazione si farà ancora meno favorevole: la detrazione sarà ulteriormente ridotta al 30%, mantenendo invariato il tetto di spesa di 48.000 euro.
Questa riduzione comporterà un impatto notevole per chi sta pianificando interventi di ristrutturazione importanti.
Ad esempio, per lavori dal costo complessivo di 48.000 euro, a partire dal 2025 sarà possibile detrarre solo 17.280 euro (ossia il 36%), contro i 24.000 euro che si potrebbero detrarre fino al 2024 con l’aliquota del 50%. Questo cambiamento si tradurrà in una minore convenienza e potrebbe influenzare le scelte dei proprietari immobiliari nel programmare gli interventi.
Resta tuttavia aperta la possibilità che il Governo apporti ulteriori modifiche alla normativa, rendendo il quadro normativo più flessibile per incentivare interventi mirati all’efficienza energetica.
Advertisement - PubblicitàAnche con le riduzioni previste per il 2025, il bonus ristrutturazione continuerà a coprire una vasta gamma di interventi edilizi. Tra i principali lavori agevolabili ci saranno quelli di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali, nonché sulle parti comuni degli edifici.
Questo significa che, ad esempio, il rifacimento di un tetto, la sostituzione degli impianti idrici o elettrici, e la modifica della distribuzione interna degli spazi continueranno a beneficiare della detrazione, anche se con aliquote ridotte.
Inoltre, saranno ancora agevolati gli interventi volti a eliminare le barriere architettoniche, la prevenzione di atti illeciti (ad esempio l’installazione di sistemi di sicurezza), la bonifica dall’amianto, e la riduzione dell’inquinamento acustico. Anche i lavori di ristrutturazione legati alla prevenzione degli infortuni domestici e l’acquisto di box auto o posti auto pertinenziali rientreranno tra le spese agevolabili.
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Advertisement - PubblicitàSebbene il bonus ristrutturazione continuerà ad esistere nel 2025 con aliquote ridotte, il suo futuro a lungo termine è meno certo. Il Governo ha infatti espresso l’intenzione di rivedere completamente il sistema dei bonus edilizi, orientandolo sempre di più verso gli obiettivi di efficientamento energetico fissati dall’Unione Europea. Questo potrebbe significare la fine di agevolazioni che, come il bonus ristrutturazione, sono rivolte principalmente al recupero del patrimonio edilizio senza un focus diretto sulla sostenibilità energetica.
Le dichiarazioni recenti della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Vannia Gava, suggeriscono che la stagione dei “bonus senza risultati” potrebbe essere giunta al termine. In particolare, il Governo sembra intenzionato a ridurre gradualmente l’impatto degli aiuti di Stato sulle casse pubbliche, in favore di incentivi più mirati e legati alle prestazioni energetiche degli edifici.
Un esempio di questa possibile evoluzione è l’introduzione dei certificati bianchi, titoli negoziabili che certificano gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica.
Secondo il Piano strutturale di bilancio (Psb), il Governo sta valutando l’estensione di questi certificati al settore residenziale, come un nuovo strumento per incentivare la riqualificazione energetica. Altre proposte includono la creazione di un mercato degli attestati di prestazione energetica (APE), che possa interagire con il Catasto per rendere più trasparente la classificazione energetica degli immobili.
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Questa transizione potrebbe anche prevedere sistemi premiali per le famiglie in condizioni di povertà energetica, con l’utilizzo delle risorse del Fondo sociale per il clima. Inoltre, potrebbero essere introdotte semplificazioni normative, come lo snellimento dei regolamenti condominiali, per facilitare l’adozione di interventi di riqualificazione.
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