Nell’ambito delle cessioni dei crediti relativi ai bonus edilizi, purtroppo si è creato un mercato pieno di Affaristi, - come giustamente li definisce alcuna stampa e aggiungeremmo “senza scrupolo” - ma attenzione a non cadere in un tranello di generalizzazione facile.
Nel lontano 2020, l'Italia ha accolto a braccia aperte il Superbonus 110%, una misura legislativa che prometteva la ristrutturazione energetica delle abitazioni e il rinnovamento delle infrastrutture.
Al 31 agosto 2023, gli investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus 110% hanno raggiunto un valore straordinario di 85 miliardi di euro, su un totale di investimenti di 86,3 miliardi.
Il Superbonus è diventato un tema centrale nel panorama politico ed economico italiano, generando un ampio spettro di reazioni che vanno dall'entusiasmo alla preoccupazione.
Il Superbonus sta generando grattacapi non solo tra i cittadini italiani ma anche a livello istituzionale, tanto da catturare l'attenzione del Ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.
Il Superbonus 110% è stato un argomento di grande dibattito in Italia, soprattutto dopo le modifiche apportate nel novembre scorso.
Nell'ultimo Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha affrontato temi cruciali che riguardano la vita politica e sociale dell'Italia.
Il cosiddetto “Decreto Cessioni”ha introdotto la possibilità di usufruire del Superbonus mediante la rateizzazione lunga in 10 anni a favore dei soggetti che hanno sostenuto spese agevolabili nel corso del 2022.
L'Italia sta affrontando una crisi nel settore dell'edilizia, con molti cantieri bloccati a causa delle decisioni politiche che hanno ostacolato la cessione dei crediti edilizi.
La recente approvazione della legge regionale 20/2023 sulla cessione dei crediti del Superbonus 110% da parte dello Stato segna un momento cruciale nella storia dell'innovazione normativa.