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Istat: tasso di occupazione sale al 60,5%, record dal 1977

Istat: tasso di occupazione sale al 60,5%, record dal 1977Istat: tasso di occupazione sale al 60,5%, record dal 1977
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Lavoro in Italia: gli scenari altalenanti degli ultimi anni

Nel nostro Paese, da molto tempo si stanno verificando enormi cambiamenti in ambito lavorativo e occupazionale. Specialmente negli ultimi anni si è assistito a un andamento abbastanza irregolare tra assunzioni e disponibilità lavorative, tutte influenzate ampiamente dalla situazione economica nazionale e non solo.

Infatti, anche le scelte decise in ambito internazionale hanno avuto il loro peso, rendendo fragile uno scenario già compromesso sulla quale investire le proprie risorse nella loro interezza.

I dubbi insorti non hanno sicuramente aiutato le aziende, che hanno preferito limitare la produzione in favore di una politica più conservatrice e meno dispersiva.

Questo metodo quasi ‘difensivo’ nei confronti della realtà commerciale, ha avuto risvolti contrastanti, dal momento che se da un lato ha preservato le imprese, dall’altro ha penalizzato i dipendenti, soprattutto quelli considerati a tempo ‘determinato’.

Da un giorno all’altro purtroppo si è riscontrato un brusco taglio di personale interno, che nella maggior parte delle volte si è risolto con una cassa integrazione a scadenza indefinita, ma comunque negativa per le sorti di un Stato già largamente compromesso.

L’Italia vicina ad un equilibrio?

Gli ultimi eventi che hanno visto come protagonista il Governo Italiano e la conseguente presa di posizione su risanamento e agevolazioni per gli imprenditori, hanno aperto l’orizzonte a una nuova prospettiva, decisamente più rosea rispetto agli anni precedenti.

Saper di poter contare su un Potere forte e attento alle esigenze del Paese è un incentivo al miglioramento costante, supportato anche dall’Unione Europea, che non ha nascosto la sua sorpresa nel constatare come l’Italia si stia rialzando da un periodo pressoché disastroso per la propria economia e finanza in generale.

L’obiettivo è quello di arrivare a una sorta di equilibrio tra domanda e offerta, ma soprattutto di disponibilità nei confronti di chi cerca lavoro, magari anche da molto tempo.

Le selezioni infatti, dovranno essere fatte solamente per quei settori che necessitano di un personale adatto, che richiede un’adeguata formazione per quelle mansioni e con conoscenze in merito.

Per quanto riguarda quelli meno specializzati invece, ci si auspica una discreta adesione alle richieste delle aziende da parte di tutti coloro che comunque desiderano avere un futuro e poter vivere dignitosamente.

Le variazioni in positivo degli ultimi mesi

Alcuni ‘incolpano’ il Governo Meloni e le sue scelte per le ultime variazioni in positivo del lavoro, mettendo in luce come sia riuscita, nonostante tutto, a valorizzare in così poco tempo un ambito così debilitato dal Covid e la pandemia mondiale.

Anche l’Europa ha contribuito, dando un appoggio concreto all’Italia e manifestandolo con un aumento ponderale degli investimenti e dei titoli in borsa.

Per ora si possono constatare i seguenti traguardi raggiunti:

  • Gli occupati in Italia crescono di 82mila unità rispetto a settembre 2022
  • I dipendenti fissi in Italia crescono di 496mila unità invece, rispetto ad ottobre 2021
  • Il tasso di occupazione è ora al 60,5%, un valore considerato record dal 1977
  • In ottobre 2022 il tasso di disoccupazione totale è sceso al 7,8% (-0,1 punti)
  • Il tasso di disoccupazione giovanile invece, cala al 23,9% (-0,2 punti)
  • L’inattività diminuisce al 34,3% (-0,2 punti)

Queste sono alcuni degli obiettivi raggiunti nel breve periodo, essenziali per capire come poter agire per dare un futuro alle nuove generazioni e garantirgli buone condizioni per vivere.

Prospetti per il futuro

In conclusione quindi, tutti questi dati non devono essere considerati come un traguardo presente, ma valutati in un contesto molto più ampio e dilungato nel tempo, in modo tale da poter essere presi in considerazione per porre delle basi solide sul quale lavorare.

Dovrà essere fatta un’elaborazione sistematica di tutte le soluzioni raccolte, adeguandole al Paese e facendole fruttare, al fine di avere risultati concreti ed efficaci, non solo per le aziende ma anche per i singoli dipendenti, che come tutti, hanno diritto a un futuro per se e per i propri figli.

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TAGS: istat, occupazione

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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