La scelta del combustibile da utilizzare per riscaldare la propria abitazione è un passo che si rifletterà non solo sul bilancio familiare ma anche sull’efficacia dell’impianto di riscaldamento, che dovrà essere rigorosamente a norma di legge (vedremo i riferimenti legislativi mentre parleremo delle due tipologie di gas e del relativo uso).
Il metano e il GPL, ciascuno con le proprie caratteristiche, sono tra i combustibili più usati per questo scopo; ma come scegliere tra i due?
Sommario
I Gas di Petrolio Liquefatti (GPL) sono composti da una miscela di più idrocarburi, in particolare propano e butano, anche se possono essere presenti, in quantità minime, etilene, butilene ed etano. Ha un basso impatto ambientale e i suoi componenti vengono portati allo stato liquido sottoponendoli a una pressione da 2 a 8 bar, rendendone il trasporto e lo stoccaggio più agevoli.
Per l’uso domestico, riscaldamento e cucina, viene stoccato in bombole o in serbatoi, a seconda della natura dell’immobile, del suo posizionamento sul territorio e delle necessità dell’utente finale.
Esiste una precisa normativa che regola la progettazione, l’installazione e la posa in opera degli impianti a GPL per utilizzi domestici, comprendo anche l’utilizzo (deposito, mantenimento e smaltimento) delle bombole, singole o in gruppo, usate per alimentarli:
In breve, questa disciplina:
Se il contenitore del GPL è un serbatoio (il cosidetto “bombolone”), il DPR n. 151/2011 – allegato I stabilisce le distanze da altre strutture civili e la classificazione sulla base del volume.
L’installazione del serbatoio, sia interrato che in superficie, può avvenire esclusivamente in aree a “cielo libero” (no terrazze o aree su luoghi chiusi); nei cortili è permessa solo se è interrato, se lo spazio disponibile ha una superficie maggiore a 1.000 m2 (con un 1/4 del perimetro libero da costruzioni civili) e se l’accesso all’area ha altezza e larghezza maggiori di 4 metri.
È ammessa la sua installazione su terreno in pendenza ma non su rampe carrabili e dovrà essere effettuata da tecnici specializzati e abilitati a redarre e trasmettere la documentazione ai fini della prevenzione anticendio, ossia la SCIA (Certificato Prevenzione Incendi).
Advertisement - PubblicitàIdrocarburo semplice derivante dalla decomposizione di alcune materie organiche in ambienti anaerobi (senza ossigeno), è un gas pulito, dal momento che durante la sua combustione emette poche sostanze inquinanti.
Il suo trasporto è piuttosto costoso, dal momento che può avvenire esclusivamente nel suo stato gassoso, quindi utilizzando ura rete di metanodotti che collegano le zone di estrazione a quelle di distribuzione e di utilizzo finale.
L’utilizzo per uso domestico di questo gas avviene collegando l’impianto di casa alla rete di distribuzione del fornitore.
La normativa di riferimento in essere è la:
La direttiva regola:
L’installazione dovrà essere effettuata da personale altamente qualificato e con l’abilitazione alla stesura e al rilascio della Dichiarazione di Conformità dell’Impianto, prevista dal Decreto Ministeriale n. 37 del 2008.
Advertisement - PubblicitàLa principale differenza tra i due gas è il metodo di trasporto e il relativo costo, dal momento che questo incide in modo sensibile sul prezzo finale della parte energetica delle utenze di casa.
Anche l’infrastruttura e i relativi lavori per la posa in opera delle due tipologie di impianti sono differenti: nel caso del GPL occorre creare i presupposti di installazione della bombola o del serbatoio, mentre nel caso del metano tutto si riduce all’apertura delle prese d’aria nell’ambiente scelto, grazie al fatto che questo gas può utilizzare una rete di distribuzione pressoché capillare.
Il potere calorifico (quantità di calore sviluppato per unità di combustibile bruciato) è:
I riferimenti all’unità di misura sono differenti dal momento che i due combustibili vengono forniti in stati differenti: gassoso il primo, liquido il secondo.
Advertisement - PubblicitàCome abbiamo visto, le variabili per scegliere uno dei due gas per alimentare l’impianto di riscaldamento di casa sono molte e il costo non può essere più considerato come base per parametrare la scelta, visto l’aumento generalizzato dei prezzi dell’energia nella congiuntura economica attuale, influenzata dal conflitto russo-ucraino, che ne ha appiattito, verso l’alto, le differenze.
Quindi non si può considerare a priori una scelta migliore di un’altra: la valutazione dovrà basarsi sull’analisi di ogni punto esposto nei paragrafi precedenti.
Se si considera l’aumento in percentuale sofferto da ambedue i gas, notiamo:
e la corsa al rincaro non accenna a rallentare.
Inoltre, facendo riferimento ai dati ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) che considerano la spesa per il gas naturale di una famiglia con consumo annuale di 1.400 m3, si evince che la componente energia è formata, al primo trimestre 2022, da:
Tutto questo spinge ad analizzare il più approfonditamente possibile le variabili non connesse al prezzo di mercato, tuttora in ascesa a causa del conflitto in corso, non tralasciando le spese di manutenzione dell’impianto, attività obbligatoria regolata da:
È necessario descrivere correttamente il termine di “impianto termico”, utilizzato all’interno delle norme sopra indicate, come indicato dal d.lgs. 192/2005 e modificato dalla legge n. 90/2013 – Gazzetta Ufficiale (13G00133 – GU Serie Generale n.181 del 03-08-2013), che definisce l’impianto termico come:
“Un impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore nonché gli organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento“.
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