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Credito Beni Strumentali 2020-2026: la Guida Completa

Credito Beni Strumentali 2020-2026: la Guida CompletaCredito Beni Strumentali 2020-2026: la Guida Completa
Ultimo Aggiornamento:

Il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali è un’agevolazione introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio 2020 e riconfermata poi con qualche modifica anche dalla Manovra 2021, con la quale se n’era disposta l’efficacia per le spese effettuate fino al 31 dicembre 2022.

Il rinnovo è avvenuto anche con la nuova Legge di Bilancio 2022, e la buona notizia e che si prevede di mantenere effettivo il credito per ancora diversi anni.

Le imprese potranno dunque continuare ad investire nell’acquisto di beni strumentali (materiali e immateriali), con differenti condizioni per le spese sostenute negli anni dal 2020 al 2026.

In questa guida completa scopriremo cos’è e come funziona il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, per come è attualmente e per come cambierà in futuro. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Credito Beni Strumentali: chi può beneficiarne?

Il credito per l’acquisto di beni strumentali è appunto un incentivo riservato alle imprese, che mira a favorire lo sviluppo tecnologico e digitale dei processi produttivi in tutti i settori economici.

A questo scopo, tutte le imprese residenti in Italia possono beneficiare di un credito d’imposta su una parte delle spese sostenute per investire nel progetto di Transizione Digitale 4.0.

Oltre alle imprese residenti, potranno usufruire del credito anche le cosiddette “Stabili Organizzazioni” di imprese non residenti, ovvero le società estere che hanno una sede d’affari in Italia.

Ad essere escluse saranno solamente le imprese:

  1. In stato di liquidazione volontaria, fallimento o liquidazione coatta amministrativa;
  2. In stato di concordato preventivo senza continuità aziendale;
  3. Sottoposte a procedura concorsuale (o in corso di procedimento) di cui al:
  1. Destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’art. 9 comma 2 del DL n. 231 del 8 giugno 2001.

Chiariamo in ogni caso che tutte le imprese che intendono usufruire del credito d’imposta per i beni strumentali dovranno dimostrare il rispetto del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, nonché assicurare la sicurezza nei luoghi di lavoro secondo quanto previsto dalle normative di settore.

Investimenti in beni strumentali: come funziona, quali beni

Per quanto riguarda le spese sostenute e il calcolo del credito d’imposta spettante, le percentuali di aliquota differiscono in base al periodo nel quale si sostengono le spese. Come abbiamo visto infatti, negli anni si sono susseguite diverse normative di riferimento che hanno col tempo introdotto alcune modifiche al funzionamento dell’agevolazione.

È bene chiarire che il requisito fondamentale è destinare queste nuove risorse alle strutture produttive presenti in Italia.

Per questo motivo, possono essere le stesse imprese produttive ad acquistare i beni per sé, oppure potranno usufruire del credito anche le società terze che decidono di investire nelle imprese appartenenti all’ambito produttivo, acquistando appunto beni da destinare allo sviluppo tecnologico.

I beni strumentali, come abbiamo detto, possono essere materiali o immateriali.

Rientrano tra i beni materiali agevolabili quelli elencati all’Allegato A della Legge di Bilancio 2017. I beni immateriali sono indicati invece all’Allegato B e comprendono tra l’altro l’acquisto di software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni.

Credito beni strumentali 2020-2022: quanto spetta, quali limiti

Dunque, le imprese che investiranno nell’acquisto di beni strumentali rientranti negli elenchi di cui agli Allegati A e B della Legge di Bilancio 2017, possono beneficiare poi di un credito d’imposta nelle misure che vediamo di seguito.

Le spese sostenute per l’acquisto dei beni materiali di cui all’Allegato A, per il periodo dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2021 (con possibilità di proroga fino al 30 giugno 2022 se, alla data del 31 dicembre 2021, l’ordine d’acquisto è stato accettato dal venditore e l’acquirente ha versato almeno un acconto del 20% del prezzo totale), sono agevolabili nella percentuale del:

  • 50%, per quota investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30%, per quota investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10%, per quota investimenti da 10 milioni di euro fino a 20 milioni di euro.

Sempre per quanto riguarda gli acquisti di beni materiali elencati all’Allegato A, ma stavolta per il periodo di tempo che va dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2023 alle stesse condizioni di cui sopra), la misura del credito sarà pari a:

  • 40%, per quota investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20%, per quota investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10%, per quota investimenti da 10 milioni a 20 milioni di euro.

Per quanto riguarda invece i beni immateriali indicati all’Allegato B, si dispone che per il periodo di tempo che va dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2022 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2023), la percentuale del credito d’imposta è fissa per tutti, pari al 20% del prezzo del bene per un limite massimo di spesa ammissibile pari a 1 milione di euro.

Credito ridotto per i beni non elencati agli Allegati A e B

Attenzione però, perché gli elenchi mostrati agli Allegati A e B possono essere considerati soddisfacenti, ma non sono esaustivi. La possibilità infatti che gli acquisti agevolabili possano riguardare beni materiali e immateriali differenti da quelli indicati è ammessa anche dalla normativa.

Per questo motivo, si concede un credito d’imposta ridotto e fisso, anche per le imprese che acquistano beni strumentali diversi da quelli indicati negli Allegati.

In questo caso, gli acquisti sostenuti nel periodo di tempo che va dal 16 novembre 2020 fino al 31 dicembre 2021 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2022), possono godere di un credito d’imposta nella misura fissa del 10%, con un limite massimo di spesa pari a 2 milioni di euro, sia per i beni materiali che per quelli immateriali.

La percentuale può salire al 15% se gli investimenti sono destinati alla creazione di modalità di lavoro agile, ai sensi dell’art. 18 della Legge n. 81 del 22 maggio 2017.

Per quanto riguarda invece gli acquisti di beni (materiali e immateriali, diversi da quelli presenti negli elenchi) effettuati nel periodo che va dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2023), le imprese beneficeranno di un credito d’imposta pari al 6%, con spesa massima ammissibile pari a 1 milione di euro.

Beni materiali e immateriali esclusi dall’agevolazione: ecco quali

Ci sono però anche dei beni che rimangono esclusi dalla possibilità di beneficiare del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali.

Non possono essere considerati come acquisti agevolabili quelli riferiti a:

  • Mezzi di trasporto a motore di qualsiasi tipo, da ciclomotori a aeromobili e navi, nonché le relative spese per il carburante. Specificatamente, quelli elencati all’art. 164 comma 1 del TU delle Imposte sui Redditi;
  • Condutture, reti urbane, condotte per trasporto a grandi distanze, materiale ferroviario e tramviario ad eccezione di macchinari e attrezzature, e nello specifico tutti quelli indicati nell’Allegato 3 della Legge n. 208 del 28 dicembre 2015;
  • Beni gratuitamente devolvibili concessi dalle imprese dei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico, della raccolta e smaltimento rifiuti;
  • Fabbricati e costruzioni.

Allo stesso modo, sono esclusi anche tutti i beni per i quali, nella Tabella allegata al Decreto ministeriale del 31 Dicembre 1988, è stata stabilita un’aliquota inferiore al 6,5% di ammortamento ai fini fiscali.

Credito d’imposta per Beni Strumentali: come si utilizza

Le imprese beneficiarie che otterranno l’importo spettante del credito d’imposta per beni strumentali, avranno la possibilità di utilizzare tale credito esclusivamente in compensazione.

Solo per quanto riguarda le spese sostenute nel periodo che va dal 16 novembre 2020 al 31 dicembre 2021, i soggetti che dimostrano un ammontare di ricavi o compensi non superiore a 5 milioni di euro, potranno utilizzare il credito in un’unica soluzione.

Per tutti gli altri, la percentuale del credito d’imposta spettante sarà ripartito in 3 quote annuali di pari importo per 3 anni.

A questo proposito, nel caso in cui un’impresa non usufruisse del credito spettante per il primo anno, potrà comunque beneficiare successivamente delle rate restanti in base al periodo d’imposta di riferimento.

In ogni caso, il credito d’imposta per beni strumentali non concorre alla formazione del reddito né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive. Allo stesso modo, non rileva ai fini della valutazione dei titoli di cui all’art. 61 del TU delle imposte sui redditi, né del rapporto di cui all’art. 109 comma 5 dello stesso DPR.

Il credito d’imposta per beni strumentali può essere cumulato con altre agevolazioni, anche per quanto riguarda il sostenimento delle stesse spese. In ogni caso, l’ammontare del credito accumulato non potrà chiaramente essere superiore al costo sostenuto per gli investimenti.

Attenzione, il credito d’imposta per beni strumentali presenta anche delle condizioni sulla gestione dei beni acquisiti. L’ammontare spettante del credito d’imposta sarà concesso, ma in forma nettamente ridotta, nel caso in cui:

  1. I beni agevolati vengano venduti a titolo oneroso prima del 31 dicembre del secondo anno d’imposta successivo;
  2. I beni sono destinati ad imprese operanti all’estero.

Credito Beni Strumentali 2023-2026: quanto spetta, quali limiti

Come abbiamo detto, il credito d’imposta per beni strumentali ha ottenuto il rinnovo per qualche altro anno anche con la Legge di Bilancio 2022.

Qui si è disposto appunto che, per quanto riguarda i beni materiali di cui all’Allegato A, per le spese effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2026 se, alla data del 31 dicembre 2025, il venditore ha accettato l’ordine e l’acquirente ha versato almeno il 20% di acconto), il credito d’imposta spetta nella misura del:

  • 20%, per quota investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10%, per quota investimenti da 2,5 milioni a 10 milioni di euro;
  • 5%, per investimenti da 10 milioni di euro fino a 20 milioni di euro.

In riferimento invece agli investimenti in beni immateriali, ovvero quelli elencati all’Allegato B, per le spese sostenute:

  • Dal 1° dicembre 2023 al 31 dicembre 2023 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2024 in base alle condizioni di cui sopra), spetterà un credito d’imposta pari al 20%, nel limite massimo annuale di 1 milione di euro;
  • Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2025), il credito sarà concesso nella misura del 15%, per un investimento massimo annuale fino a 1 milione di euro;
  • A partire dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025 (con possibilità di proroga al 30 giugno 2026), il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali spetterà nella misura del 10% su una spesa massima annuale pari sempre a 1 milione di euro.

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TAGS: acquisto beni strumentali, agevolazione, beni strumentali, credito, credito d’imposta, imprese, legge di bilancio, Manovra 2021

Autore: Redazione Online

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