L’aggiornamento delle rendite catastali per gli immobili ristrutturati con incentivi edilizi è previsto entro il 2028. La mappatura delle case fantasma terminerà entro il 2027, con conseguenze fiscali significative per i proprietari.
Negli ultimi giorni, si è discusso molto riguardo l’aggiornamento delle rendite catastali per gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus, tema sollevato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Tuttavia, questo aggiornamento non è presente nella Legge di Bilancio attualmente in discussione. La questione è stata chiarita dallo stesso Giorgetti durante una conferenza stampa, spiegando che l’aggiornamento catastale non è incluso nella manovra in quanto già previsto dall’ordinamento attuale.
Il ministro ha sottolineato che non si tratta di una revisione generalizzata delle rendite catastali, bensì di un obbligo per chi ha usufruito di interventi edilizi finanziati dallo Stato (come il Superbonus), che comporta l’aggiornamento delle mappe catastali.
Chi non ha mai dichiarato l’immobile al catasto sarà oggetto di controlli più stringenti attraverso strumenti di verifica appositi.
Questo potrebbe generare delle domande: cosa comporterà questo obbligo per i proprietari di immobili? Come verranno effettuati i controlli e quali saranno le sanzioni per chi non rispetterà le regole?
Sommario
Un altro punto rilevante riguarda le scadenze per l’aggiornamento delle rendite catastali. Queste informazioni derivano dal Piano strutturale di bilancio (PSB), un documento chiave per il rientro del deficit italiano, che ha permesso all’Italia di ottenere una proroga di sette anni per raggiungere gli obiettivi di bilancio.
Nel PSB, in particolare nella sesta Appendice, si stabilisce un percorso di mappatura e aggiornamento che si estende fino al 2028.
Entro il quarto trimestre del 2027, è prevista la conclusione della mappatura delle “case fantasma“, ossia quelle proprietà che non risultano incluse nel registro catastale ufficiale. Queste abitazioni, spesso non dichiarate, rappresentano un problema fiscale di lunga data.
Subito dopo, entro la fine del 2028, dovranno essere aggiornati i valori catastali per gli immobili che hanno beneficiato dei bonus edilizi, come il Superbonus, o che sono stati soggetti a interventi di miglioramento energetico e strutturale finanziati, anche solo in parte, con fondi pubblici a partire dal 2019.
Questo significa che entro quella data, gli immobili che hanno beneficiato di interventi edilizi agevolati vedranno le loro rendite catastali allineate al nuovo valore.
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Cosa comporta per i proprietari di immobili tutto questo? L’aggiornamento delle mappe catastali e delle rendite potrà influire sulle imposte immobiliari, come l’IMU o la TASI, che si basano proprio sui valori catastali.
Pertanto, i proprietari di immobili ristrutturati o migliorati potrebbero vedere un incremento delle imposte da pagare. D’altro canto, per chi ha beneficiato del Superbonus, l’aggiornamento potrebbe essere considerato come una conseguenza inevitabile dei vantaggi fiscali già ottenuti.
Approfondiamo l’argomento di seguito.
Advertisement - PubblicitàL’aggiornamento catastale comporterà inevitabili conseguenze per i proprietari di immobili. In particolare, l’incremento delle rendite catastali potrebbe determinare un aumento delle imposte sugli immobili, come l’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili).
Queste tasse si calcolano proprio a partire dal valore catastale dell’immobile, e un aggiornamento delle rendite che riflette gli interventi migliorativi effettuati – come quelli legati al Superbonus – potrebbe comportare un aggravio fiscale per i proprietari.
Un altro aspetto da considerare è il rischio per coloro che non hanno aggiornato i propri dati catastali o non hanno dichiarato le modifiche effettuate sugli immobili. Come sottolineato da Giorgetti, verranno intensificati i controlli tramite strumenti tecnologici e digitali per verificare l’esistenza di immobili non dichiarati. Questi controlli riguarderanno anche le cosiddette “case fantasma”, ossia quelle non registrate ufficialmente nel catasto.
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Per chi si troverà in una situazione irregolare, le sanzioni potrebbero essere significative, includendo multe e l’obbligo di pagare tasse arretrate.
La questione, quindi, non riguarda solo un aggiornamento formale delle rendite, ma ha un impatto concreto e tangibile sul carico fiscale dei proprietari, che dovranno prepararsi a eventuali cambiamenti a livello tributario. Tuttavia, il lungo arco temporale per la completa attuazione delle nuove norme, che si estende fino al 2028, potrebbe dare un po’ di respiro e tempo ai proprietari per adeguarsi.
Advertisement - PubblicitàLa mappatura delle case fantasma, prevista dal PSB entro il 2027, è un passaggio cruciale per la regolarizzazione del patrimonio edilizio italiano. Questo processo ha lo scopo di individuare e inserire nel catasto tutti gli immobili che, per vari motivi, non sono mai stati dichiarati.
Si tratta spesso di edifici che sono stati costruiti senza le necessarie autorizzazioni, o che non sono stati aggiornati a livello catastale dopo modifiche e ampliamenti.
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Il Governo si è impegnato a intensificare le attività di controllo, utilizzando tecnologie avanzate come il telerilevamento satellitare e la consultazione incrociata di database pubblici. Questi strumenti permetteranno di confrontare le mappe catastali esistenti con la reale situazione urbanistica, identificando così eventuali discrepanze. La mappatura sarà particolarmente importante nelle aree rurali e periferiche, dove il fenomeno delle case non censite è più diffuso.
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