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IMU 2025: cosa fare se hai saltato la scadenza del 16 giugno?

Chi ha saltato l’acconto IMU 2025 può rimediare con il ravvedimento operoso, pagando sanzioni ridotte. Agire rapidamente consente di evitare sanzioni piene e complicazioni fiscali future.

IMU 2025: cosa fare se hai saltato la scadenza del 16 giugno? IMU 2025: cosa fare se hai saltato la scadenza del 16 giugno?
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Il 16 giugno è una data cerchiata in rosso per molti contribuenti: entro quel giorno, infatti, andava versato l’acconto dell’IMU, l’Imposta Municipale Propria. Tuttavia, non tutti riescono a rispettare questa scadenza: una dimenticanza, un imprevisto o un momento di difficoltà possono bastare a far slittare il pagamento. E se il termine è passato, cosa si può fare?

Fortunatamente l’ordinamento fiscale italiano prevede una soluzione: si chiama ravvedimento operoso, uno strumento che consente di pagare in ritardo, ma in modo regolare, beneficiando di sanzioni e interessi ridotti rispetto a quelli ordinari. Un’opportunità utile per evitare guai (e costi) peggiori.

Chi può usare il ravvedimento operoso? Quanto costa il ritardo? E quali sono i tempi da rispettare per non aggravare la propria posizione? Scopriamo insieme come mettersi in regola e affrontare senza ansie il pagamento dell’IMU in ritardo.

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IMU 2025: chi è obbligato al pagamento e chi no

L’IMU, acronimo di Imposta Municipale Propria, non si applica indistintamente a tutti i proprietari di immobili. Il legislatore ha infatti previsto una serie di esenzioni, a partire dalla più rilevante: l’abitazione principale è esclusa dal pagamento, tranne nel caso in cui si tratti di un immobile di lusso, appartenente alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.

Sono invece obbligati a versare l’IMU:

  • i proprietari di seconde case o abitazioni non principali;
  • i titolari di fabbricati strumentali, come negozi, uffici e capannoni;
  • i possessori di aree edificabili;
  • i detentori di terreni agricoli, salvo esenzioni specifiche per coltivatori diretti o terreni in zone montane;
  • i concessionari di aree demaniali;
  • i locatari in leasing, in quanto soggetti passivi dell’imposta.

Nel caso di abitazioni di lusso, l’IMU si paga anche se si tratta di prima casa, ma è prevista una detrazione fissa di 200 euro sull’importo complessivo.

Infine, è bene ricordare che in caso di proprietà condivisa, ciascun comproprietario è responsabile per la quota di imposta corrispondente alla sua percentuale di possesso.

Leggi anche: IMU 2025: oggi il termine per la prima rata, guida completa

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Come si calcola l’acconto IMU 2025

Per determinare l’importo da versare a titolo di acconto IMU, è necessario calcolare il 50% dell’imposta annua dovuta. In assenza delle nuove aliquote per il 2025, il calcolo si effettua in genere sulla base delle aliquote deliberate dal Comune per l’anno 2024. Tuttavia, se il Comune ha già approvato e pubblicato le aliquote aggiornate per il 2025 attraverso il portale del Dipartimento delle Finanze, queste possono essere utilizzate immediatamente.

Il procedimento di calcolo prevede diversi passaggi:

  1. Rivalutazione della rendita catastale del 5%;
  2. Moltiplicazione per il coefficiente previsto per la specifica categoria catastale dell’immobile (ad esempio, 160 per le abitazioni, 65 per gli immobili industriali);
  3. Applicazione dell’aliquota comunale per ottenere l’importo annuo;
  4. Divisione dell’importo annuo a metà per determinare l’acconto di giugno.

Esempio pratico: se una seconda casa ha una rendita catastale di 800 euro, rivalutata diventa 840. Moltiplicata per 160 (coefficiente per abitazioni), si ottiene una base imponibile di 134.400 euro. Applicando un’aliquota dell’1,06%, l’imposta annua sarà di circa 1.424 euro. L’acconto da versare sarà quindi di 712 euro.

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Come si paga l’IMU: strumenti e accorgimenti utili

Il pagamento dell’IMU può essere effettuato in maniera semplice e tracciabile, attraverso due strumenti principali:

  • il modello F24, disponibile sia in formato cartaceo che digitale, utilizzabile presso banche, poste e tramite i servizi online di home banking;
  • il bollettino postale, disponibile in alcuni Comuni, da compilare e versare sul conto corrente n. 1008857615 intestato a “Pagamento IMU”.

Il modello F24 è la modalità più diffusa, anche perché consente di inserire in modo dettagliato i dati dell’immobile e il codice tributo corretto. Ad esempio, il codice “3918” è utilizzato per le seconde case. Il pagamento può essere effettuato anche online, evitando code agli sportelli e ricevendo immediata conferma dell’avvenuta operazione.

È importante consultare sempre il sito ufficiale del proprio Comune, dove spesso sono disponibili:

  • calcolatori online personalizzati in base alle delibere comunali;
  • le aliquote aggiornate;
  • eventuali istruzioni aggiuntive per il pagamento.

Infine, per chi ha più immobili in Comuni diversi, è fondamentale compilare un rigo per ciascuna unità immobiliare, indicando il Comune di riferimento con il relativo codice catastale.

Leggi anche: Esenzione IMU: la Cassazione cambia le regole per i coniugi con residenze diverse

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Ravvedimento operoso IMU: quanto costa il ritardo

Chi non ha versato l’IMU entro il 16 giugno 2025 ha la possibilità di mettersi in regola spontaneamente, senza attendere sanzioni ufficiali, grazie al ravvedimento operoso. Questa procedura consente di sanare l’omissione applicando sanzioni ridotte e interessi legali contenuti, purché il pagamento venga effettuato entro certi termini.

Le fasce temporali previste sono tre:

  • Entro 14 giorni dalla scadenza (cioè fino al 30 giugno 2025): la sanzione è pari allo 0,083% per ogni giorno di ritardo, oltre agli interessi legali calcolati al tasso dello 0,23% annuo;
  • Dal 15° al 30° giorno (dal 1° al 15 luglio 2025): si applica una sanzione fissa dell’1,25%, sempre maggiorata degli interessi legali;
  • Dal 31° al 90° giorno (dal 16 luglio al 13 settembre 2025): la sanzione sale all’1,39%, con l’aggiunta degli interessi.

Dopo i 90 giorni, è ancora possibile ravvedersi, ma con sanzioni via via più elevate. Per questo motivo è consigliabile intervenire il prima possibile, specialmente se si tratta di importi contenuti: anche pochi giorni di ritardo costano pochissimo, mentre attendere può far lievitare il debito in modo significativo.

Il ravvedimento si effettua sempre tramite modello F24, inserendo nei campi appositi l’imposta dovuta, la sanzione calcolata e gli interessi maturati, ciascuno con il relativo codice.

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Dimenticato l’acconto IMU? ecco cosa fare subito

Accorgersi in ritardo di non aver versato l’IMU non deve generare panico. L’importante è non restare immobili: grazie al ravvedimento operoso è possibile sanare rapidamente la propria posizione fiscale, evitando conseguenze più gravi come avvisi di accertamento o sanzioni piene.

Cosa fare concretamente? Ecco i passaggi consigliati:

  1. Verifica l’importo dovuto, comprensivo di sanzioni e interessi, tramite i simulatori disponibili sui siti comunali o con l’aiuto di un CAF o commercialista;
  2. Compila il modello F24, inserendo correttamente i codici tributo e i dati identificativi del Comune e dell’immobile;
  3. Esegui il versamento tramite banca, posta o home banking, conservando con cura la ricevuta di pagamento.

Non serve presentare alcuna comunicazione all’Agenzia delle Entrate o al Comune: il ravvedimento è valido automaticamente se effettuato nei termini previsti.

Per il futuro, può essere utile attivare promemoria digitali o delegare a un professionista la gestione delle scadenze fiscali. Evitare dimenticanze è il modo più semplice per risparmiare tempo, denaro e stress.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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