La cedolare secca continua a crescere in Italia grazie a risparmio fiscale e semplicità gestionale. Record di entrate nel 2024 e adesione forte tra contribuenti con redditi medio-bassi.
Il contributo comunale per la riduzione del canone di locazione è fiscalmente rilevante come reddito fondiario e può rientrare nel regime della cedolare secca al 10%, se sussistono i requisiti.
La mancata comunicazione della risoluzione di un contratto in cedolare secca non comporta più sanzioni, grazie al Decreto Crescita del 2019, che ha eliminato l'obbligo di notifica all'Agenzia delle Entrate.
La proroga di un contratto di locazione con cedolare secca non richiede il pagamento dell’imposta di registro. In assenza di questa opzione, il pagamento è obbligatorio e deve avvenire entro 30 giorni.
La cedolare secca esenta dall’imposta di registro anche per risoluzioni anticipate, purché tutti i locatori aderiscano e l’opzione sia attiva per l’intera annualità o proroga.
La cedolare secca è un regime fiscale alternativo all'IRPEF per gli affitti, con aliquote del 21%, 10% e 26% per locazioni brevi, offrendo vantaggi come l'esenzione da altre tasse.
Nel 2024, le modifiche alla cedolare secca per gli affitti brevi influenzano gli aliquoti, con il 26% dalla seconda casa e il 21% per la prima, introducendo una fiscalità più equa e dettagliata per diversi proprietari.
Nel vibrante scenario immobiliare delle metropoli italiane, emerge un trend sorprendente: l'affitto breve, per periodi non superiori ai 30 giorni, sta superando il tradizionale affitto lungo di 4 anni più 4.
Nell'anno 2021, caratterizzato da un'alternanza di pandemia e libertà riconquistate dopo i lockdown anti Covid, la Cedolare Secca si è affermata come l'opzione fiscale privilegiata per i contribuenti italiani che possiedono seconde e terze case messe in affitto.
Il Fisco ha spiegato che ci sono diversi criteri da considerare quando si intende optare per il regime della cedolare secca, come ad esempio la tipologia di diritto reale di godimento sulla base del quale il soggetto risulta detenere la disponibilità del bene e la titolarità del reddito fondiario.