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Cedolare secca 2024: cosa cambia per gli affitti brevi

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L’anno 2024 ha introdotto modifiche significative nel regime fiscale degli affitti brevi in Italia, influenzando notevolmente i proprietari di immobili che optano per la cedolare secca.

Le novità riguardano principalmente l’aliquota applicata alle locazioni brevi, una decisione che ha scatenato discussioni e richiesto chiarimenti ulteriori da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Scopriamo quindi insieme quali sono le implicazioni per i proprietari di più unità immobiliari e come si configura il panorama fiscale attuale.

Dettagli e applicazioni delle nuove aliquote

A partire dal 1° gennaio 2024, la legge di Bilancio (legge n. 213/2023) ha stabilito un cambiamento nell’aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi. La nuova normativa prevede che, per i contratti di locazione di durata non superiore a 30 giorni riguardanti la seconda, terza e quarta casa, l’aliquota impositiva sia al 26%.

Leggi anche: Cosa succede se il contratto di locazione non viene registrato?

Per chi affitta un solo appartamento, l’aliquota rimane al 21%. Questo cambiamento è mirato a regolare il mercato degli affitti brevi, spesso utilizzati per fini turistici, introducendo una maggiore progressività fiscale basata sul numero di immobili posseduti.

Inoltre, è importante notare che a partire dalla quinta casa affittata con contratti di breve durata, il proprietario sarà tenuto ad aprire una partita IVA, segnando un ulteriore passo verso la professionalizzazione di questa attività.

Chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate

Per dissipare dubbi e incertezze, l’Agenzia delle Entrate ha recentemente fornito chiarimenti attraverso la sua rivista telematica, Fisco Oggi. Uno dei quesiti più frequenti riguardava la possibilità di applicare l’aliquota del 21% anche nel caso di più affitti nel corso dell’anno su un’unica unità immobiliare.

Domanda: Se affitto più volte nel corso del 2024 la stessa unità immobiliare mediante contratti di locazione breve e scelgo il regime della cedolare secca, mi confermate che l’aliquota di tassazione è del 21% e non del 26%?

La risposta dell’Agenzia è stata chiara: per chi affitta una sola proprietà per brevi periodi, indipendentemente dal numero di volte che questa viene locata all’interno dell’anno solare, l’aliquota applicabile rimane quella ridotta del 21%.

Inoltre, se un contribuente possiede e affitta due immobili, può scegliere su quale applicare l’aliquota ridotta del 21%, mentre sull’altro si applicherà quella standard del 26%. Questi chiarimenti sono fondamentali per i contribuenti e aiutano a prevenire errori nella dichiarazione e nel versamento delle imposte.

Leggi anche: Le spese condominiali devono essere inserite nel contratto di locazione?

L’impatto delle nuove normative sugli affitti brevi

Le modifiche introdotte nel 2024 alla tassazione degli affitti brevi rappresentano un passo significativo verso una fiscalità più equa e scalare nel settore immobiliare.

Queste novità non solo mirano a disincentivare la speculazione immobiliare attraverso l’uso intensivo di più proprietà per affitti brevi, ma cercano anche di bilanciare le opportunità economiche tra i piccoli e grandi proprietari immobiliari.

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TAGS: affitti brevi, cedolare secca, cedolare secca 2024

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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