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Bonus Facciate: 328 milioni di crediti falsi scoperti dalla Guardia di Finanza

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Nella recente operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia, una vasta truffa nel settore dei bonus edilizi è stata smantellata, coinvolgendo crediti fiscali falsi per un valore di 330 milioni di euro. Tre commercialisti sono sotto indagine e un’azienda con sede a Lonato del Garda è al centro dell’inchiesta.

I bonus sotto accusa

Prima di addentrarsi nel mondo dei bonus edilizia, è essenziale comprenderne i tipi più comuni. Tra questi, il bonus facciate è una delle agevolazioni fiscali più popolari, seguito dal bonus locazioni e dal sisma bonus.

Il “Bonus Facciate” è un incentivo fiscale  volto a incoraggiare i lavori di ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici esistenti, sia residenziali che commerciali. L’obiettivo è duplice: migliorare l’aspetto estetico degli edifici e delle città e, al tempo stesso, incentivare l’attività nel settore delle costruzioni.

Questo bonus fiscale consente di detrarre dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o dall’IRES nel caso di imprese, una percentuale delle spese sostenute per lavori di rifacimento delle facciate.

Leggi anche: Bonus Facciate 2022: Ultime notizie e guida completa

Il Sismabonus invece è quell’incentivo in ambito edilizio mediante il quale è possibile realizzare interventi agevolati volti alla sicurezza dell’edificio o dell’unità immobiliare dal punto di vista sismico.

La truffa e l’importanza delle verifiche incrociate

La truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Brescia riguardava il settore dei bonus edilizia, specificamente bonus facciate, bonus locazioni e sisma bonus. Un’azienda con sede a Lonato del Garda è stata identificata come il cuore dell’operazione fraudolenta. In questa truffa sono stati generati crediti fiscali falsi per un valore di circa 330 milioni di euro. Tre commercialisti sono attualmente sotto indagine per il loro possibile coinvolgimento.

Nel dettaglio, il presunto imprenditore coinvolto avrebbe generato crediti fiscali fittizi, cedendoli a entità giuridiche compiacenti, alcune delle quali riconducibili a lui stesso. Queste società avrebbero poi trasferito i crediti falsi a una serie di operatori, permettendo loro di utilizzare questi crediti per compensare debiti tributari o di monetizzarli tramite intermediari.

Inoltre, la truffa avrebbe coinvolto l’emissione di crediti fiscali falsi da parte di altri indagati, generati utilizzando informazioni di persone ignare che avrebbero eseguito ristrutturazioni sugli immobili di loro proprietà. In pratica, si tratta di una truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, con episodi di riciclaggio e autoriciclaggio coinvolti.

Questo caso sottolinea l’importanza della vigilanza e dei controlli incrociati per prevenire frodi fiscali di questa magnitudine.

Prevenzione e misura cautelari

Per minimizzare il rischio di coinvolgimento in truffe simili, le aziende devono implementare rigidi controlli interni e formare adeguatamente il proprio personale. Inoltre, è prudente consultare più di un professionista per verificare la legittimità di un credito fiscale prima di procedere con qualsiasi transazione.

Una delle soluzioni possibili, di cui si è parlato in questi giorni, è il fantomatico “Bollino Blu“. Leggi questo articolo per approfondire: Sblocco dei crediti incagliati: l’idea del Bollino Blu nei bonus edilizi.

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TAGS: bonus facciate, truffa, truffe

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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