Guida alla detrazione del 65% per impianti ibridi: requisiti tecnici, condizioni fiscali, documentazione da conservare, limiti di spesa, adempimenti ENEA e compatibilità con altri incentivi edilizi.
Gli impianti ibridi rappresentano una delle soluzioni tecnologiche più evolute nel panorama della riqualificazione energetica degli edifici. Si tratta di sistemi che combinano due diverse tecnologie per la produzione di calore — solitamente una pompa di calore e una caldaia a condensazione — capaci di ottimizzare l’efficienza energetica adattandosi alle condizioni climatiche e alle esigenze dell’edificio.
Nel 2025, l’installazione di un impianto ibrido può beneficiare di importanti agevolazioni fiscali nell’ambito dell’Ecobonus, a condizione che vengano rispettati requisiti tecnici precisi e modalità procedurali ben definite.
Ma quali impianti sono considerati realmente “ibridi” dalla normativa? In che modo è possibile ottenere la detrazione del 65%? Quali sono i documenti e le condizioni da rispettare per evitare contestazioni?
In questo articolo analizziamo tutto quello che serve sapere per accedere correttamente alla detrazione per impianti ibridi nel 2025.
Sommario
Per “impianto ibrido” si intende un sistema integrato composto da una pompa di calore e una caldaia a condensazione, progettato per funzionare in maniera coordinata ed efficiente. A differenza di due dispositivi separati installati indipendentemente, l’impianto ibrido ammesso all’Ecobonus deve essere assemblato in fabbrica e concepito come unico sistema di produzione di calore.
Questa definizione è chiarita in maniera puntuale dalla normativa, in particolare dalla legge 205/2017 (art. 1, comma 88), e dalle successive circolari dell’Agenzia delle Entrate. Per essere ammesso alla detrazione, l’impianto deve:
Questa sostituzione è requisito essenziale: non è ammessa la detrazione per nuove installazioni, salvo rare eccezioni legate a generatori a biomassa o pannelli solari.
Sono escluse dall’agevolazione le soluzioni ibride non certificate come sistema unico, ossia quelle in cui pompa di calore e caldaia sono acquistate separatamente e poi integrate manualmente. In tal caso, i due dispositivi possono essere agevolati solo se rispettano individualmente i requisiti dell’Ecobonus, ma non con la detrazione riservata agli impianti ibridi.
Leggi anche: Sostituire la caldaia a condensazione: quanto si può detrarre nel 2025?
Advertisement - PubblicitàL’installazione di un impianto ibrido certificato, eseguita in sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale esistente, consente di accedere alla detrazione del 65% prevista dall’Ecobonus, ai sensi dell’articolo 1, comma 347 della legge 296/2006.
Per l’intervento in oggetto è previsto un tetto massimo di spesa agevolabile pari a 30.000 euro per ogni singola unità immobiliare. Questo significa che la detrazione massima fruibile ammonterà a 19.500 euro (il 65% di 30.000 euro), da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.
Nel caso di impianti centralizzati installati su edifici condominiali, il limite si applica per ogni unità abitativa servita.
Per poter beneficiare dell’agevolazione, devono essere rispettate alcune condizioni fondamentali:
La detrazione del 65% si applica non solo al costo dell’impianto ibrido, ma anche alle spese accessorie strettamente correlate, tra cui:
Tutte le spese devono essere pagate tramite bonifico parlante, contenente i dati fiscali del beneficiario della detrazione e del fornitore, nonché la causale conforme alla normativa.
Leggi anche: Cos’è e come si compila il bonifico parlante? Istruzioni per i vari Bonus
Advertisement - PubblicitàPer accedere correttamente alla detrazione del 65% per l’installazione di un impianto ibrido, è necessario adempiere a una serie di obblighi documentali e procedurali stabiliti dalla normativa. Anche in presenza di un intervento tecnicamente conforme, la mancata osservanza degli adempimenti amministrativi può comportare la perdita dell’agevolazione.
Come per tutti gli interventi coperti dall’Ecobonus, il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario o postale parlante. Questo bonifico deve contenere obbligatoriamente:
I soggetti titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo possono invece effettuare il pagamento anche con modalità diverse, purché tracciabili.
Entro 90 giorni dalla data di fine lavori o del collaudo, è obbligatorio trasmettere all’ENEA la scheda descrittiva dell’intervento tramite il sito ufficiale.
La scheda deve essere compilata in modo completo, con i seguenti dati:
La ricevuta del caricamento ENEA deve essere stampata e conservata con la restante documentazione.
Il contribuente deve conservare, per almeno 10 anni, i seguenti documenti:
L’omissione anche di uno solo di questi elementi può comportare l’esclusione dal beneficio in sede di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Advertisement - PubblicitàL’Ecobonus per impianti ibridi, come previsto dalla normativa vigente, non è cumulabile con altri incentivi fiscali sul medesimo intervento, ma può essere combinato strategicamente con altri bonus edilizi, a condizione che le opere siano distinte e contabilmente separate.
L’intervento di installazione di un impianto ibrido non può essere agevolato contemporaneamente con il Superbonus e con l’Ecobonus ordinario. In particolare:
La scelta tra i due regimi deve essere fatta prima dell’avvio dei lavori, tenendo conto della capienza fiscale e della disponibilità o meno delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito, oggi molto limitate).
Quando l’impianto ibrido viene installato su un impianto centralizzato condominiale, l’agevolazione è riconosciuta a ciascun condòmino in proporzione alla propria quota millesimale. In questi casi:
È possibile cumulare la detrazione al 65% per impianti ibridi con altre detrazioni, purché gli interventi siano diversi. Ad esempio:
In tal caso, è necessario:
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