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TARI, versamenti e scadenze: quali regole deve seguire il Comune?

TARI, versamenti e scadenze: quali regole deve seguire il Comune?TARI, versamenti e scadenze: quali regole deve seguire il Comune?
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La TARI (Tassa sui Rifiuti) è una tra le principali e maggiormente note tasse sul possesso di immobili, dopo l’IMU (Imposta Unica Municipale).

La tassa sui rifiuti è dovuta da qualsiasi soggetto eserciti il possesso (o la detenzione a qualsiasi titolo) di un’unità immobiliare, un fabbricato, un locale o un’area scoperta, che sia suscettibile alla produzione di rifiuti.

Esistono dei casi per i quali viene concessa la riduzione dell’importo oppure l’esenzione dal pagamento della tassa. In genere, però, se un locale è suscettibile di utilizzazione risulta suscettibile anche alla produzione di rifiuti.

Attenzione, dire che un immobile sia suscettibile di utilizzazione non significa che venga effettivamente utilizzato, significa che potrebbe essere utilizzabile per la presenza di determinate caratteristiche. La stessa cosa accade per la TARI, per cui, per beneficiare dell’esenzione totale, è necessario che l’immobile risulti completamente inagibile (approfondisci qui).

Leggi anche: “TARI, esenzione totale o riduzione fino all’80%: chi ne ha diritto?

TARI, obblighi di legge e libertà ai Comuni: cosa prevede la legge?

Riguardo ai versamenti e alle scadenze legate al pagamento della TARI, esistono delle condizioni imprescindibili che ogni Comune deve rispettare. Ne esistono però anche delle altre per le quali la gestione viene affidata completamente alle amministrazioni comunali.

La disciplina che regolamenta tali caratteristiche è la Legge di Bilancio 2014, che appunto, all’art. 1 comma 647, dispone l’applicazione di procedure di interscambio dei dati, tra i comuni e l’Agenzia delle Entrate, in relazione alla superficie degli immobili a destinazione ordinaria, ai fini del calcolo delle tariffe.

Il comma 650, stabilisce invece che l’imposta debba essere versata per anni solari, e che per ciascuno di questi l’obbligazione tributaria dev’essere considerata autonomamente.

In quanto alla determinazione delle tariffe, invece, la gestione viene lasciata ai comuni.

Nello specifico, questi dovranno procedere alla determinazione delle aliquote mediante deliberazione del Consiglio comunale, basandosi sui costi individuati e registrati nel piano finanziario comunale.

Nel piano finanziario dovranno quindi essere necessariamente riportate le spese da coprire con le entrate che il comune incassa dalla TARI. Nella delibera di approvazione delle tariffe invece sarà determinato il metodo di ripartizione delle suddette spese tra le varie tipologie di utente, con l’individuazione delle diverse voci da applicare alle differenti categorie e sottocategorie.

La delibera di approvazione delle tariffe, così come tutti i regolamenti comunali legati alla TARI, per essere validi dovranno essere:

  • Approvati dal Consiglio comunale entro il 31 dicembre dell’anno precedente, sebbene spesso si dispongano delle proroghe;
  • Trasmessi al Dipartimento delle Finanze entro il 14 ottobre dell’anno di riferimento;
  • Pubblicati sul sito delle Finanze entro il 28 ottobre dell’anno di riferimento.

Nel caso in cui i comuni non dovessero inviare in tempo i regolamenti, impedendone la pubblicazione, saranno comunque considerate ancora valide le disposizioni relative all’anno precedente.

L’efficacia delle deliberazioni e dei regolamenti, in ogni caso, decorre dalla data di pubblicazione sul sito, e non dalla data di approvazione degli stessi.

Leggi anche: “IMU, TARI, TASI: come consultare gli atti adottati dal proprio Comune

Determinazione tariffe, scadenze e modalità di versamento TARI

Nella determinazione di regolamenti e tariffe è sempre obbligatorio il rispetto di tutti i criteri stabiliti dal DPR n. 158 del 27 aprile 1999, recante le norme per l’elaborazione del metodo normalizzato di definizione delle tariffe TARI.

I Comuni, però, possono anche decidere di commisurare le tariffe in base alla quantità e alla qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, tenendo conto in particolare:

  • Degli usi e delle tipologie di attività svolte;
  • Del costo del servizio sui rifiuti.

Anche le scadenze previste per i pagamenti – come stabilito dalla Manovra 2014, art. 1 comma 688, devono essere decise dalle amministrazioni comunali.

Possiamo leggere che, di norma, ma non obbligatoriamente, i comuni concedono la possibilità di ripartire il pagamento della tariffa annuale almeno in 2 rate con scadenza semestrale.

Leggi anche: “TARI: tre rate, l’innovazione digitale e la domiciliazione bancaria

Si deve però anche garantire – a favore dei soggetti che vogliano provvedervi – il diritto di pagare la tariffa in un’unica soluzione annuale, da corrispondere entro il 16 giugno dell’anno di riferimento.

È inoltre obbligatorio per le amministrazioni comunali:

  • Impostare almeno una rata della TARI in data successiva al 30 novembre di ciascun anno, ed eventualmente anche dell’anno successivo, per consentire la determinazione delle tariffe sulla base di quanto previsto dalle delibere, che possono essere pubblicate fino al 28 ottobre;
  • Stabilire il metodo di ripartizione dell’importo complessivo dovuto per ciascun anno, tra rate di acconto e saldo.

È possibile procedere al versamento della TARI con le seguenti modalità:

  1. Bollettino di conto corrente postale;
  2. Altre modalità di pagamento offerte dai servizi elettronici di incasso e di pagamento interbancari e postali.

Leggi anche: “TARI: le nuove linee guida ai costi per ogni Comune

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Autore: Redazione Online

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