L’IMU 2025 prevede il saldo entro il 16 dicembre, ma tra sentenze e nuove agevolazioni locali, aumentano i casi di esenzione o riduzione in base all’uso effettivo dell’immobile.

Ogni anno, dicembre rappresenta una scadenza importante per milioni di proprietari immobiliari: il 16 del mese scade infatti il termine per il pagamento della seconda rata dell’IMU, l’imposta municipale propria. Chi non ha versato l’imposta in un’unica soluzione entro giugno, dovrà dunque effettuare il saldo prima di Natale. Tuttavia, accanto all’obbligo di versamento, emergono importanti novità normative e opportunità di esenzione o riduzione, che vale la pena conoscere.
Come funziona oggi l’IMU? In quali casi non si paga? E chi può beneficiare delle agevolazioni introdotte dal nuovo decreto di Novembre 2025?
Scopriamolo insieme.
Sommario
L’IMU, acronimo di Imposta Municipale Propria, è un tributo patrimoniale dovuto da chi possiede immobili, terreni agricoli o aree edificabili, con l’eccezione delle abitazioni principali che rientrano in categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9 (abitazioni di lusso, ville e castelli). In altre parole, la prima casa non è soggetta a IMU, salvo che si tratti di immobili di pregio.
L’imposta si applica su tutto il territorio nazionale, fatta eccezione per le particolarità statutarie del Friuli-Venezia Giulia e delle Province autonome di Trento e Bolzano, che possono disciplinare autonomamente la materia fiscale locale.
Per essere esentata, un’abitazione deve essere quella in cui il contribuente e il suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Su questo punto, però, è intervenuta una sentenza che ha cambiato le regole.
Approfondisci: IMU 2025: novità, aliquote e detrazioni aggiornate
Advertisement - PubblicitàUna svolta importante è arrivata con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 della Corte Costituzionale. In passato, per ottenere l’esenzione IMU sulla prima casa, era richiesto che tutto il nucleo familiare avesse la residenza e la dimora abituale nello stesso immobile. Questo criterio escludeva, ad esempio, i coniugi che vivevano in abitazioni diverse, anche se nello stesso Comune.
La Consulta ha invece giudicato incostituzionale questa impostazione, affermando che anche entrambi i coniugi possono godere dell’esenzione sulla rispettiva abitazione, qualora abbiano fissato lì la loro residenza anagrafica e vi dimorino abitualmente, pur vivendo separati per ragioni legittime (lavoro, mobilità, esigenze personali).
In particolare, i giudici costituzionali hanno riconosciuto che l’obbligo di coabitazione previsto dal codice civile (art. 143) non può essere invocato per negare l’agevolazione, soprattutto in un contesto sociale e lavorativo in continua evoluzione. Il riferimento al “nucleo familiare” è stato ritenuto discriminatorio e dunque da espungere dalla normativa vigente. La modifica apre così la strada a esenzioni “individuali”, anche per coniugi legalmente uniti ma residenti in immobili diversi.
Advertisement - PubblicitàCon il decreto del 6 novembre 2025, il Ministero dell’Economia ha aggiornato l’allegato sulle agevolazioni IMU, già introdotte nel 2024, rafforzando il potere dei Comuni nel modulare l’imposta in base all’effettivo utilizzo degli immobili.
Il provvedimento non modifica la struttura generale dell’IMU, ma offre ai Comuni un margine di intervento più ampio: ad esempio, per quanto riguarda le abitazioni non locate, non concesse in comodato e utilizzate solo in parte dell’anno (come seconde case al mare o in montagna).
La grande novità riguarda infatti le cosiddette case “a disposizione”, categoria che comprende tipicamente le abitazioni stagionali. I Comuni potranno ora graduare l’aliquota non solo partendo da quella base, ma considerando l’uso effettivo dell’immobile. Un’abitazione con consumi minimi o utenze sospese, utilizzata solo per poche settimane all’anno, potrà godere di un trattamento fiscale più favorevole rispetto a una casa occupata stabilmente.
Attenzione però: l’agevolazione non si applica agli immobili in locazione, né alle case vacanza gestite a fini commerciali o inserite nel circuito delle locazioni brevi. Per accedere allo sconto, l’abitazione deve essere effettivamente non affittata e usata in modo saltuario.
Advertisement - PubblicitàPer chi non ha saldato l’IMU 2025 in un’unica soluzione il 16 giugno, la data da segnare in agenda è lunedì 16 dicembre 2025. Entro questo termine, i contribuenti dovranno versare la seconda rata, calcolata in base alle aliquote approvate dal Comune in cui si trova l’immobile.
Il pagamento può essere effettuato tramite modello F24 oppure tramite bollettino postale, indicando il codice catastale del Comune, l’anno di riferimento e l’importo dovuto. Le aliquote possono variare da Comune a Comune, motivo per cui è fondamentale consultare il sito del proprio Comune di residenza o rivolgersi a un Caf o a un consulente fiscale.
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