Chi affitta più di quattro appartamenti con contratti brevi deve usare il modello Redditi PF e non il 730. La locazione può essere considerata attività imprenditoriale, con obblighi fiscali aggiuntivi.
Negli ultimi anni, la locazione breve è diventata una formula abitativa molto utilizzata, sia da chi possiede uno o più immobili da mettere a reddito, sia da chi viaggia spesso e cerca soluzioni flessibili. Tuttavia, con l’aumento di questi contratti di affitto a breve termine, crescono anche i dubbi fiscali: in particolare, come si devono dichiarare i redditi derivanti da queste locazioni nel modello 730? E cosa accade se si superano i limiti previsti dalla legge?
Una recente risposta pubblicata sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi, chiarisce i passaggi fondamentali da seguire per non commettere errori. Se anche tu possiedi più appartamenti affittati con contratti brevi, ti sei mai chiesto dove inserire questi redditi nel 730?
E soprattutto, sei sicuro di rientrare ancora nel regime delle locazioni brevi non imprenditoriali?
Sommario
Sul portale dell’Agenzia delle Entrate, FiscoOggi, un contribuente ha posto un quesito molto frequente tra chi possiede più unità immobiliari da affittare:
“Sono locatore di più appartamenti destinati a locazione di tipo breve. Come vanno indicati nel 730 i redditi percepiti?”
La risposta dell’Agenzia offre uno spunto utile per chiarire non solo la modalità di dichiarazione dei redditi, ma anche i limiti entro cui è possibile usufruire del regime fiscale agevolato delle locazioni brevi. Infatti, quando si superano determinati confini, l’attività da semplice gestione immobiliare può trasformarsi, per legge, in attività imprenditoriale.
Advertisement - PubblicitàL’Agenzia delle Entrate chiarisce che i redditi derivanti dalle locazioni brevi devono essere trattati in maniera diversa a seconda del soggetto che li percepisce:
Ma attenzione: il regime fiscale delle locazioni brevi non imprenditoriali è applicabile solo se il contribuente destina a questo tipo di affitto al massimo 4 appartamenti per ogni anno d’imposta. Superato questo numero, scatta un cambiamento importante: ai sensi dell’articolo 2082 del Codice Civile, l’attività si presume svolta in forma imprenditoriale.
Ciò implica due conseguenze fondamentali:
Il limite dei 4 appartamenti per anno d’imposta rappresenta uno spartiacque fondamentale. Infatti, quando si supera questo tetto, la locazione breve viene presunta dalla legge come attività imprenditoriale. Questo significa che, anche se il locatore non ha formalmente aperto una partita IVA, l’Agenzia delle Entrate può comunque considerare l’attività come un’impresa a tutti gli effetti.
Le implicazioni sono molteplici:
In sostanza, superare i 4 immobili affittati brevemente in un anno porta con sé una serie di obblighi amministrativi e fiscali non indifferenti, spesso sconosciuti a chi inizia l’attività in modo “casalingo” e poi cresce nel tempo.
Advertisement - PubblicitàLa gestione fiscale delle locazioni brevi può sembrare semplice, ma nasconde insidie che è importante conoscere. Uno degli errori più frequenti è proprio quello di sottovalutare le soglie stabilite dalla normativa, continuando a utilizzare il modello 730 anche quando, per legge, si dovrebbe passare al modello Redditi PF e trattare l’attività come imprenditoriale.
Per evitare sanzioni o accertamenti futuri, è consigliabile:
La normativa italiana tende a distinguere tra chi gestisce un’attività in modo occasionale e chi, invece, la porta avanti con continuità e organizzazione. Comprendere queste differenze è il primo passo per affittare in modo sicuro, consapevole e fiscalmente corretto.
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