In una mossa sorprendente ma altamente anticipata, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato la sua decisione di mantenere i tassi d’interesse invariati.
Nel mese di giugno, il panorama finanziario italiano ha subito variazioni significative. Esaminiamo le tendenze del TAEG, l'andamento dei prestiti e le ripercussioni di tali cambiamenti sui consumatori italiani.
Un punto percentuale del reddito familiare italiano è consumato dai tassi d'interesse su debiti, mutui e prestiti al consumo. Questa è la scoperta di un'analisi della Fabi.
BCE e Fed si apprestano a fare annunci significativi questa settimana riguardanti l'incremento dei tassi di interesse.
Tra due anni, si prevede un aumento delle rate dei mutui tra il 17% e il 77%. Questa previsione, unita all'attuale inflazione e all'aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, potrebbe far lievitare il peso di un mutuo sul reddito netto delle famiglie fino al 60%.
Esaminiamo la reazione italiana all'aumento dei tassi di interesse annunciato dalla BCE, valutando l'impatto di tale decisione sull'economia nazionale.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente annunciato un incremento dei tassi d'interesse di un quarto di punto percentuale.
Secondo le ultime statistiche di Banca d'Italia, nel mese di Aprile, i tassi di interesse sui prestiti per l'acquisto di case, comprese le spese accessorie, sono aumentati al 4,52% rispetto al 4,36% di marzo.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di rialzare il tasso di interesse sul costo del denaro al 3,75%, portando ad una preoccupante crescita delle spese per coloro che hanno sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile o che stanno per stipulare un mutuo a tasso fisso.
L'incremento dei tassi applicati ai mutui ha già prodotto conseguenze sul numero di erogazioni e sulle domande di finanziamenti, le quali manifestano una diminuzione delle richieste.