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Riscaldamento e Bonus Ristrutturazioni: guida completa agli impianti detraibili

Il Bonus Ristrutturazioni consente di detrarre impianti di riscaldamento efficienti come pompe di calore, sistemi ibridi e biomassa, escludendo le caldaie a gas tradizionali.

Riscaldamento e Bonus Ristrutturazioni: guida completa agli impianti detraibili Riscaldamento e Bonus Ristrutturazioni: guida completa agli impianti detraibili
Ultimo Aggiornamento:

Con l’arrivo dell’inverno e il continuo aumento dei costi energetici, scegliere un sistema di riscaldamento efficiente e sostenibile è diventato fondamentale per le famiglie italiane. In questo contesto, il Bonus Ristrutturazioni, valido per il 2025 e anche per il 2026, rappresenta un’opportunità concreta per rinnovare gli impianti termici di casa risparmiando grazie alla detrazione Irpef.

Tuttavia, non tutti gli impianti sono ammessi all’agevolazione: la normativa ha subito modifiche importanti, e alcuni sistemi – come le caldaie a gas – sono stati esclusi a partire dal 2025, mentre altri, come le pompe di calore, restano incentivati.

Se stai valutando di installare un nuovo impianto di riscaldamento o sostituire quello esistente, è essenziale conoscere quali tecnologie sono effettivamente detraibili e in quali condizioni.

Quali impianti si possono detrarre con il Bonus Ristrutturazioni nel 2025 e 2026? È ancora possibile installare una caldaia tradizionale? Quali alternative ecologiche sono incentivate? Scoprilo nei prossimi paragrafi.

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Impianti ammessi alla detrazione

Secondo la guida ufficiale dell’Agenzia delle Entrate aggiornata a ottobre 2025, gli impianti di riscaldamento possono rientrare tra le spese detraibili, a condizione che siano eseguiti interventi qualificabili come manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo o ristrutturazione edilizia, ai sensi dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001.

Tra le installazioni agevolabili rientrano:

  • sistemi di riscaldamento a pompa di calore (anche geotermiche);
  • sistemi ibridi, costituiti da pompa di calore + caldaia a condensazione;
  • generatori a biomassa (come stufe e caldaie a pellet);
  • microcogeneratori (anche alimentati a combustibili fossili);
  • sistemi di contabilizzazione del calore e termoregolazione.

Sono inoltre agevolati i costi per la realizzazione ex novo dell’impianto, la sostituzione della caldaia, la messa a norma, nonché le spese per materiali, progettazione, certificazioni, IVA e oneri urbanistici.

Va però fatta una distinzione fondamentale: dal 1° gennaio 2025 non sono più ammesse le detrazioni per l’installazione di caldaie alimentate esclusivamente da combustibili fossili, anche se a condensazione. Questo significa che, per esempio, non si può più detrarre l’installazione di una caldaia a gas tradizionale, se non all’interno di un sistema ibrido.

Inoltre, la detrazione è del 50% se l’intervento avviene sull’abitazione principale e il richiedente è proprietario o titolare di un diritto reale sull’immobile, mentre scende al 36% nei casi diversi (come affittuari o seconde case). Dal 2026, queste percentuali calano rispettivamente al 36% e al 30%, con le stesse regole di accesso.

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Le caldaie escluse dal 2025: attenzione ai nuovi limiti

A partire dal 1° gennaio 2025, il Bonus Ristrutturazioni non copre più le spese per l’installazione o la sostituzione di impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili, anche se si tratta di modelli ad alta efficienza. Questa novità, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, è un punto di svolta nelle politiche fiscali per l’efficientamento energetico.

Non sono più detraibili:

  • le caldaie a gas a condensazione, anche in classe energetica A;
  • i generatori d’aria calda a condensazione alimentati a metano o GPL;
  • qualsiasi impianto autonomo o centralizzato che utilizzi unicamente combustibili fossili, anche se destinato alla sostituzione di un vecchio impianto.

La finalità di questa esclusione è chiaramente ambientale: l’obiettivo è incentivare l’adozione di tecnologie a basse emissioni di CO₂, in linea con la transizione energetica e i criteri europei in tema di sostenibilità degli edifici.

Attenzione però: il divieto riguarda anche quegli interventi che, fino al 2024, erano comunemente ammessi al bonus, come ad esempio la semplice sostituzione di una vecchia caldaia con una nuova a gas a condensazione. Dal 2025 in poi, questa spesa non dà più diritto alla detrazione Irpef, anche se inserita in un più ampio intervento di ristrutturazione.

Occhio anche alla tempistica dei pagamenti: l’Agenzia delle Entrate specifica che fa fede la data del bonifico. Quindi, chi ha acquistato e pagato una caldaia a gas nel 2024 può ancora accedere alla detrazione, anche se l’installazione avviene nel 2025. Al contrario, se il pagamento viene effettuato nel 2025, l’intervento non è agevolabile, indipendentemente dalla data di ordine o di consegna dell’impianto.

La normativa consente comunque la detrazione per impianti più avanzati che prevedono l’uso combinato di tecnologie fossili e rinnovabili, come i sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia a condensazione), ma solo se progettati come un’unica unità integrata e certificata.

Approfondisci: Ecobonus e bonus ristrutturazioni: l’addio alle caldaie fossili nel 2025

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Impianti alternativi e sostenibili: cosa puoi detrarre davvero

Se da un lato il legislatore ha escluso gli impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili, dall’altro ha confermato e incentivato la detrazione Irpef per le soluzioni più efficienti e a basso impatto ambientale, in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e transizione energetica.

Ecco gli impianti di riscaldamento ammessi al Bonus Ristrutturazioni nel 2025 e 2026:

  • Pompe di calore
    Sono tra le tecnologie più premiate: utilizzano energia elettrica per trasferire calore da una sorgente esterna (aria, acqua o terreno) agli ambienti interni. Possono essere aria-aria, aria-acqua o geotermiche. Oltre a essere efficienti, non generano emissioni dirette e offrono anche funzione di raffrescamento in estate.
  • Sistemi ibridi
    Costituiti da una pompa di calore combinata con una caldaia a condensazione, questi impianti devono essere progettati come unità integrate e certificate. La componente a gas funge da supporto alla pompa di calore nei momenti di maggiore richiesta. Sono agevolati solo se venduti e installati come sistema unico.
  • Generatori a biomassa
    Rientrano nella detrazione anche stufe, camini e caldaie alimentati a legna o pellet, a patto che siano conformi alle normative ambientali vigenti (classe energetica e certificazioni ambientali regionali). Questi impianti sfruttano combustibili naturali e rinnovabili, con basse emissioni se di nuova generazione.
  • Microcogeneratori
    Sono impianti che producono simultaneamente elettricità e calore, garantendo un alto rendimento energetico. Sono agevolabili anche se alimentati a combustibili fossili, purché rispettino i requisiti tecnici previsti (come la soglia di risparmio di energia primaria del 20%).
  • Sistemi di contabilizzazione e termoregolazione del calore
    Nel caso di impianti centralizzati, è possibile detrarre l’acquisto e l’installazione di valvole termostatiche, ripartitori di calore, cronotermostati, sensori, utili a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio.

Tutti questi interventi devono essere eseguiti nell’ambito di lavori classificabili almeno come manutenzione straordinaria. Non sono detraibili le semplici manutenzioni ordinarie su impianti esistenti, salvo che avvengano su parti comuni condominiali.

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Detrazione 2025 e 2026: quanto si può recuperare e in quali casi

Il Bonus Ristrutturazioni permette di recuperare parte delle spese sostenute per gli impianti di riscaldamento tramite una detrazione Irpef, ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Tuttavia, l’aliquota applicabile dipende dall’anno in cui si effettua la spesa e dalla tipologia di immobile.

Detrazione nel 2025

  • 50% per interventi realizzati su abitazione principale, se il contribuente è proprietario o titolare di un diritto reale sull’immobile (come usufrutto, uso o abitazione).
  • 36% per tutti gli altri casi, come seconde case, immobili in affitto o in comodato.

Detrazione nel 2026

Anche per il 2026 è confermata la doppia aliquota:

  • 50% per i lavori su prima casa del proprietario o titolare di diritto reale di godimento.
  • 36% per i lavori su seconde case, o quando il beneficiario non è il proprietario (es. affittuario, comodatario, familiare convivente).

Il tetto massimo di spesa agevolabile rimane fissato a 96.000 euro per unità immobiliare, per ciascun anno.

Facciamo un esempio pratico: Se nel 2026 un proprietario installa una pompa di calore nella sua abitazione principale e spende 12.000 euro, potrà detrarre 6.000 euro in 10 anni (50%). Se invece l’intervento riguarda una seconda casa, la detrazione sarà di 4.320 euro (36%).

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Come ottenere la detrazione: regole, pagamenti e documenti da conservare

Per beneficiare della detrazione Irpef del Bonus Ristrutturazioni sull’installazione o sostituzione di un impianto di riscaldamento, è essenziale seguire correttamente la procedura prevista dall’Agenzia delle Entrate. Anche un piccolo errore può compromettere il diritto al bonus.

Ecco i principali adempimenti da rispettare:

Pagamento con bonifico parlante

Il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario o postale “parlante”, contenente:

  • la causale del versamento, con riferimento all’art. 16-bis del TUIR (ristrutturazioni edilizie);
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • la partita IVA o il codice fiscale dell’impresa che esegue i lavori.

Il bonifico online è valido, purché contenga tutti i dati richiesti.

Titolo abilitativo corretto

L’intervento deve essere inquadrabile come manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo, e – se necessario – deve essere accompagnato da SCIA, CILA o altro titolo edilizio, secondo le norme urbanistiche locali.

Conservazione dei documenti

Il contribuente deve conservare:

  • le fatture relative ai lavori e ai materiali;
  • la ricevuta del bonifico parlante;
  • eventuali autorizzazioni edilizie;
  • la dichiarazione di conformità dell’impianto rilasciata dall’installatore abilitato (obbligatoria ai sensi del D.M. 37/2008);
  • ogni eventuale certificazione richiesta (es. per generatori a biomassa).

Indicazione in dichiarazione dei redditi

Infine, il contribuente dovrà indicare i dati dell’immobile nella propria dichiarazione dei redditi e riportare la quota annuale della detrazione. Nel caso di più contribuenti (es. comproprietari), la detrazione può essere ripartita in base alla spesa effettivamente sostenuta da ciascuno, purché risulti dalle fatture.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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