Manovra 2026 improntata alla prudenza: cambia l’ISEE sulla prima casa, aumentano alcune tasse, restano rigide le pensioni. Stabilità dei conti prioritaria, ma poche misure di rilancio.

La Manovra di Bilancio 2026 entra in una delle sue fasi più delicate. Oggi, martedì 23 dicembre, alle ore 10, prosegue infatti in Senato la discussione sul disegno di legge di Bilancio, avviata nella seduta del 22 dicembre, con le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione dell’emendamento interamente sostitutivo della prima sezione del ddl.
Dopo il voto di fiducia, sono previste la votazione nominale con appello e la votazione finale, passaggi che segneranno di fatto il destino della manovra.
Un provvedimento che ha già acceso il dibattito politico e sociale, perché introduce modifiche rilevanti su tasse, ISEE, pensioni e agevolazioni, incidendo direttamente sulla vita quotidiana di famiglie, lavoratori e imprese. Tra le misure più discusse figurano l’esclusione più ampia della prima casa dal calcolo dell’ISEE, interventi fiscali su alcuni consumi e ritocchi alle regole della previdenza, con effetti concreti sull’accesso alle prestazioni sociali e sulle prospettive pensionistiche. Ma quali sono i cambiamenti più significativi contenuti nel testo? Chi guadagna e chi rischia di pagare di più con la nuova Manovra 2026?
Sommario
Uno dei punti centrali della Manovra di Bilancio 2026 riguarda il calcolo dell’ISEE, un indicatore fondamentale per l’accesso a bonus, agevolazioni e prestazioni sociali. Il testo su cui il Governo ha posto la fiducia in Senato della Repubblica interviene in modo significativo sul peso della prima casa di abitazione, ampliandone l’esclusione dal patrimonio immobiliare considerato ai fini ISEE.
In concreto, questo significa che molte famiglie proprietarie dell’abitazione principale potrebbero risultare “più povere” sulla carta, pur senza un reale peggioramento delle condizioni economiche.
L’obiettivo dichiarato è quello di rendere l’ISEE più aderente alla reale capacità di spesa, evitando che il semplice possesso della casa in cui si vive penalizzi l’accesso a misure come assegni, sconti su servizi pubblici, agevolazioni scolastiche e sostegni al reddito. Una modifica che potrebbe allargare la platea dei beneficiari, soprattutto tra i nuclei familiari di ceto medio, spesso esclusi per pochi euro di patrimonio immobiliare.
Tuttavia, non mancano le critiche: secondo alcuni osservatori, l’intervento rischia di ridurre la progressività del sistema e di aumentare la spesa pubblica.
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Advertisement - PubblicitàAccanto agli interventi di alleggerimento su alcuni fronti, la Manovra di Bilancio 2026 introduce anche nuove entrate fiscali, necessarie a garantire la tenuta dei conti pubblici. Il Governo ha scelto di intervenire soprattutto su alcuni consumi specifici, evitando – almeno formalmente – aumenti generalizzati delle imposte dirette. Tra le misure più discusse spiccano gli aumenti delle accise su sigarette e prodotti del tabacco, oltre a un ritocco della tassazione sul gasolio, interventi che avranno un impatto diretto sui prezzi finali pagati dai cittadini.
Secondo l’impostazione dell’esecutivo, si tratta di prelievi mirati, giustificati sia da esigenze di bilancio sia da finalità ambientali e sanitarie. Tuttavia, le opposizioni sottolineano come questi aumenti rischino di colpire in modo regressivo, incidendo maggiormente sui redditi medio-bassi e sui lavoratori che utilizzano quotidianamente l’auto.
Non mancano poi le preoccupazioni delle associazioni di categoria, che temono effetti a catena sui costi di trasporto e sulla filiera produttiva. L’equilibrio tra necessità di fare cassa e tutela del potere d’acquisto resta quindi uno dei nodi più delicati della manovra: questi nuovi prelievi saranno davvero sostenibili per famiglie e imprese?
Advertisement - PubblicitàLa Manovra di Bilancio 2026 interviene anche sul capitolo pensioni, uno dei più sensibili dal punto di vista sociale ed economico. Il Governo ha confermato una linea di prudenza sulla flessibilità in uscita, mantenendo vincoli stringenti per l’accesso alla pensione anticipata e limitando l’estensione di misure più favorevoli rispetto alla riforma Fornero. In particolare, vengono rivisti alcuni meccanismi che consentivano di lasciare il lavoro prima dell’età di vecchiaia, con penalizzazioni sugli assegni e requisiti contributivi più selettivi.
L’obiettivo dichiarato è quello di contenere la spesa previdenziale, considerata una delle voci più pesanti del bilancio dello Stato, anche alla luce dell’invecchiamento della popolazione. Tuttavia, sindacati e associazioni dei lavoratori segnalano il rischio di lasciare senza tutele adeguate migliaia di persone, soprattutto chi svolge lavori gravosi o discontinui.
Le nuove regole influenzeranno direttamente le scelte di molti contribuenti, chiamati a valutare se anticipare l’uscita dal lavoro accettando un assegno più basso oppure restare occupati più a lungo.
Advertisement - PubblicitàLa Manovra di Bilancio 2026 prova a mantenere un equilibrio anche sul fronte di famiglie e imprese, confermando alcune misure di sostegno ma senza introdurre interventi strutturali di ampia portata. Per i nuclei familiari, l’attenzione resta concentrata soprattutto sugli strumenti legati all’ISEE, che diventano ancora più centrali nell’accesso a bonus e agevolazioni.
La revisione del peso della prima casa, infatti, potrebbe consentire a un numero maggiore di famiglie di rientrare nelle soglie previste per contributi sociali, servizi educativi e sostegni al reddito, pur in assenza di nuovi bonus universali.
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Sul versante delle imprese, la manovra punta più sulla stabilità normativa che su nuovi incentivi. L’obiettivo è evitare scossoni fiscali e garantire un quadro prevedibile, soprattutto per le piccole e medie aziende, già alle prese con costi energetici elevati e incertezze economiche. Tuttavia, molte associazioni di categoria lamentano la mancanza di misure espansive in grado di stimolare investimenti e occupazione. I
n questo contesto, la Manovra 2026 sembra muoversi su un terreno di compromesso: sostenere senza rilanciare, contenere la spesa senza offrire nuove prospettive di crescita.
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