Il mercato dei mutui in Italia è tra i più competitivi d’Europa nel 2025. Calano i tassi, aumenta il risparmio per i mutuatari, ma gli italiani restano prudenti.

L’allentamento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea tra il 2024 e il 2025 ha avuto un impatto significativo sul costo del credito in tutta Europa, e in particolare sui tassi dei mutui. Tuttavia, la riduzione non si è distribuita in modo omogeneo tra i vari Paesi dell’Unione. Secondo i dati più recenti pubblicati dall’European Mortgage Federation e riportati da ilSole24Ore, l’Italia si distingue per avere una delle condizioni di finanziamento più favorevoli, registrando tassi medi tra i più bassi del continente. Un’occasione da cogliere per chi intende acquistare casa o rinegoziare il proprio mutuo, soprattutto in un contesto economico ancora instabile ma in graduale ripresa.
Cosa rende l’Italia così competitiva rispetto ad altri Paesi? E quali sono oggi le scelte migliori tra tasso fisso e variabile?
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Sommario
Nel secondo trimestre del 2025, il tasso medio sui mutui in Italia si è attestato al 3,19%, uno dei valori più bassi registrati in Europa. Il dato, fornito dall’European Mortgage Federation, evidenzia come il nostro Paese sia in una posizione di vantaggio rispetto a molti altri mercati. Tra gli Stati con condizioni ben più onerose figurano la Polonia, dove i tassi medi raggiungono il 6,95%, l’Ungheria (6,69%) e la Romania (5,81%). Anche in Repubblica Ceca (4,68%) e nel Regno Unito (4,43%), i mutui risultano sensibilmente più costosi.
In Europa occidentale, tassi leggermente più alti rispetto all’Italia si riscontrano in Germania (3,67%), Irlanda (3,60%), Olanda (3,50%) e Portogallo (3,39%). Francia e Belgio, invece, presentano condizioni molto simili alle nostre, con tassi medi rispettivamente del 3,11% e 3,08%. La vera eccezione è rappresentata dalla Spagna, dove i tassi medi si attestano al 2,72%, rendendo il mercato iberico il più conveniente d’Europa in questo momento.
Questa fotografia europea mostra chiaramente come l’Italia, pur non essendo la migliore in assoluto, offra condizioni estremamente vantaggiose nel panorama comunitario. Un fattore che potrebbe favorire il ritorno alla domanda di acquisto immobiliare, soprattutto tra i giovani e le famiglie.
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Advertisement - PubblicitàIl rallentamento dell’inflazione e il conseguente taglio dei tassi da parte della BCE hanno riportato in auge il mutuo a tasso variabile, soprattutto tra i profili più attenti all’andamento dei mercati. Secondo una simulazione di MutuiOnline, oggi il tasso medio per un mutuo variabile a 20 o 30 anni si attesta al 2,68%, ben al di sotto del 4,04% registrato a novembre 2024.
Questo calo si traduce in un risparmio sostanziale: per un finanziamento da 180.000 euro a 20 anni, la rata mensile passa da 1.095 euro a 970 euro, con un risparmio mensile di 125 euro e un risparmio totale di quasi 30.000 euro sull’intera durata del mutuo. Anche rispetto a inizio 2025, quando il TAN medio era al 3,71% con una rata da 1.063 euro, oggi il vantaggio mensile è di 93 euro, pari a circa 22.500 euro di risparmio in 20 anni.
Il variabile oggi rappresenta dunque un’opportunità concreta, soprattutto considerando che l’indice Euribor – parametro di riferimento per i mutui variabili – si mantiene stabile intorno al 2%, sia sulla scadenza a 1 mese che a 3 mesi. Una situazione che potrebbe durare ancora a lungo, secondo le stime più recenti.
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Advertisement - PubblicitàNel corso del 2025, il tasso fisso ha mostrato una certa stabilità, pur con lievi oscillazioni dovute in gran parte alle tensioni geopolitiche internazionali. Dopo aver toccato un minimo del 2,82% nel marzo 2025, il tasso ha subìto un leggero aumento nei mesi estivi, arrivando oggi a un TAN medio del 3,27%.
Applicando questo valore allo stesso esempio di mutuo considerato in precedenza – 180.000 euro a 20 anni – la rata mensile si attesta intorno ai 1.023 euro, ovvero 53 euro in più rispetto alla media del variabile attuale. Su base ventennale, la differenza si traduce in un costo aggiuntivo di circa 12.700 euro.
Nonostante ciò, il tasso fisso continua a essere la scelta più diffusa tra gli italiani: la sua prevedibilità e la sicurezza nel lungo periodo lo rendono preferibile per chi vuole tutelarsi da possibili rialzi futuri. Le migliori offerte oggi si collocano poco sopra il 3%, una soglia comunque molto competitiva se confrontata con la media storica degli ultimi dieci anni.
Advertisement - PubblicitàNonostante il calo dei tassi variabili e le opportunità di risparmio che ne derivano, gli italiani continuano a preferire la sicurezza del tasso fisso. Secondo le rilevazioni effettuate da Kìron nel secondo semestre del 2025, ben 94 mutuatari su 100 scelgono un mutuo a tasso fisso.
La percentuale di chi opta per il variabile o per il variabile con “cap” è in forte calo, mentre cresce lentamente l’interesse verso i mutui a tasso misto, che combinano flessibilità e stabilità. Questo comportamento riflette una forte cultura della prudenza finanziaria: anche in un contesto di tassi in discesa, la paura di eventuali rialzi futuri continua a spingere la domanda verso soluzioni più conservative.
A cambiare, invece, è la durata media dei mutui, che nel 2025 passa da 26,6 anni a 26,8 anni, con oltre l’80% dei finanziamenti compresi tra i 21 e i 30 anni. L’importo medio erogato è anch’esso in crescita, attestandosi a 127.234 euro, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2024. Dati che suggeriscono una maggiore disponibilità da parte delle banche, ma anche una crescente esigenza di rate sostenibili da parte delle famiglie.
Advertisement - PubblicitàIl 2025 si configura come un anno favorevole per il mercato dei mutui in Italia, grazie a una combinazione di tassi d’interesse competitivi, offerte bancarie aggressive e condizioni di accesso migliorate. L’Italia si posiziona tra i Paesi europei più convenienti, seconda solo alla Spagna, e questo potrebbe rappresentare una leva importante per il rilancio della domanda immobiliare.
Tuttavia, la scelta tra tasso fisso e variabile non è mai banale. Se il primo garantisce stabilità e protezione dai rischi futuri, il secondo – oggi particolarmente vantaggioso – offre risparmi immediati, ma impone una maggiore attenzione all’evoluzione dei mercati. L’analisi del proprio profilo finanziario, la durata del mutuo e la propria propensione al rischio diventano quindi elementi fondamentali per scegliere consapevolmente.
In un contesto di crescente incertezza economica, saper interpretare i dati e affidarsi a consulenti qualificati può fare davvero la differenza. Oggi, più che mai, il mutuo non è solo un impegno, ma anche un’opportunità.
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