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Pompe di calore: come funzionano, costi reali e bonus disponibili

Le pompe di calore permettono di riscaldare e raffrescare casa con costi ridotti, sfruttando energie rinnovabili e bonus fiscali, rappresentando una soluzione efficiente e conforme alle nuove normative.

Pompe di calore: come funzionano, costi reali e bonus disponibili Pompe di calore: come funzionano, costi reali e bonus disponibili
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Negli ultimi anni le pompe di calore sono diventate uno dei temi centrali quando si parla di edilizia, efficienza energetica e transizione ecologica. Sempre più spesso vengono indicate come alternativa alle caldaie tradizionali, soprattutto alla luce delle nuove normative europee e delle restrizioni sugli impianti alimentati a combustibili fossili.

Ma cosa sono esattamente le pompe di calore? Come funzionano e perché rappresentano una scelta sempre più diffusa sia nelle nuove costruzioni sia nelle ristrutturazioni?

Sono davvero convenienti dal punto di vista economico e normativo, oppure si tratta solo di una tendenza destinata a pochi casi specifici?

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Cosa sono le pompe di calore e come funzionano

La pompa di calore è un impianto tecnologico che consente di riscaldare, raffrescare e, in molti casi, produrre acqua calda sanitaria sfruttando l’energia presente nell’ambiente esterno. A differenza dei sistemi tradizionali, non genera calore attraverso la combustione di un combustibile, ma lo trasferisce da una sorgente naturale – aria, acqua o suolo – all’interno dell’abitazione mediante un ciclo termodinamico.

Il funzionamento si basa su un principio simile a quello del frigorifero, ma invertito: un fluido refrigerante assorbe calore dall’ambiente esterno, anche a basse temperature, lo comprime aumentando la propria temperatura e lo cede all’impianto di riscaldamento dell’edificio. Questo processo consente di ottenere un’elevata efficienza energetica, poiché l’energia elettrica utilizzata serve principalmente ad “azionare” il sistema, mentre la maggior parte del calore prodotto proviene da fonti rinnovabili.

Proprio per questa caratteristica, le pompe di calore sono considerate impianti ad alta efficienza e a ridotto impatto ambientale, in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di progressiva eliminazione degli impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili.

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Le principali tipologie di pompe di calore

Le pompe di calore non sono tutte uguali: si differenziano in base alla fonte di energia da cui prelevano il calore e al sistema di distribuzione utilizzato all’interno dell’edificio. Questa distinzione è fondamentale per scegliere la soluzione più adatta alle caratteristiche dell’immobile e al contesto climatico.

Pompe di calore aria-aria

Sono le più semplici e diffuse. Prelevano il calore dall’aria esterna e lo trasferiscono direttamente all’aria degli ambienti interni, funzionando in modo simile a un climatizzatore. Hanno costi di installazione contenuti e tempi di posa rapidi, ma risultano meno efficienti nei climi particolarmente rigidi.

Pompe di calore aria-acqua

Utilizzano l’aria esterna come fonte di energia e trasferiscono il calore all’acqua dell’impianto di riscaldamento. Sono tra le più utilizzate nelle abitazioni, perché possono alimentare impianti a pavimento, radiatori a bassa temperatura e produrre acqua calda sanitaria. Rappresentano una soluzione equilibrata tra efficienza, costi e versatilità.

Pompe di calore geotermiche (terra-acqua)

Sfruttano il calore del sottosuolo tramite sonde verticali o orizzontali. Garantiscono rendimenti molto elevati e costanti durante tutto l’anno, ma comportano costi di installazione più elevati e la necessità di autorizzazioni specifiche per gli scavi.

Pompe di calore acqua-acqua

Prelevano energia termica da falde acquifere o da corpi idrici superficiali. Sono estremamente efficienti, ma poco diffuse a causa dei vincoli normativi, della disponibilità delle risorse idriche e delle autorizzazioni richieste.

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Vantaggi e svantaggi delle pompe di calore

L’adozione di una pompa di calore comporta numerosi vantaggi, ma richiede anche una valutazione attenta di alcuni aspetti tecnici ed economici. Comprendere pro e contro è essenziale per capire se questo tipo di impianto rappresenti davvero la soluzione più adatta al proprio immobile.

I principali vantaggi

Uno dei benefici più rilevanti è l’elevata efficienza energetica. Le pompe di calore riescono a produrre più energia termica rispetto all’energia elettrica consumata, riducendo sensibilmente i costi di esercizio nel medio-lungo periodo. Inoltre, utilizzando fonti rinnovabili, contribuiscono alla diminuzione delle emissioni di CO₂ e all’abbandono progressivo dei combustibili fossili.

Un altro vantaggio importante è la versatilità: un unico impianto può garantire riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e produzione di acqua calda sanitaria. Questo aspetto le rende particolarmente adatte sia alle nuove costruzioni sia agli interventi di ristrutturazione orientati al miglioramento dell’efficienza energetica.

Gli svantaggi da considerare

Il principale limite è rappresentato dal costo iniziale di installazione, generalmente superiore rispetto a quello di una caldaia tradizionale. Inoltre, le prestazioni ottimali si ottengono soprattutto in edifici ben isolati e dotati di impianti a bassa temperatura, come il riscaldamento a pavimento.

Va poi considerata la dipendenza dall’energia elettrica: in assenza di un impianto fotovoltaico o di tariffe vantaggiose, i costi possono variare in base all’andamento del prezzo dell’energia. Infine, alcune tipologie di pompe di calore richiedono spazi esterni adeguati o autorizzazioni specifiche.

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Pompe di calore e normativa: cosa dice la legge oggi

Negli ultimi anni il quadro normativo sulle pompe di calore è cambiato in modo significativo, spingendo sempre di più verso l’abbandono degli impianti alimentati esclusivamente da combustibili fossili. La direzione è chiara: favorire soluzioni ad alta efficienza e basate su fonti rinnovabili, soprattutto negli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia rilevante.

Dal punto di vista edilizio, l’installazione di una pompa di calore rientra generalmente tra gli interventi di manutenzione straordinaria, poiché comporta la sostituzione o la realizzazione di un impianto tecnologico. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, è sufficiente una CILA, salvo situazioni particolari legate a vincoli paesaggistici, storici o a impianti geotermici che richiedono autorizzazioni specifiche.

Sul piano energetico, le pompe di calore sono pienamente coerenti con i requisiti previsti dal D.lgs. 199/2021 e con le direttive europee sulla prestazione energetica degli edifici. Inoltre, a partire dal 2025, la normativa fiscale ha escluso le caldaie uniche alimentate a combustibili fossili dalle principali agevolazioni, mentre restano agevolabili – tra le altre – le pompe di calore elettriche, quelle ad assorbimento a gas e i sistemi ibridi integrati.

Questo contesto normativo rende la pompa di calore una delle soluzioni più “future-proof”, cioè già allineate alle regole che diventeranno sempre più stringenti nei prossimi anni.

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Bonus Ristrutturazioni e pompa di calore: requisiti, spese ammesse e limiti

Il Bonus ristrutturazioni rappresenta uno degli strumenti fiscali più solidi e utilizzati per l’installazione delle pompe di calore negli edifici residenziali esistenti. L’agevolazione si applica quando l’intervento è qualificabile come manutenzione straordinaria, circostanza che ricorre nella maggior parte dei casi in cui si sostituisce un impianto di riscaldamento tradizionale con una pompa di calore più efficiente.

Percentuale di detrazione e limiti di spesa

Il bonus consente una detrazione Irpef fino al 50% delle spese sostenute, entro il tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare, da ripartire in 10 rate annuali di pari importo. Dal 2025 la normativa ha introdotto una distinzione importante: l’aliquota piena del 50% è riconosciuta in via prioritaria per gli interventi effettuati sull’abitazione principale, mentre per seconde case o immobili diversi la percentuale può essere ridotta.

Quali spese rientrano nel bonus

Rientrano nel Bonus ristrutturazioni non solo i costi di acquisto e installazione della pompa di calore, ma anche tutte le spese accessorie strettamente collegate all’intervento, come:

  • la rimozione e lo smaltimento del vecchio impianto;
  • le opere murarie necessarie all’installazione;
  • le spese di progettazione, direzione lavori e asseverazioni tecniche;
  • l’IVA, i diritti amministrativi e gli eventuali oneri comunali.

Questa ampia inclusione rende il bonus particolarmente vantaggioso rispetto ad altre agevolazioni più selettive.

Leggi anche: Riscaldamento e Bonus Ristrutturazioni: guida completa agli impianti detraibili

Chi può usufruirne

Possono beneficiare del Bonus ristrutturazioni i proprietari, i nudi proprietari, gli usufruttuari, gli inquilini e i comodatari, purché sostengano effettivamente la spesa e siano in possesso di un titolo valido sull’immobile. La detrazione spetta anche ai familiari conviventi, a condizione che risultino intestatari dei pagamenti.

Adempimenti da rispettare

Per non perdere il beneficio è fondamentale rispettare alcuni passaggi chiave:

  • eseguire i pagamenti tramite bonifico parlante, con indicazione della causale corretta;
  • conservare fatture, ricevute e documentazione tecnica;
  • presentare, se richiesta, la CILA o altro titolo edilizio idoneo;
  • indicare correttamente la detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Il Bonus ristrutturazioni non richiede il raggiungimento di specifici salti di classe energetica né l’invio di pratiche complesse, motivo per cui viene spesso scelto da chi desidera installare una pompa di calore con meno burocrazia e maggiore certezza fiscale.

Approfondisci: Bonus Ristrutturazione 2025-2026: la guida sulle aliquote i lavori ammessi

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Ecobonus e pompa di calore: requisiti tecnici, detrazioni e obblighi

L’Ecobonus è l’agevolazione fiscale specifica per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e rappresenta una delle opzioni più interessanti quando l’installazione della pompa di calore ha come obiettivo principale il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile. A differenza del Bonus ristrutturazioni, l’Ecobonus è più selettivo, ma offre percentuali di detrazione più elevate.

Percentuale di detrazione e limiti di spesa

Per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale con una pompa di calore ad alta efficienza, l’Ecobonus consente una detrazione Irpef del 65%, ripartita in 10 rate annuali di pari importo. Il limite massimo di spesa varia in base alla tipologia di intervento e alla potenza dell’impianto, ma è generalmente adeguato a coprire l’installazione di una pompa di calore in ambito residenziale.

Dal 2025, la normativa ha introdotto un principio fondamentale: le caldaie uniche alimentate a combustibili fossili non rientrano più nell’Ecobonus. Restano invece agevolabili le pompe di calore elettriche, le pompe di calore ad assorbimento a gas e i sistemi ibridi, purché rispettino i requisiti tecnici richiesti.

Requisiti tecnici da rispettare

L’accesso all’Ecobonus è subordinato al rispetto di precisi parametri di efficienza energetica, stabiliti dalla normativa nazionale. In particolare:

  • la pompa di calore deve raggiungere specifici valori di rendimento stagionale;
  • l’impianto deve sostituire un sistema di riscaldamento esistente;
  • è necessaria la certificazione delle prestazioni dell’impianto da parte di un tecnico abilitato.

Questi requisiti rendono l’Ecobonus più rigoroso rispetto al Bonus ristrutturazioni, ma garantiscono un reale miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Spese ammesse in detrazione

Anche con l’Ecobonus, rientrano tra le spese detraibili:

  • l’acquisto e l’installazione della pompa di calore;
  • la dismissione del vecchio impianto;
  • le opere accessorie strettamente funzionali all’intervento;
  • le spese tecniche, comprese asseverazioni e certificazioni energetiche.

Adempimenti obbligatori

Uno degli aspetti più delicati dell’Ecobonus riguarda gli adempimenti formali. Per ottenere la detrazione è necessario:

  • effettuare i pagamenti con bonifico parlante;
  • acquisire e conservare tutta la documentazione tecnica;
  • trasmettere i dati dell’intervento all’ENEA entro i termini previsti;
  • indicare correttamente la detrazione nella dichiarazione dei redditi.

Il mancato rispetto anche di uno solo di questi passaggi può compromettere l’accesso al beneficio.

Approfondisci: Ecobonus 2026: tutte le novità su detrazioni, requisiti e scadenze

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Quando conviene scegliere l’Ecobonus

L’Ecobonus è particolarmente indicato quando:

  • l’obiettivo principale è la riqualificazione energetica;
  • si installa una pompa di calore ad alta efficienza certificata;
  • si è disposti a gestire una burocrazia leggermente più articolata in cambio di una detrazione più elevata.

In questi casi, l’Ecobonus rappresenta una leva fiscale potente per ridurre in modo significativo il costo dell’intervento.

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Quando conviene installare una pompa di calore e quando no

La pompa di calore rappresenta una soluzione particolarmente vantaggiosa in molti casi, ma non è automaticamente la scelta migliore per ogni edificio. La sua convenienza dipende da una serie di fattori tecnici, energetici ed economici che devono essere valutati con attenzione prima dell’installazione.

In genere, le pompe di calore danno il massimo rendimento negli edifici ben isolati, dotati di cappotto termico, serramenti efficienti e impianti di distribuzione a bassa temperatura, come il riscaldamento a pavimento o i ventilconvettori. In questi contesti, i consumi elettrici restano contenuti e il comfort abitativo risulta elevato durante tutto l’anno.

Al contrario, negli edifici più datati e con scarso isolamento, l’installazione di una pompa di calore senza interventi sull’involucro può non garantire i risultati sperati. In questi casi, spesso è opportuno prevedere una riqualificazione energetica integrata oppure valutare sistemi ibridi, che combinano una pompa di calore con una caldaia a condensazione, soluzione ancora ammessa dalle agevolazioni fiscali.

Un ruolo chiave è svolto anche dall’eventuale presenza di un impianto fotovoltaico, che permette di ridurre sensibilmente i costi di esercizio e rende la pompa di calore ancora più conveniente nel medio-lungo periodo.

Leggi anche: Lasciare sempre accesi i termosifoni conviene davvero?

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Quanto costa riscaldare e raffrescare una casa di 90 mq: confronto tra pompa di calore e caldaia a gas

Per capire se una pompa di calore conviene davvero, è utile fare una stima realistica dei costi annui di riscaldamento e raffrescamento, confrontandoli con quelli di una caldaia a gas tradizionale. Prendiamo come esempio un’abitazione di circa 90 mq, occupata da una famiglia tipo, con un livello di isolamento “medio” (situazione molto comune nel patrimonio edilizio italiano).

Costi di riscaldamento con pompa di calore

In una casa di 90 mq con prestazioni energetiche nella media, il fabbisogno annuo di riscaldamento può essere stimato in circa 9.500–10.000 kWh termici. Utilizzando una pompa di calore con un rendimento medio stagionale (SCOP) pari a 3, l’energia elettrica realmente consumata si riduce a circa 3.200–3.400 kWh all’anno.

Tradotto in costi, il riscaldamento con pompa di calore comporta una spesa annua indicativa di 900–1.000 euro, valore che può scendere ulteriormente in presenza di un impianto fotovoltaico o di una casa ben isolata.

Costi di riscaldamento con caldaia a gas

Per la stessa abitazione, una caldaia a gas richiede mediamente 950–1.050 metri cubi di gas all’anno, considerando anche le perdite di rendimento tipiche degli impianti tradizionali. Con i prezzi medi del gas degli ultimi anni, il costo annuo del riscaldamento si colloca generalmente tra 1.100 e 1.300 euro, a cui vanno aggiunti i costi fissi della fornitura e la manutenzione obbligatoria della caldaia.

Il raffrescamento: un vantaggio esclusivo della pompa di calore

Un aspetto spesso sottovalutato è che la pompa di calore copre anche il raffrescamento estivo, funzione che una caldaia a gas non può svolgere. Per una casa di 90 mq, il consumo elettrico annuo per il raffrescamento si aggira mediamente tra 500 e 700 kWh, con una spesa di circa 150–200 euro all’anno, a seconda delle ore di utilizzo e del clima.

Con una caldaia a gas, invece, il raffrescamento richiede l’installazione di climatizzatori separati, con costi aggiuntivi sia di acquisto sia di gestione.

In sintesi:

  • la pompa di calore consente di riscaldare e raffrescare una casa di 90 mq con una spesa complessiva annua intorno a 1.050–1.200 euro;
  • la caldaia a gas, considerando solo il riscaldamento, porta spesso a costi simili o superiori, senza includere il raffrescamento estivo.

Questo significa che, soprattutto nel medio-lungo periodo e in presenza di bonus fiscali o fotovoltaico, la pompa di calore può risultare più conveniente e più completa rispetto alla caldaia tradizionale.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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