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Fotovoltaico e prevenzione incendi: obblighi, distanze e responsabilità

Nuove regole dei Vigili del Fuoco disciplinano progettazione, installazione e gestione degli impianti fotovoltaici, integrando sicurezza antincendio, valutazione del rischio e corretto inserimento negli edifici civili e industriali.

Fotovoltaico e prevenzione incendi: obblighi, distanze e responsabilità Fotovoltaico e prevenzione incendi: obblighi, distanze e responsabilità
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Negli ultimi anni gli impianti fotovoltaici hanno conosciuto una diffusione capillare su edifici civili, industriali e commerciali, diventando una presenza ormai strutturale nel panorama edilizio italiano. Questa crescita, tuttavia, ha portato con sé nuove criticità in termini di sicurezza antincendio, soprattutto quando gli impianti sono installati su coperture, facciate, pensiline o risultano “interferenti” con attività soggette ai controlli di prevenzione incendi.

Proprio per rispondere a queste esigenze, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha pubblicato, a settembre 2025, le nuove Linee guida di prevenzione incendi per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti fotovoltaici, aggiornando e sistematizzando le indicazioni tecniche già esistenti .

Ma quali impianti sono realmente interessati da queste regole? Quali obblighi ricadono su progettisti, imprese e proprietari? E soprattutto: il tuo impianto fotovoltaico è conforme alle nuove disposizioni o rischia di dover essere adeguato?

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Cosa sono le nuove linee guida dei vigili del fuoco sugli impianti fotovoltaici

Le Linee guida pubblicate a settembre 2025 dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco rappresentano un documento tecnico di riferimento fondamentale per la prevenzione incendi negli impianti fotovoltaici installati su edifici o a servizio di attività soggette ai controlli antincendio. Non si tratta di una nuova “attività soggetta” ai sensi del DPR 151/2011, ma di un insieme strutturato di criteri progettuali, costruttivi e gestionali che devono essere considerati ogni volta che un impianto fotovoltaico incide sulle condizioni di sicurezza antincendio preesistenti .

Il documento nasce dall’esigenza di aggiornare e coordinare le precedenti indicazioni tecniche alla luce dell’evoluzione tecnologica degli impianti, dell’introduzione diffusa dei sistemi di accumulo elettrochimico e della crescente integrazione architettonica dei moduli fotovoltaici negli edifici. Le linee guida forniscono quindi un supporto operativo a progettisti, tecnici antincendio e responsabili delle attività, individuando soluzioni idonee al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza senza imporre schemi rigidi, ma lasciando spazio alla valutazione del rischio e a soluzioni alternative equivalenti.

Un aspetto centrale del documento è infatti il richiamo esplicito alla valutazione del rischio di incendio: l’installazione di un impianto fotovoltaico viene considerata, nella maggior parte dei casi, una modifica significativa delle condizioni di sicurezza antincendio, tale da richiedere un’analisi tecnica puntuale e, se necessario, l’attivazione delle procedure previste dalla normativa di prevenzione incendi.

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Campo di applicazione delle linee guida: quali impianti rientrano e quali sono esclusi

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco definiscono con precisione l’ambito di applicazione, chiarendo fin da subito che non tutti gli impianti fotovoltaici sono soggetti alle stesse prescrizioni. Il documento si applica infatti agli impianti fotovoltaici con tensione nominale in corrente continua non superiore a 1.500 V, installati all’interno di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi oppure a servizio delle stesse, così come individuate dall’Allegato I del DPR 151/2011 .

Rientrano nel campo di applicazione anche gli impianti incorporati negli edifici con diversi livelli di integrazione architettonica, installati su coperture, facciate, chiusure d’ambito, nonché quelli collocati su pergole, tettoie e pensiline collegate agli edifici. Un aspetto particolarmente rilevante è l’estensione delle linee guida anche agli impianti fotovoltaici realizzati su pensiline indipendenti di parcheggi all’aperto o su strutture accessorie che, pur non essendo strutturalmente connesse all’edificio, risultano “interferenti” con l’attività soggetta. In questi casi, la vicinanza fisica o la possibilità di propagazione dell’incendio giustifica l’applicazione delle misure di prevenzione incendi.

Le linee guida individuano inoltre una serie di esclusioni esplicite, che delimitano ulteriormente il perimetro di applicazione. Sono esclusi:

  • gli impianti fotovoltaici a terra, non installati su edifici o strutture accessorie;
  • gli impianti plug & play;
  • gli impianti di potenza inferiore a 800 W;
  • gli impianti agrivoltaici posti a distanza superiore a 100 metri da edifici soggetti ai controlli antincendio;
  • gli impianti a concentrazione solare con strutture ad inseguimento.

È tuttavia importante sottolineare che, pur in presenza di queste esclusioni, il documento precisa come le indicazioni contenute nelle linee guida possano costituire un utile riferimento tecnico anche per impianti fotovoltaici installati in attività non soggette ai controlli di prevenzione incendi, rafforzando così il loro valore operativo e progettuale.

Leggi anche: Impianto fotovoltaico rimosso per il colore dei pannelli? Il TAR dice basta

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Gli obiettivi di sicurezza antincendio delle nuove linee guida

Uno dei punti centrali delle nuove linee guida dei Vigili del Fuoco è la chiara definizione degli obiettivi di sicurezza antincendio che devono guidare la progettazione, l’installazione e la gestione degli impianti fotovoltaici. Il documento parte da un presupposto fondamentale: l’installazione di un impianto FV costituisce, nella maggior parte dei casi, una modifica sostanziale delle condizioni di sicurezza antincendio preesistenti, con un potenziale aggravio del rischio incendio .

Secondo le linee guida, tale aggravio può manifestarsi in diverse forme. L’impianto fotovoltaico può infatti diventare una nuova sorgente di innesco, essere coinvolto direttamente nella propagazione di un incendio già in atto o favorire la trasmissione del fuoco dall’esterno verso l’interno dell’edificio. Inoltre, la presenza di pannelli, inverter e cablaggi può interferire con i sistemi di evacuazione dei fumi e del calore, ostacolare le operazioni di spegnimento o compromettere l’esodo degli occupanti e la sicurezza delle squadre di soccorso.

Alla luce di queste criticità, le linee guida individuano obiettivi di sicurezza ben precisi, che possono essere sintetizzati in quattro principi fondamentali:

  • ridurre la probabilità di innesco di un incendio da parte del generatore fotovoltaico o delle parti in tensione dell’impianto;
  • limitare la propagazione dell’incendio, sia attraverso i componenti dell’impianto sia tra l’impianto e l’edificio servito;
  • contenere le conseguenze dell’incendio su persone, beni e ambiente;
  • evitare che la caduta di parti dell’impianto o il gocciolamento compromettano l’esodo degli occupanti o l’operatività in sicurezza dei soccorritori.

La progettazione degli impianti fotovoltaici deve quindi essere sempre preceduta da una valutazione del rischio di incendio, nella quale il progettista è chiamato a dimostrare il raggiungimento di questi obiettivi. In tale ambito, il documento richiama anche la possibilità di fare riferimento a norme e documenti tecnici europei e internazionali, come il rapporto IEC TR 63226, dedicato alla gestione del rischio incendio degli impianti fotovoltaici sugli edifici.

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I componenti dell’impianto fotovoltaico rilevanti ai fini della sicurezza antincendio

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco individuano con precisione i componenti dell’impianto fotovoltaico che assumono rilevanza ai fini della sicurezza antincendio, sottolineando come ciascun elemento possa contribuire, se non correttamente progettato o installato, all’innesco o alla propagazione di un incendio .

In via generale, un impianto fotovoltaico è costituito dai moduli o pannelli fotovoltaici, con o senza strutture di sostegno, che rappresentano il generatore vero e proprio dell’energia elettrica. A questi si affiancano gli inverter, incaricati della conversione della corrente continua in corrente alternata, e i quadri elettrici di campo e di generatore, nei quali convergono le stringhe e sono installati i principali dispositivi di protezione.

Completano il sistema il gruppo di misura dell’energia prodotta, i cavi e i componenti elettrici di collegamento e i dispositivi di sezionamento di emergenza, fondamentali per la sicurezza delle operazioni di soccorso.

Un’attenzione particolare è riservata ai sistemi di accumulo dell’energia, sempre più diffusi negli impianti di nuova realizzazione. Le linee guida distinguono tra sistemi con batteria integrata nell’inverter e sistemi con batterie esterne, evidenziando come entrambe le soluzioni comportino specifiche criticità antincendio. Le batterie, in particolare quelle agli ioni di litio, possono infatti essere soggette a fenomeni di surriscaldamento incontrollato e incendio, rendendo necessaria una valutazione del rischio dedicata.

Il documento chiarisce inoltre che non rientrano nella definizione di sistemi di accumulo i dispositivi di continuità (UPS) destinati esclusivamente al funzionamento in emergenza in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica dalla rete. Questa distinzione è fondamentale per evitare interpretazioni errate e per individuare correttamente gli obblighi progettuali e gestionali applicabili.

Nel loro insieme, questi componenti devono essere considerati come parti di un sistema unitario, la cui sicurezza dipende non solo dalla qualità dei singoli elementi, ma anche dalla corretta integrazione con l’edificio e con le misure di prevenzione e protezione antincendio previste dalle linee guida.

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Sistemi di accumulo e rischio incendio: cosa prevedono le nuove linee guida

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco dedicano un’attenzione specifica ai sistemi di accumulo elettrochimico dell’energia associati agli impianti fotovoltaici, riconoscendoli come uno degli elementi a maggiore criticità sotto il profilo della sicurezza antincendio. La diffusione delle batterie, soprattutto negli impianti residenziali e nel settore commerciale e industriale, ha infatti introdotto nuovi scenari di rischio che richiedono valutazioni progettuali dedicate .

Il documento evidenzia come i rischi connessi ai sistemi di accumulo dipendano da molteplici fattori: la tipologia di batteria, la capacità di accumulo, la posizione di installazione e il contesto edilizio in cui il sistema è inserito. In particolare, le batterie agli ioni di litio, oggi le più utilizzate, presentano un rischio intrinseco legato al fenomeno del thermal runaway, che può portare a incendi violenti e a eventi esplosivi se non adeguatamente mitigato.

Proprio per questo motivo, le linee guida stabiliscono che, qualora sia prevista l’installazione di un sistema di accumulo a servizio di un impianto fotovoltaico, il progettista debba effettuare una specifica valutazione del rischio di incendio ed esplosione, in conformità a quanto previsto dal DM 7 agosto 2012. Tale valutazione non può essere generica, ma deve tenere conto delle reali condizioni di esercizio del sistema, delle caratteristiche delle batterie e dell’interazione con l’edificio e con le attività presenti.

A supporto di questa analisi, il documento richiama espressamente la circolare DCPREV del 23 dicembre 2024, contenente le linee guida di prevenzione incendi per i sistemi di accumulo di energia elettrica (BESS). Questo collegamento normativo rafforza l’approccio integrato alla sicurezza, chiarendo che gli impianti fotovoltaici dotati di accumulo devono essere progettati considerando l’intero sistema e non come una semplice somma di componenti indipendenti.

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Regola dell’arte e normativa tecnica di riferimento

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco ribadiscono con forza che la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti fotovoltaici devono avvenire nel rispetto della cosiddetta “regola dell’arte”. Questo principio, centrale nell’ambito degli impianti tecnologici, assume un ruolo determinante anche sotto il profilo della sicurezza antincendio, poiché consente di ridurre in modo significativo il rischio di guasti, surriscaldamenti e inneschi accidentali .

Il documento chiarisce che il rispetto delle norme tecniche emanate dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) costituisce presunzione di conformità alla regola dell’arte. In particolare, le norme di prodotto e di impianto richiamate nelle linee guida rappresentano il riferimento principale per garantire che i componenti utilizzati – dai moduli fotovoltaici agli inverter, fino ai dispositivi di protezione – siano idonei sotto il profilo elettrico e antincendio.

Accanto alla normativa CEI, le linee guida riconoscono valore anche alla normativa volontaria emanata da altri organismi di normazione nazionali ed europei, a condizione che assicuri un livello di sicurezza antincendio non inferiore a quello garantito dalle norme richiamate. In quest’ottica, il documento non impone soluzioni uniche e rigide, ma consente l’adozione di approcci alternativi purché adeguatamente motivati e documentati.

Un riferimento tecnico di particolare rilievo è il rapporto internazionale IEC TR 63226, dedicato alla gestione del rischio incendio degli impianti fotovoltaici installati sugli edifici. Questo documento può essere utilizzato come supporto metodologico per la valutazione del rischio e per l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione più idonee in funzione delle caratteristiche dell’impianto e del contesto edilizio.

Nel complesso, il richiamo alla regola dell’arte e alla normativa tecnica conferma l’impostazione delle nuove linee guida: non un semplice elenco di divieti, ma uno strumento operativo che responsabilizza progettisti e tecnici, chiamati a dimostrare la sicurezza dell’impianto attraverso scelte progettuali consapevoli e tecnicamente fondate.

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Modalità di installazione degli impianti fotovoltaici: BAPV, BIPV e impianti interferenti

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco introducono una classificazione chiara delle modalità di installazione degli impianti fotovoltaici, elemento determinante ai fini della valutazione del rischio incendio e dell’individuazione delle misure di sicurezza da adottare. La distinzione principale riguarda il grado di integrazione dell’impianto rispetto all’edificio, concetto che incide direttamente sulla possibilità di propagazione dell’incendio e sull’interferenza con le strutture edilizie .

Un impianto fotovoltaico viene definito “incorporato” quando i moduli o pannelli ricadono, anche solo parzialmente, nel volume delimitato dalla proiezione in pianta dell’edificio, comprensiva di aggetti e sporti di gronda. All’interno di questa categoria, le linee guida distinguono tra impianti BAPV (Building Applied Photovoltaics) e BIPV (Building Integrated Photovoltaics). Nel caso dei sistemi BAPV, i pannelli fotovoltaici sono applicati sull’involucro edilizio come elementi estranei, fissati meccanicamente o appoggiati a gravità, senza svolgere alcuna funzione costruttiva o architettonica. Diversamente, nei sistemi BIPV i moduli fotovoltaici sono integrati nell’edificio, sostituendo elementi della copertura o della facciata e assolvendo anche a funzioni di chiusura, protezione o finitura.

Accanto agli impianti incorporati, le linee guida individuano gli impianti non incorporati ma interferenti, ovvero quelli che, pur non essendo installati direttamente sull’edificio, risultano sufficientemente vicini da poter influire sulle condizioni di sicurezza antincendio. Rientrano in questa categoria, ad esempio, gli impianti su pensiline o strutture indipendenti collocate in prossimità di edifici soggetti ai controlli di prevenzione incendi, quando esiste la possibilità di propagazione del fuoco per irraggiamento o convezione termica.

Questa classificazione non ha un valore meramente descrittivo, ma costituisce la base per l’applicazione delle misure tecniche generali e specifiche contenute nelle linee guida. A seconda della modalità di installazione, infatti, variano le prescrizioni in materia di reazione e resistenza al fuoco, compartimentazione, distanze di sicurezza e operatività antincendio, rendendo essenziale una corretta qualificazione dell’impianto già in fase progettuale.

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Misure tecniche generali di prevenzione incendi per gli impianti fotovoltaici

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco dedicano un intero capitolo alle misure tecniche generali di prevenzione incendi, applicabili a tutte le modalità di installazione degli impianti fotovoltaici, indipendentemente dal grado di integrazione con l’edificio. Queste misure costituiscono la base della strategia antincendio, poiché mirano a ridurre a monte le cause che possono determinare l’innesco o l’aggravamento di un incendio .

Il principio cardine è che un impianto fotovoltaico correttamente progettato, installato e manutenuto secondo la regola dell’arte rappresenta di per sé una misura primaria di prevenzione incendi. Le linee guida richiamano quindi l’obbligo di rispettare non solo la normativa di impianto, ma anche la normativa di prodotto, con particolare riferimento alla conformità dei moduli fotovoltaici alle norme CEI EN IEC 61730, che disciplinano i requisiti di sicurezza costruttiva e le prove di qualificazione.

Un’altra prescrizione fondamentale riguarda l’ubicazione dell’impianto e dei suoi componenti. Le parti in corrente continua, inclusi i pannelli e gli inverter, non devono essere installate in ambienti nei quali possano formarsi atmosfere potenzialmente esplosive, come definito dal decreto legislativo 81/2008. Nei luoghi con pericolo di esplosione, eventuali componenti fotovoltaici devono rispettare le distanze di sicurezza previste dalle regole tecniche applicabili, al fine di evitare che l’impianto diventi una sorgente di innesco.

Le linee guida richiamano inoltre l’obbligo di coordinamento con il Codice di prevenzione incendi (DM 3 agosto 2015), qualora applicabile. In tali casi, devono essere rispettate le prescrizioni aggiuntive di sicurezza antincendio previste per gli impianti elettrici, con particolare attenzione alle sezioni dedicate agli impianti fotovoltaici e ai dispositivi di sezionamento di emergenza.

Nel loro insieme, queste misure tecniche generali costituiscono il livello minimo di sicurezza da garantire in ogni installazione. Esse rappresentano il punto di partenza su cui innestare le misure di protezione antincendio e le prescrizioni specifiche legate alle diverse modalità di installazione, che vengono sviluppate nei capitoli successivi delle linee guida.

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Aerazione, ventilazione e corretta installazione degli inverter

Tra i componenti più critici di un impianto fotovoltaico sotto il profilo della sicurezza antincendio, le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco individuano senza dubbio gli inverter e i dispositivi di conversione, poiché soggetti a surriscaldamento durante il normale funzionamento. Per questo motivo, il documento dedica indicazioni puntuali alle modalità di installazione, aerazione e ventilazione di questi apparati .

In via generale, le linee guida prescrivono che i componenti maggiormente suscettibili di riscaldamento debbano essere installati all’aperto oppure all’interno di compartimenti antincendio dedicati, aventi una resistenza al fuoco minima REI/EI 30. Tali compartimenti devono essere dotati di accesso diretto dall’esterno oppure, in alternativa, di porta tagliafuoco dal lato interno, con una classe di resistenza al fuoco non inferiore a quella dei compartimenti contigui. È invece esclusa l’installazione in locali chiusi di piccole dimensioni privi di adeguata circolazione d’aria, in quanto particolarmente esposti al rischio di surriscaldamento.

Un ulteriore aspetto fondamentale riguarda la corretta circolazione dell’aria intorno agli inverter. Le linee guida richiamano espressamente il rispetto delle distanze minime dagli ostacoli circostanti previste dai manuali di installazione dei produttori, sottolineando come una ventilazione insufficiente possa compromettere lo smaltimento del calore e favorire condizioni di funzionamento anomalo. In caso di installazioni multiple, viene inoltre raccomandato di evitare l’allineamento degli inverter sulla stessa verticale, per impedire che l’aria calda espulsa da un apparecchio investa direttamente quelli sottostanti.

Qualora non sia possibile garantire una ventilazione naturale adeguata, il documento prevede l’obbligo di adottare sistemi di raffrescamento o di estrazione forzata dell’aria, dimensionati in modo da assicurare il corretto funzionamento dei dispositivi anche in condizioni di carico elevato. Questa prescrizione assume particolare rilievo negli impianti di media e grande potenza, dove il contributo termico degli inverter può essere significativo.

Nel complesso, le indicazioni su aerazione e ventilazione confermano l’approccio prudenziale delle nuove linee guida, che mirano a prevenire l’incendio intervenendo sulle cause più frequenti di surriscaldamento e garantendo condizioni di esercizio sicure e controllate nel tempo.

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Misure di protezione antincendio: reazione e resistenza al fuoco

Accanto alle misure di prevenzione, le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco individuano una serie di misure di protezione antincendio finalizzate a limitare la propagazione dell’incendio e a ridurne gli effetti sull’edificio e sugli occupanti. Tra queste, assumono un ruolo centrale i requisiti di reazione e resistenza al fuoco dei materiali e delle strutture coinvolte nell’installazione degli impianti fotovoltaici .

Il criterio generale indicato dal documento è quello di evitare l’installazione di impianti fotovoltaici sopra o in adiacenza a superfici con comportamento al fuoco inadeguato. In caso contrario, l’impianto potrebbe fungere da innesco per l’incendio della copertura o della facciata, oppure favorire la propagazione del fuoco verso l’interno dell’edificio. Per questo motivo, la verifica delle prestazioni di reazione al fuoco delle superfici di appoggio e dei materiali interposti assume un’importanza decisiva già in fase progettuale.

Le linee guida precisano inoltre che, qualora i pannelli o gli inverter siano installati su strutture portanti o elementi edilizi, tali strutture devono essere dimensionate e verificate tenendo conto del carico permanente introdotto dall’impianto fotovoltaico. Questa valutazione deve essere coerente con le Norme Tecniche per le Costruzioni vigenti e deve considerare anche gli effetti indiretti di un eventuale incendio, come la perdita di resistenza dei materiali o la caduta di parti dell’impianto.

Per quanto riguarda in modo specifico gli inverter, viene richiesto che essi siano installati su strutture o supporti realizzati con prodotti classificati A1 per la reazione al fuoco, oppure che sia interposto uno strato continuo di materiale incombustibile con resistenza al fuoco almeno EI 30. È inoltre chiarito che tali prestazioni non devono essere compromesse dai sistemi di ancoraggio o dal passaggio di cavi e canalizzazioni.

Nel complesso, le misure di protezione antincendio relative alla reazione e alla resistenza al fuoco rappresentano un passaggio essenziale per garantire che l’impianto fotovoltaico non diventi un fattore di aggravio in caso di incendio, ma si integri in modo sicuro con le caratteristiche costruttive dell’edificio.

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Compartimentazione, vie di esodo e controllo di fumi e calore

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco affrontano in modo puntuale il tema della compartimentazione antincendio, delle vie di esodo e del controllo di fumi e calore, aspetti fondamentali per garantire la sicurezza delle persone e l’efficacia delle operazioni di soccorso in presenza di un impianto fotovoltaico .

Per quanto riguarda la compartimentazione, il documento stabilisce che i componenti dell’impianto fotovoltaico contenenti elementi combustibili, come i cavi elettrici, non debbano essere posati direttamente sopra elementi di separazione antincendio, quali pareti o solai tagliafuoco. Quando tale installazione non è evitabile, i cavi devono essere collocati su passerelle portacavi, adeguatamente distanziate dalla copertura o dalla facciata mediante supporti incombustibili, in modo da limitare la propagazione dell’incendio. Eventuali attraversamenti delle compartimentazioni devono inoltre garantire la tenuta al fuoco, nel rispetto delle prestazioni richieste.

Un altro principio inderogabile riguarda le vie di esodo. Le linee guida vietano espressamente l’installazione di pannelli, inverter o altri componenti dell’impianto fotovoltaico all’interno delle vie di fuga o nei luoghi sicuri, così come definiti dal Codice di prevenzione incendi o, in alternativa, dal DM 30 novembre 1983. Questo divieto è finalizzato a evitare che, in caso di incendio, la presenza dell’impianto possa ostacolare l’evacuazione degli occupanti o esporli a ulteriori rischi elettrici e termici.

Particolare attenzione è dedicata anche al controllo e all’evacuazione dei fumi e del calore. L’ubicazione dei pannelli fotovoltaici, delle condutture, degli inverter e dei quadri deve essere tale da non interferire con il corretto funzionamento dei sistemi di evacuazione fumi e calore (EFC), né con aperture non specificamente dedicate ma comunque utilizzabili per lo smaltimento dei prodotti della combustione, come lucernari, finestre o camini. L’impianto fotovoltaico non deve quindi compromettere l’efficacia delle strategie di protezione attiva e passiva previste per l’edificio.

Nel loro insieme, queste prescrizioni confermano l’obiettivo delle linee guida di integrare l’impianto fotovoltaico nel sistema di sicurezza antincendio dell’edificio, evitando interferenze con elementi essenziali per la salvaguardia delle persone e per l’intervento delle squadre di soccorso.

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Operatività antincendio: accessibilità, distanze e layout dei pannelli fotovoltaici

Uno degli aspetti più innovativi e operativi delle nuove linee guida dei Vigili del Fuoco riguarda le prescrizioni finalizzate a garantire la sicurezza e l’efficacia degli interventi antincendio in presenza di impianti fotovoltaici. Il documento sottolinea come la disposizione dei pannelli, dei cavi e degli altri componenti non debba mai ostacolare l’accesso, la movimentazione e le manovre delle squadre di soccorso .

In via generale, deve essere sempre garantito un agevole accesso ai componenti dell’impianto, compresi quelli installati in copertura, sia per le esigenze di manutenzione sia, soprattutto, per le operazioni di spegnimento. Quando il generatore fotovoltaico è costituito da un numero elevato di pannelli, le linee guida impongono una suddivisione in sottoinsiemi, ciascuno con dimensioni massime non superiori a 20 metri in ogni direzione. Tra un sottoinsieme e l’altro devono essere realizzati percorsi liberi, con larghezza minima di 2 metri, privi di qualsiasi componente dell’impianto ad eccezione dei cavi.

È inoltre previsto l’obbligo di mantenere una fascia libera di almeno 1 metro lungo il perimetro della copertura, così da consentire il passaggio in sicurezza degli operatori e limitare la propagazione dell’incendio verso il bordo dell’edificio. Analoghi criteri di distanziamento devono essere rispettati in prossimità di lucernari, finestre, evacuatori di fumo e calore (EFC) e impianti tecnici presenti in copertura, mantenendo una distanza minima di 1 metro per evitare che il calore o il gocciolamento possano compromettere la funzionalità di tali dispositivi.

Le linee guida forniscono indicazioni specifiche anche per configurazioni particolari, come le coperture a falda inclinata e le coperture a shed, nelle quali le distanze devono essere valutate in proiezione orizzontale e in relazione al fattore di vista tra pannelli e aperture. Per gli impianti installati in facciata, i pannelli devono essere suddivisi in sottoinsiemi di dimensioni più contenute, con limiti precisi in altezza e lunghezza, e separati da elementi incombustibili orizzontali sporgenti, al fine di limitare la propagazione verticale dell’incendio.

Il documento chiarisce infine che, in presenza di una specifica valutazione del rischio di incendio, è possibile adottare soluzioni distributive diverse da quelle standard, purché sia dimostrato il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza antincendio. Questo approccio conferma ancora una volta la centralità della progettazione consapevole e della responsabilità tecnica nel definire layout sicuri ed efficienti.

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Sezionamento di emergenza, dispositivi di protezione e segnaletica di sicurezza

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco attribuiscono un ruolo centrale ai dispositivi di sezionamento di emergenza, considerati essenziali per garantire la sicurezza delle squadre di soccorso e degli occupanti in caso di incendio. In presenza di un impianto fotovoltaico, infatti, la tensione può rimanere attiva anche in assenza di alimentazione dalla rete elettrica, rendendo indispensaria la possibilità di interrompere rapidamente tutte le sorgenti di energia .

Il documento stabilisce che ogni impianto fotovoltaico debba essere dotato di un dispositivo di sezionamento chiaramente identificabile, installato in posizione segnalata, protetta dall’incendio e facilmente accessibile ai soccorritori. Tale dispositivo deve consentire il sezionamento dell’impianto elettrico rispetto a tutte le fonti di alimentazione, compreso lo stesso generatore fotovoltaico. Per quanto riguarda l’ubicazione e le caratteristiche tecniche dei sezionatori, le linee guida rimandano alle norme CEI applicabili, in particolare alla CEI 64-8 e alla Guida CEI 82-25, nonché alle prescrizioni aggiuntive previste dal Codice di prevenzione incendi.

Accanto al sezionamento di emergenza, viene ribadito l’obbligo di dotare il generatore fotovoltaico di dispositivi di protezione adeguatamente dimensionati, in grado di proteggere l’impianto da sovracorrenti, guasti di isolamento, guasti in serie, sovratensioni di origine atmosferica o di manovra e, quando necessario, da correnti inverse sulle stringhe. Questi dispositivi rappresentano una barriera fondamentale per prevenire eventi incidentali che potrebbero evolvere in incendio.

Un ulteriore elemento di sicurezza riguarda la segnaletica, che assume un’importanza strategica soprattutto nelle fasi di intervento in emergenza. Le aree in cui è installato il generatore fotovoltaico, se accessibili, devono essere dotate di cartellonistica conforme alla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le linee guida indicano espressamente la dicitura da utilizzare, che deve avvertire della presenza di un impianto fotovoltaico in tensione durante le ore diurne, riportando il valore della tensione nominale. Inoltre, lungo i tratti di condutture in corrente continua, la segnaletica deve essere installata ogni 10 metri ed essere resistente ai raggi ultravioletti e agli agenti atmosferici.

Nel loro insieme, queste prescrizioni mirano a rendere l’impianto fotovoltaico immediatamente riconoscibile e gestibile in sicurezza anche in condizioni di emergenza, riducendo i rischi elettrici e migliorando l’efficacia delle operazioni di soccorso.

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Misure specifiche per le diverse tipologie di installazione

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco prevedono che, oltre alle misure generali, vengano applicate prescrizioni tecniche specifiche in funzione della tipologia di installazione dell’impianto fotovoltaico. Questo approccio riconosce che il rischio incendio varia sensibilmente a seconda che i pannelli siano installati in copertura, in facciata o integrati in strutture accessorie, e richiede quindi soluzioni differenziate e mirate .

Impianti BAPV installati su tetti e coperture

Nel caso di impianti fotovoltaici applicati sopra le coperture (BAPV), l’obiettivo principale è evitare la propagazione dell’incendio dal generatore fotovoltaico all’edificio. Tale condizione si considera soddisfatta quando i pannelli sono installati su coperture e strutture incombustibili, classificate in classe A1 di reazione al fuoco. In alternativa, è ammessa l’interposizione tra pannelli e piano di appoggio di uno strato continuo di materiale incombustibile con resistenza al fuoco almeno EI 30, esteso all’intera superficie interessata dall’impianto, con un margine aggiuntivo di sicurezza.

Le linee guida consentono inoltre soluzioni basate su una specifica valutazione del rischio di incendio, che tenga conto del comportamento al fuoco del sistema pannello–copertura nel suo complesso, secondo criteri e protocolli di prova riconosciuti. In questi casi, la posa in opera deve essere coerente con le condizioni di utilizzo effettive valutate in fase progettuale.

Impianti BAPV installati in facciata

Per gli impianti applicati in facciata, le prescrizioni mirano a prevenire sia la propagazione verticale dell’incendio sia la caduta di parti o il gocciolamento di materiali in caso di fuoco. Le linee guida richiedono che i pannelli siano installati su elementi di facciata incombustibili o che venga interposto uno strato continuo incombustibile con adeguata resistenza al fuoco. Particolare attenzione è richiesta negli edifici civili con altezza antincendio superiore a 12 metri, per i quali devono essere rispettati i criteri di sicurezza previsti per le facciate dal Codice di prevenzione incendi e dalle specifiche guide tecniche ministeriali.

Impianti BIPV e strutture accessorie

Nel caso di impianti BIPV, in cui i moduli fotovoltaici diventano parte integrante dell’involucro edilizio, i pannelli devono essere conformi sia alla normativa elettrica sia a quella edilizia e antincendio. Le linee guida richiedono specifiche prestazioni di reazione al fuoco e la compatibilità con i sistemi costruttivi adottati, soprattutto in edifici di maggiore altezza.

Per impianti installati su pergole, pensiline, tettoie, parcheggi e distributori di carburanti, il documento distingue tra soluzioni BAPV e BIPV. Quando i pannelli costituiscono l’unico elemento di copertura, è richiesta una classificazione di reazione al fuoco almeno B-s2, d0, mentre in altri casi la valutazione del rischio e la non interferenza con attività soggette diventano elementi determinanti.

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Manutenzione, verifiche periodiche e documentazione tecnica

Le nuove linee guida dei Vigili del Fuoco chiariscono che la sicurezza antincendio degli impianti fotovoltaici non si esaurisce nella fase di progettazione e installazione, ma deve essere garantita per l’intero ciclo di vita dell’impianto. Per questo motivo, il documento dedica specifica attenzione alle attività di manutenzione, verifica e gestione documentale, considerate parte integrante della strategia di prevenzione incendi .

Le attività di manutenzione devono essere svolte secondo quanto previsto dalla normativa tecnica applicabile e dalle istruzioni dei produttori dei singoli componenti. Tutti gli interventi effettuati sull’impianto fotovoltaico devono essere registrati nel registro dei controlli e delle manutenzioni, previsto per gli impianti e le attrezzature antincendio. Questo registro assume un valore fondamentale anche in sede di controllo da parte degli organi di vigilanza, poiché consente di dimostrare la corretta gestione dell’impianto nel tempo.

Le linee guida sottolineano inoltre l’importanza delle verifiche periodiche, finalizzate a individuare eventuali condizioni di degrado, danneggiamenti dei cavi, anomalie di funzionamento degli inverter o alterazioni delle prestazioni di sicurezza antincendio. Tali verifiche devono essere particolarmente accurate negli impianti installati in copertura o in facciata, dove l’esposizione agli agenti atmosferici può accelerare l’invecchiamento dei materiali.

Un ruolo centrale è attribuito anche alla documentazione tecnica, che deve essere completa, aggiornata e coerente con lo stato reale dell’impianto. Tra i documenti da conservare rientrano, a titolo esemplificativo, i progetti, le dichiarazioni di conformità, le certificazioni dei componenti, le valutazioni del rischio incendio e la documentazione relativa ai sistemi di accumulo, se presenti. In caso di modifiche o ampliamenti dell’impianto, la documentazione deve essere aggiornata di conseguenza.

Nel complesso, le prescrizioni su manutenzione e documentazione rafforzano il principio secondo cui la sicurezza antincendio non è un adempimento formale, ma un processo continuo, che richiede attenzione costante da parte del responsabile dell’attività, dei tecnici e dei manutentori.



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TAGS: antincendio, antincendio fotovoltaico, batterie, coperture, fotovoltaico, fuoco, impianti fotovoltaici, incendi, inverter, normativa, prevenzione, vigili

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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