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Codice dei Beni Culturali: cosa tutela e cosa prevede

Codice dei Beni Culturali: cosa tutela e cosa prevedeCodice dei Beni Culturali: cosa tutela e cosa prevede
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La Costituzione italiana prevede, all’art. 9, che debbano essere promossi lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Dispone inoltre che la Repubblica debba garantire la tutela:

  • Del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione;
  • Dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni;
  • Degli animali.

Per poter mettere in atto tali obblighi è stato istituito il Codice dei Beni Culturali.

Vediamo cosa tutela e cosa comprende.

Codice dei Beni Culturali: cosa comprende il patrimonio?

Il Codice dei Beni Culturali sancisce che la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale contribuiscono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio, nonché a promuovere lo sviluppo della cultura.

Per questo motivo, tutte le istituzioni (Stato, regioni, città metropolitane, province e comuni) sono tenute ad assicurare e sostenere la conservazione del patrimonio culturale, oltre a favorirne il pubblico utilizzo e la valorizzazione.

Anche tutti gli altri soggetti pubblici, così come i soggetti privati che possiedono dei beni appartenenti al patrimonio culturale, sono obbligati a garantirne la conservazione in conformità alle normative di tutela.

Il patrimonio culturale, nello specifico, è composto da:

  • Beni culturali, ovvero beni mobili e immobili di particolare interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico, bibliografico o altro pregio;
  • Beni paesaggistici, ai quali appartengono i beni immobili e le aree che costituiscono espressione di valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio, o di altro pregio.

Tutti i beni appartenenti al patrimonio culturale che siano di dominio pubblico – nel rispetto delle esigenze d’uso e delle normative di tutela – devono essere destinate per legge alla fruizione da parte della collettività.

Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale: cosa si intende?

Che siano pubblici o privati, i beni appartenenti al patrimonio culturale devono essere, da chiunque, tutelati e valorizzati.

In particolare, viene intesa come “tutela” la disciplina delle attività e l’esercizio delle funzioni – condotte con adeguate capacità e conoscenze – che siano mirati ad individuare i beni da tutelare, garantendone la protezione e la conservazione per fini di pubblica fruizione.

In tale ottica, l’esercizio delle funzioni di tutela include anche l’emanazione di provvedimenti che siano finalizzati a confermare e regolamentare diritti e comportamenti legati ai beni del patrimonio culturale.

Il concetto di “valorizzazione”, invece, consiste nel disporre discipline e attività che siano funzionali a promuovere e far conoscere il patrimonio culturale, assicurandone le migliori condizioni di utilizzo e di fruizione collettiva, anche a favore dei soggetti con capacità motorie o sensoriali ridotte o impedite.

Le attività di valorizzazione, in poche parole, sono finalizzate allo sviluppo della cultura, e mirano inoltre a promuovere e sostenere interventi necessari a garantire la conservazione del patrimonio culturale.

Per quanto riguarda solo i beni paesaggistici del patrimonio culturale, poi, la valorizzazione include anche:

  • La riqualificazione di immobili ed aree sottoposti a tutela, che siano compromessi o degradati;
  • La realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati.

Il Codice dei Beni Culturali specifica chiaramente che le attività di valorizzazione dovranno essere svolte sempre nel rispetto di tutti i principi di tutela.

Codice dei Beni Culturali: esperti professionisti e tutela indiretta

Le attività di tutela e valorizzazione non possono essere realizzate da chiunque, ma solo da professionisti competenti ad eseguire interventi sui beni culturali.

In particolare, si dispone che gli interventi operativi di tutela, protezione e conservazione dei beni culturali, e gli interventi relativi alla valorizzazione e alla fruizione degli stessi beni, devono essere affidati – secondo le rispettive competenze – ai seguenti professionisti:

  • Archeologi;
  • Archivisti;
  • Bibliotecari;
  • Demoetnoantropologi;
  • Antropologi fisici;
  • Restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali;
  • Esperti di diagnostica applicata ai beni culturali;
  • Esperti di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali;
  • Storici dell’arte.

Gli esperti dovranno essere chiaramente in possesso di formazione adeguata ed esperienza professionale.

L’attività di vigilanza dei beni culturali è di competenza dell’apposito Ministero. Se si tratta però di beni appartenenti a regioni o altri enti pubblici, il Ministero dei beni culturali può disporre delle attività di coordinamento ed intesa da svolgere in collaborazione con le regioni interessate.

Il Ministero ha anche la facoltà di predisporre delle attività di tutela indiretta. In particolare, può provvedere alla prescrizione di determinate distanze, misure o altre norme da rispettare per evitare che possa essere messa in pericolo la conservazione dei beni immobili.

Le prescrizioni di tutela indiretta sono finalizzate quindi a proteggere l’area circostante il bene culturale, per prevenire che:

  • Ne venga messa in pericolo l’integrità;
  • Ne sia danneggiata la prospettiva o la luce;
  • Ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro.

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TAGS: beni culturali, Codice dei Beni Culturali

Autore: Redazione Online

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