La Manovra 2026 ridisegna i bonus edilizi: restano ristrutturazioni, Ecobonus, Sismabonus e bonus mobili, ma con aliquote ordinarie, detrazione in dichiarazione e senza incentivi straordinari.

La Manovra di Bilancio 2026 segna un nuovo passaggio chiave per il mondo dell’edilizia e dell’efficienza energetica. Dopo anni di incentivi straordinari e misure emergenziali, il Governo mette mano ai bonus edilizi, ridisegnandone struttura, aliquote e perimetro di applicazione.
L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato contenere la spesa pubblica, dall’altro riportare le agevolazioni fiscali su un terreno di maggiore stabilità e prevedibilità.
Ma cosa succederà concretamente a ristrutturazioni, Ecobonus, Sismabonus e bonus collegati se la Manovra verrà approvata? Quali incentivi resteranno davvero convenienti nel 2026 e quali, invece, cambieranno volto?
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| Bonus edilizio | Confermato nel 2026 | Aliquota | Modalità di fruizione | Note principali |
|---|---|---|---|---|
| Bonus ristrutturazioni | Sì | Ordinaria | Detrazione IRPEF | Nessuna cessione del credito |
| Ecobonus | Sì | Ridotta | Detrazione IRPEF/IRES | Incentivo selettivo |
| Sismabonus | Sì | Ordinaria | Detrazione IRPEF | Addio agevolazioni straordinarie |
| Bonus mobili | Sì | Ordinaria | Detrazione IRPEF | Solo se legato a ristrutturazioni |
Sommario
Se la Manovra di Bilancio 2026 verrà approvata nella sua formulazione attuale, il bonus ristrutturazioni resterà operativo, ma con un impianto ormai definitivamente ricondotto a un regime ordinario. L’articolo 9 della manovra conferma infatti le detrazioni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, senza rilanci straordinari né ritorni alle percentuali elevate del passato.
Nel concreto, la detrazione continuerà ad applicarsi alle spese sostenute per lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ma con aliquote ridotte rispetto agli anni del Superbonus e con la piena conferma della fruizione in dichiarazione dei redditi, suddivisa in più quote annuali.
Non sono previste riaperture generalizzate dello sconto in fattura o della cessione del credito, che restano limitate a casi residuali già disciplinati dalla normativa vigente.
Il messaggio della Manovra è chiaro: il bonus ristrutturazioni non viene cancellato, ma diventa uno strumento strutturale e prevedibile, pensato più per accompagnare interventi programmati che per stimolare una corsa ai lavori. Una scelta che incide sia sui proprietari di immobili, chiamati a valutare con maggiore attenzione la sostenibilità economica degli interventi, sia sulle imprese edili, che dovranno operare in un mercato meno drogato dagli incentivi ma anche più stabile nel tempo.
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Advertisement - PubblicitàCon la Manovra di Bilancio 2026, l’Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici viene confermato, ma profondamente ricondotto entro binari di maggiore sostenibilità finanziaria. L’articolo 9 della manovra non introduce nuovi strumenti, ma interviene per razionalizzare le detrazioni esistenti, riducendo progressivamente la generosità degli incentivi rispetto agli anni passati.
Gli interventi agevolabili restano quelli già noti – come la sostituzione degli impianti di climatizzazione, l’isolamento dell’involucro edilizio e il miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili – ma la logica cambia. Il beneficio fiscale viene infatti mantenuto esclusivamente come detrazione IRPEF o IRES, spalmata su più anni, senza la possibilità di trasformarlo in liquidità immediata tramite cessione del credito o sconto in fattura, salvo limitate eccezioni già previste dall’ordinamento.
La scelta del legislatore punta a favorire interventi realmente programmati e sostenibili, scoraggiando operazioni speculative e lavori avviati unicamente per intercettare il bonus. In questo contesto, l’Ecobonus perde la funzione di leva straordinaria per il rilancio economico e assume quella di incentivo stabile, destinato soprattutto a chi intende migliorare l’efficienza energetica nel medio-lungo periodo, anche in vista degli obiettivi europei sulla riduzione dei consumi e delle emissioni.
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Advertisement - PubblicitàAnche il Sismabonus rientra nel perimetro dell’articolo 9 della Manovra di Bilancio 2026, con un’impostazione che segue la linea già tracciata per gli altri bonus edilizi: continuità normativa, ma senza incentivi eccezionali. Le detrazioni per gli interventi di messa in sicurezza antisismica degli edifici vengono confermate, ma definitivamente sganciate dalla stagione dei maxi-sconti e delle percentuali maggiorate.
Gli interventi agevolabili restano quelli finalizzati alla riduzione del rischio sismico, sia su singole unità immobiliari sia su edifici condominiali, ma il beneficio fiscale si colloca su aliquote ordinarie, fruibili esclusivamente tramite detrazione in dichiarazione dei redditi.
Non sono previste proroghe o riattivazioni generalizzate dei meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura, che avevano caratterizzato il periodo del Superbonus, contribuendo però a un forte impatto sui conti pubblici.
La Manovra, in sostanza, riconosce l’importanza strategica della prevenzione sismica, ma la inserisce in un quadro di programmazione di lungo periodo, dove l’incentivo fiscale non è più sufficiente, da solo, a determinare la decisione di intervenire. Una scelta che potrebbe rallentare alcuni interventi, soprattutto nei territori ad alta vulnerabilità, ma che risponde alla volontà del Governo di rendere il sistema dei bonus compatibile con gli equilibri di bilancio.
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Advertisement - PubblicitàIl bonus mobili viene confermato anche nel 2026, ma senza alcun rafforzamento o ampliamento rispetto all’impianto già noto. La Manovra di Bilancio, attraverso l’articolo 9, mantiene l’agevolazione come misura strettamente collegata agli interventi di ristrutturazione edilizia, ribadendo che il beneficio spetta solo a chi realizza lavori agevolati sull’immobile.
La detrazione continua ad applicarsi all’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all’arredo dell’immobile ristrutturato, nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla normativa vigente e con fruizione esclusivamente tramite detrazione IRPEF in più quote annuali. Non sono previste proroghe straordinarie, né aumenti dei tetti di spesa, né – soprattutto – forme di monetizzazione immediata del beneficio.
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Il messaggio della Manovra è chiaro: il bonus mobili resta uno strumento accessorio e complementare, pensato per accompagnare interventi edilizi già avviati, non per incentivare consumi autonomi. Una scelta che riduce l’effetto espansivo della misura, ma ne garantisce la continuità in un quadro normativo più stabile e coerente con l’obiettivo di contenimento della spesa pubblica.
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