Manovra 2026 tra conferme e tagli: bonus edilizi ridimensionati, prima casa esclusa dall’ISEE, stretta sugli affitti brevi e nuovi incentivi per imprese e investimenti.

La Legge di Bilancio 2026 è diventata definitiva dopo l’approvazione finale della Camera dei deputati, che ha chiuso un iter lungo e politicamente complesso. Il via libera parlamentare arriva in un contesto economico delicato, segnato anche dall’erogazione dell’ottava rata del PNRR da parte della Commissione europea, pari a 12,8 miliardi di euro. La Manovra interviene su numerosi ambiti strategici, ma alcune misure avranno un impatto diretto e rilevante sul settore edilizio, sul mercato immobiliare e sulle famiglie.
Di seguito un’analisi chiara e operativa delle principali disposizioni, con particolare attenzione a casa, bonus edilizi e strumenti fiscali.
Sommario
Sul fronte dell’edilizia, la Manovra 2026 conferma un quadro ormai orientato alla progressiva razionalizzazione degli incentivi. Il bonus ristrutturazioni resta al 50% per gli interventi sull’abitazione principale, mentre per le seconde case e gli altri immobili l’aliquota scende al 36%. Una scelta che consolida la distinzione tra prima casa e patrimonio immobiliare a uso investimento.
Le risorse destinate al Piano Casa risultano però ridimensionate: 110 milioni di euro per il 2026 e 100 milioni per il 2027, a fronte di uno stanziamento inizialmente più ambizioso. Un segnale che impone attenzione nella programmazione degli interventi, soprattutto per gli enti locali e l’edilizia residenziale pubblica.
Elemento di forte interesse per tecnici e proprietari è l’apertura agli immobili condonati, che potranno accedere ai bonus edilizi. Una misura che amplia la platea dei beneficiari ma che richiederà verifiche puntuali sulla regolarità urbanistica e catastale degli immobili.
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Advertisement - PubblicitàImportanti novità arrivano anche sul versante della fiscalità immobiliare. La cedolare secca sugli affitti brevi resta al 21% per il primo immobile, ma sale al 26% per il secondo. Dal terzo immobile, invece, l’attività viene considerata a tutti gli effetti impresa, con conseguenze rilevanti in termini fiscali e contributivi.
Si tratta di una stretta che punta a contenere la rendita immobiliare speculativa e a riequilibrare il mercato delle locazioni, soprattutto nelle grandi città e nei centri turistici.
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Advertisement - PubblicitàUna delle misure più rilevanti per le famiglie riguarda l’esclusione della prima casa dal calcolo dell’ISEE, entro limiti di valore ben definiti. Nelle grandi città – tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo – il tetto massimo è fissato a 200.000 euro. Negli altri Comuni, il limite scende a 91.500 euro, incrementabile di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al primo.
Questa modifica amplia l’accesso a bonus e prestazioni sociali, incidendo indirettamente anche sul mercato immobiliare e sulle politiche abitative locali.
Advertisement - PubblicitàDal 2026 entra in vigore il taglio dell’Irpef sul secondo scaglione: l’aliquota scende dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro. Il beneficio medio annuo può arrivare fino a 440 euro e riguarda circa 13,6 milioni di contribuenti.
Per i rinnovi contrattuali è prevista una flat tax al 5% sugli aumenti per redditi fino a 33.000 euro, mentre i premi di produttività saranno tassati all’1%. Misure che puntano a sostenere il potere d’acquisto senza incidere eccessivamente sul costo del lavoro.
Advertisement - PubblicitàLa Manovra introduce nuove risorse per il sistema produttivo, con effetti anche sul comparto delle costruzioni. Dal 2026 torna l’iperammortamento per investimenti in beni strumentali “made in UE”, valido fino al 30 settembre 2028. Vengono inoltre rifinanziati il credito d’imposta Transizione 5.0, la Zes unica per il Sud, la Nuova Sabatini e i Contratti di sviluppo.
Particolarmente rilevante per il settore edilizio è la maggiorazione degli ammortamenti per i beni funzionali alla trasformazione digitale, che crescerà progressivamente fino al 2028, incentivando l’innovazione tecnologica nelle imprese di costruzione e negli studi tecnici.
Advertisement - PubblicitàDal 2026 non sarà più possibile anticipare la pensione di vecchiaia cumulando più rendite di previdenza complementare. Inoltre, l’età pensionabile aumenterà gradualmente tra il 2027 e il 2028. Sul fronte aziendale, si amplia la platea delle imprese obbligate a conferire il TFR al fondo Inps, coinvolgendo progressivamente anche quelle con 40 dipendenti entro il 2032.
Scatta inoltre l’adesione automatica alla previdenza complementare per i neoassunti, con possibilità di recesso entro 60 giorni.
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