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Riscaldamento elettrico e Conto Termico 3.0: cosa puoi detrarre

Il Conto Termico 3.0 incentiva pompe di calore, sistemi ibridi e building automation, favorendo il riscaldamento elettrico efficiente in edifici pubblici e privati. Incentivi fino al 100%.

Riscaldamento elettrico e Conto Termico 3.0: cosa puoi detrarre Riscaldamento elettrico e Conto Termico 3.0: cosa puoi detrarre
Ultimo Aggiornamento:

Negli ultimi anni, l’interesse per i sistemi di riscaldamento elettrico è cresciuto in modo esponenziale, complici la spinta verso la decarbonizzazione, l’installazione diffusa di impianti fotovoltaici e le nuove normative europee sull’efficienza energetica. Ma quali tra questi impianti sono effettivamente incentivabili grazie al Conto Termico 3.0 in vigore dal 25 Dicembre 2025?

In questo articolo analizzeremo tutte le tipologie di riscaldamento elettrico che possono accedere agli incentivi, i requisiti da rispettare, le spese ammissibili e i soggetti che possono beneficiarne. Radiatori, pannelli a infrarossi, pompe di calore, pavimenti radianti elettrici: quali sono davvero compatibili con il nuovo decreto?

Ti sei mai chiesto se puoi sostituire il tuo vecchio impianto con uno elettrico e fartelo pagare (anche al 100%)? scoprilo leggendo oltre!

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Tutti i tipi di riscaldamento elettrico ammessi dal Conto Termico 3.0

Il Conto Termico 3.0, come aggiornato dal decreto del 7 agosto 2025, non incentiva direttamente tutti i sistemi elettrici di riscaldamento, ma solo quelli che rientrano in specifiche categorie e rispettano precisi requisiti tecnici. Il principio guida è sempre lo stesso: favorire soluzioni efficienti, automatizzabili e possibilmente alimentabili da fonti rinnovabili.

Ecco quali sono i sistemi elettrici incentivabili:

Pompe di calore elettriche (aria-aria, aria-acqua, geotermiche)

Le pompe di calore sono la soluzione elettrica principale promossa dal decreto. Possono essere utilizzate sia per il riscaldamento degli ambienti che per la produzione di acqua calda sanitaria, e godono di incentivi fino al 65% delle spese sostenute, elevabili al 100% per i Comuni sotto i 15.000 abitanti.

Sono ammesse:

  • Pompe di calore aria-aria (split e multisplit)
  • Pompe di calore aria-acqua
  • Pompe geotermiche
  • Pompe ibride (factory made) combinate con caldaia a condensazione

Condizione fondamentale: devono sostituire un impianto di climatizzazione invernale esistente e raggiungere le prestazioni minime previste negli allegati tecnici del decreto.

Sistemi di riscaldamento elettrico integrati in impianti di building automation

Il Conto Termico 3.0 incentiva anche l’installazione di sistemi di gestione e controllo automatico degli impianti elettrici e termici (building automation), che possono includere anche riscaldatori elettrici locali (es. termoconvettori) se integrati in sistemi intelligenti di regolazione.

Sono ammesse soluzioni che permettono:

  • Controllo remoto e regolazione automatica
  • Monitoraggio dei consumi
  • Programmazione oraria e termica

Attenzione: il semplice riscaldamento elettrico non controllato (es. stufette plug-in o convettori indipendenti) non è incentivabile.

Pavimenti radianti elettrici (solo se abbinati a pompe di calore)

I sistemi radianti elettrici a pavimento, pur essendo efficienti, non sono autonomamente incentivabili. Tuttavia, se installati come componente di un impianto con pompa di calore o in un progetto integrato con trasformazione dell’edificio in NZEB (Near Zero Energy Building), possono rientrare nel perimetro degli incentivi.

Riscaldatori elettrici per processi produttivi o serre

In ambito agricolo o artigianale, è possibile incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per processi produttivi (es. riscaldamento serre o ambienti di lavoro) se associata a pompe di calore o sistemi ibridi.

Sistemi non incentivabili

Non sono ammessi:

  • Radiatori elettrici a resistenza non efficienti
  • Stufe elettriche tradizionali
  • Pannelli a infrarossi non integrati in sistemi intelligenti
  • Sistemi mobili plug-and-play senza integrazione impiantistica

Il Conto Termico 3.0 è quindi chiaro: non tutto ciò che è elettrico è automaticamente incentivabile, ma solo ciò che rientra in una logica di efficienza energetica strutturata e sostitutiva di impianti meno performanti.

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Chi può accedere agli incentivi e quando si arriva al 100% del rimborso

Il Conto Termico 3.0 si rivolge sia al settore pubblico che a quello privato, con modalità differenti a seconda del tipo di soggetto e dell’intervento realizzato. Le amministrazioni pubbliche – come scuole, ospedali, uffici comunali, enti regionali, ex IACP, cooperative edilizie di abitazione e altri soggetti assimilati – hanno pieno accesso a tutte le misure incentivabili previste dal decreto.

In particolare, ai Comuni con meno di 15.000 abitanti viene riconosciuta una condizione particolarmente favorevole: l’incentivo può coprire fino al 100% delle spese ammissibili, a patto che gli interventi siano realizzati su edifici di proprietà pubblica e che siano rispettati tutti i requisiti tecnici stabiliti.

Anche i soggetti privati possono beneficiare degli incentivi, ma in maniera più selettiva. Hanno diritto all’agevolazione tutte le persone fisiche, imprese, professionisti e condomìni che effettuano interventi sugli immobili destinati ad uso terziario (come uffici, negozi, alberghi, capannoni) oppure su edifici residenziali, ma solo nel caso di installazione di impianti per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, come pompe di calore o solare termico. Il decreto esclude invece esplicitamente la possibilità di accedere all’incentivo per chi installa semplici radiatori elettrici non integrati in impianti ad alta efficienza.

Per rendere tutto più concreto, immaginiamo il caso di un privato proprietario di una villetta unifamiliare. Se decide di sostituire la vecchia caldaia a gas con una pompa di calore elettrica ad alta efficienza, integrandola eventualmente con pannelli solari per la produzione di acqua calda, può accedere all’incentivo previsto dal Conto Termico.

A condizione che l’immobile sia dotato di un impianto di climatizzazione invernale già esistente, che venga effettivamente dismesso, e che il nuovo sistema rispetti i requisiti minimi tecnici stabiliti dal decreto, il proprietario potrà ottenere un rimborso fino al 65% delle spese sostenute, erogato dal GSE in rate annuali o in un’unica soluzione se l’importo è contenuto.

Altri soggetti ammessi

Rientrano tra i beneficiari anche:

  • Enti del Terzo Settore (non economici)
  • Società in house
  • Cooperative sociali
  • Concessionari di servizi pubblici

Requisiti fondamentali

Per essere ammessi agli incentivi:

  • Gli edifici devono essere esistenti e dotati di un impianto di climatizzazione invernale preesistente;
  • Gli impianti sostitutivi devono rispettare i requisiti tecnici minimi indicati negli allegati del decreto;
  • I sistemi elettrici incentivati devono essere fissi, integrati, efficienti e controllabili;
  • Le spese devono essere documentate e sostenute da chi richiede l’incentivo (il “soggetto responsabile”).
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Spese ammissibili e durata dell’incentivo: quanto ti rimborsano e per quanto tempo

Una delle novità più apprezzate del Conto Termico 3.0 è la chiarezza con cui vengono elencate le spese rimborsabili e la modalità di erogazione degli incentivi. Capire cosa è incluso e quanto si può ottenere è fondamentale per valutare la convenienza di un intervento.

Cosa rientra tra le spese ammissibili?

Il decreto stabilisce che, per gli interventi legati al riscaldamento elettrico (es. pompe di calore, building automation, riscaldamento radiante integrato), sono incentivabili le seguenti voci di spesa:

  • Fornitura e installazione di:
    • Pompe di calore elettriche o ibride
    • Sistemi di contabilizzazione del calore
    • Componenti per la distribuzione (ventilconvettori, radiatori, pannelli radianti)
    • Sistemi di controllo intelligente (termostati, centraline, app, etc.)
  • Smontaggio e dismissione del vecchio impianto
  • Lavori elettrici e murari correlati all’intervento
  • Adeguamento degli impianti esistenti (idrico, elettrico)
  • Redazione di diagnosi energetiche e APE (Attestato di Prestazione Energetica)
  • Progettazione e direzione lavori
  • Spese IVA, se rappresentano un costo non recuperabile

In altre parole, viene coperta l’intera filiera dell’intervento, dalla progettazione all’installazione completa.

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Come e quando viene erogato l’incentivo?

L’incentivo viene erogato in rate annuali costanti, con una durata di 5 anni nella maggior parte dei casi. Solo in presenza di importi inferiori a 5.000 euro, è previsto un pagamento in un’unica soluzione.

Per esempio:

  • Se installi una pompa di calore da 8.000 € e ti spettano 4.800 € (60%), riceverai 960 € l’anno per 5 anni.
  • Se l’intervento è da 4.500 €, potresti ricevere tutto l’importo in un’unica tranche.

Quando si ottiene il 100%?

Come già accennato, solo i Comuni fino a 15.000 abitanti possono ottenere un rimborso del 100% delle spese ammissibili, senza rate, sempre che:

  • L’intervento sia realizzato su immobili di proprietà pubblica;
  • Le tecnologie impiegate rispettino tutti i requisiti tecnici previsti dal decreto.

L’impianto elettrico incentivato deve rimanere in funzione e conforme per almeno 5 anni. In caso di modifiche o rimozione anticipata, il GSE può revocare l’incentivo e richiedere la restituzione delle somme già erogate.



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TAGS: Building Automation, conto termico, conto termico 3.0, detrazioni impianti elettrici, efficienza energetica edifici, impianti termici rinnovabili, Incentivi GSE, pavimento radiante elettrico, pompe di calore, riscaldamento elettrico, sistemi ibridi

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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