Il Conto Termico 3.0 incentiva la sostituzione di impianti obsoleti con caldaie a biomassa efficienti, garantendo risparmio energetico, riduzione delle emissioni e contributi fino al 100% della spesa.

Con l’entrata in vigore del Conto Termico 3.0 si apre una nuova stagione di incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici. Tra le tecnologie maggiormente sostenute dal decreto spiccano le caldaie a biomassa, una soluzione sempre più diffusa per ridurre le emissioni e abbattere i costi energetici, soprattutto nelle zone montane e rurali.
Il decreto aggiorna i requisiti, introduce nuove semplificazioni e potenzia le soglie di incentivo per chi sostituisce vecchi generatori con impianti a biomassa più efficienti. I beneficiari includono sia soggetti privati che pubbliche amministrazioni.
Ma quali sono i requisiti tecnici da rispettare? Quali spese rientrano nell’incentivo? E come si presenta la domanda al GSE?
Continua a leggere per scoprirlo.
Sommario
Il Conto Termico 3.0, introdotto dal DM 7 agosto 2025, incentiva esclusivamente la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con caldaie a biomassa ad alta efficienza, escludendo quindi qualsiasi nuova installazione non collegata a una sostituzione. L’obiettivo è ridurre le emissioni inquinanti e migliorare l’efficienza energetica degli edifici, privilegiando soluzioni sostenibili e performanti.
Gli interventi ammessi riguardano tanto le abitazioni private quanto gli edifici pubblici, inclusi quelli gestiti da enti locali o società di servizi energetici (ESCo). È possibile intervenire su impianti destinati sia a singole unità abitative che a edifici condominiali o a strutture pubbliche anche con finalità diverse dal residenziale, purché la destinazione d’uso dell’immobile sia compatibile con le finalità del decreto.
Affinché l’incentivo sia concesso, il nuovo generatore deve rispettare rigorosi standard ambientali: tra questi, la classe 5 stelle secondo quanto previsto dal D.M. 186/2017, che certifica basse emissioni di particolato, CO, NOx e composti organici volatili. Inoltre, il combustibile utilizzato – come pellet, cippato o legna – deve rispondere a precisi criteri di qualità, definiti dalle norme UNI EN ISO 17225, al fine di garantire stabilità di prestazione e impatto ambientale contenuto.
Il decreto prevede premialità economiche per quegli interventi che si realizzano in contesti più sfavoriti dal punto di vista infrastrutturale o climatico. Se l’immobile si trova infatti in una zona climatica E o F – cioè aree caratterizzate da inverni lunghi e rigidi – o in zone non metanizzate, l’incentivo base può essere aumentato fino al 20%, proprio per favorire l’abbandono di combustibili fossili costosi e inquinanti come gasolio e GPL.
L’incentivo è quindi pensato per accompagnare una vera transizione energetica, sostenendo la diffusione di tecnologie pulite e valorizzando l’uso di risorse rinnovabili a filiera corta, in particolare nelle aree montane, appenniniche e interne.
Advertisement - PubblicitàPer accedere all’incentivo del Conto Termico 3.0, le caldaie a biomassa devono rispettare una serie di requisiti tecnici obbligatori. Tali requisiti garantiscono che l’intervento abbia un reale impatto in termini di efficienza energetica e riduzione delle emissioni.
Inoltre, il generatore deve essere installato da un tecnico abilitato, secondo la normativa vigente (DM 37/2008), e devono essere rispettate tutte le norme di sicurezza e conformità (es. marcatura CE, rispetto dei limiti emissivi locali, ecc.).
L’incentivo copre una quota percentuale della spesa sostenuta, che può arrivare fino al:
Il valore massimo incentivabile viene calcolato in base a:
In molti casi, l’incentivo può coprire diverse migliaia di euro, arrivando anche a oltre 20.000 € per impianti di media-alta potenza in zone montane non metanizzate.
Advertisement - PubblicitàIl Conto Termico 3.0 riconosce il rimborso di una serie di spese tecniche e materiali sostenute per la realizzazione dell’intervento, purché documentate e in regola con i requisiti del decreto.
Le spese devono essere sostenute successivamente alla data di accettazione della richiesta, oppure – nel caso di accesso tramite procedura semplificata – entro 60 giorni dalla conclusione dell’intervento.
La domanda va presentata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) tramite il portale dedicato. Sono previste due modalità:
È necessario caricare sul portale:
L’incentivo viene accreditato direttamente sul conto corrente del beneficiario, generalmente entro:
Il GSE può effettuare controlli documentali e in loco anche successivamente all’erogazione per verificare la corretta esecuzione dell’intervento.
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