Dal 15 ottobre partono i riscaldamenti in molte città. Il D.P.R. 74/2013 regola fasce climatiche, temperature, orari, manutenzioni e sanzioni per un uso corretto e sostenibile dell’energia.
Il 15 ottobre segna ogni anno un momento cruciale per milioni di famiglie italiane: torna la possibilità di accendere i termosifoni. Ma attenzione, non in tutta Italia: l’accensione degli impianti di riscaldamento segue un calendario preciso stabilito dal D.P.R. n. 74 del 2013, che suddivide il Paese in sei zone climatiche.
Da domani, quindi, potranno partire i riscaldamenti in gran parte del Nord e del Centro Italia, ma anche in alcune aree montane del Sud, come Potenza ed Enna, i capoluoghi più alti della penisola.
Alcune città come Cuneo, Belluno e Trento, classificate in Zona F, possono accendere il riscaldamento tutto l’anno senza alcuna limitazione. Ma per il resto del Paese valgono regole ben precise: orari da rispettare, temperature da non superare, obblighi di manutenzione e perfino sanzioni per chi non si adegua.
Quali sono queste regole? Come capire a quale zona climatica appartiene il proprio Comune? E cosa rischia chi non rispetta le disposizioni?
Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere.
Sommario
Il D.P.R. n. 74 del 16 aprile 2013 disciplina in modo chiaro l’utilizzo degli impianti di riscaldamento e raffrescamento in Italia. Il decreto definisce gli obblighi del responsabile dell’impianto (che può essere il proprietario, l’inquilino o l’amministratore condominiale) e impone:
Obiettivo del decreto è migliorare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre le emissioni inquinanti e promuovere comportamenti più sostenibili.
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Advertisement - PubblicitàL’Italia è suddivisa in sei zone climatiche (dalla A alla F) secondo i gradi-giorno, un valore che misura il fabbisogno termico annuo. Ecco il calendario completo:
Gli impianti possono essere attivi dalle 5:00 alle 23:00, con possibilità di distribuzione flessibile delle ore consentite.
Advertisement - PubblicitàChi accende i riscaldamenti al di fuori del periodo consentito o supera i limiti di temperatura rischia sanzioni fino a 3.000 euro. Le autorità locali possono effettuare ispezioni a campione per verificare la regolarità degli impianti e il rispetto delle disposizioni.
È obbligatorio tenere aggiornato il libretto di impianto e far eseguire i controlli di efficienza da tecnici abilitati, secondo le scadenze previste. L’omessa manutenzione può causare malfunzionamenti, consumi eccessivi e problemi di sicurezza.
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