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RET Regolamento edilizio tipo: cos’è, dove è valido e a cosa serve

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Il regolamento edilizio tipo è un regolamento valido in ambito edile per tutti i comuni presenti sul territorio italiano. L’obiettivo per il quale è stato introdotto, è quello di uniformare la normativa e semplificare il settore delle costruzioni e degli interventi di riqualificazione degli edifici.

Per la prima volta è stato introdotto nell’ordinamento italiano con il decreto legge Sblocca Italia e attraverso un iter lungo e complicato è stato recepito dalla quasi totalità delle regioni italiane.

Ma andiamo a scoprire nel dettaglio tutte le caratteristiche del regolamento edilizio tipo, dove effettivamente viene adottato e a cosa serve.

Cos’è il regolamento edilizio tipo

Con il regolamento edilizio tipo, introdotto con il decreto legge Sblocca Italia, è stata fatta un’operazione per uniformare sul territorio italiano le normative per quanto riguarda il settore edile. In particolare, nel decreto veniva prevista la possibilità fino al 18 aprile 2017 per tutte le regioni di poterlo recepire e quindi introdurre al posto dei locali regolamenti.

Un altro passaggio importante dal punto di vista istituzionale è stata l’intesa finalmente trovata il 20 ottobre 2016 tra governo, regioni e comuni per l’adozione del regolamento edilizio unico che poi in seconda battuta è diventato regolamento edilizio tipo. In pratica, lo Stato ha voluto definire un regolamento che permettesse alle regioni di avere un modello dal quale basarsi per i regolamenti regionali e locali.

Entrando maggiormente nel merito, ogni comune italiano ha la possibilità sia di conformarsi al regolamento edilizio tipo tenendo presente le proprie specificità che sono legate alla situazione idrogeologica e agli aspetti contingenti.

Perché il regolamento edilizio è diventato tipo e non più unico

Inizialmente questo regolamento è stato presentato come il regolamento edilizio unico. In seguito si è deciso di cambiarne il nome e farlo diventare regolamento edilizio tipo. Il motivo è legato alla difficoltà di intraprendere una normativa uniforme su tutto il territorio italiano non solo per questioni di natura politica, ma anche per le differenze dal punto di vista idrogeologico presenti sul territorio italiano, per cui per determinate costruzioni non sono necessari permessi e valutazioni tecniche differenti.

In realtà, con questa normativa il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha voluto mettere a punto 42 definizioni standardizzate che devono essere adottate da tutti i comuni che sono chiamati a uniformarsi in tal senso.

Per meglio dire, si tratta di un vero e proprio indice dove sono presenti diverse tematiche che vengono affrontate con linee guide ben specifiche che devono essere rispettate dai vari enti locali.

Dunque, la vera ragione per cui il regolamento è diventato tipo e non più unico è dovuta al fatto che c’è la possibilità di adattarlo per le esigenze specifiche di un determinato comune.

Quali sono i contenuti presenti nel regolamento edilizio tipo

Nel regolamento edilizio tipo vengono inseriti dei contenuti che devono fungere da base per gli enti locali nello sviluppo e redazione dei regolamenti locali che vengono effettivamente adottati per l’ambito edile. In particolare, vengono indicate le caratteristiche e i requisiti igienico-sanitari e di sicurezza che devono essere presenti per tutti gli interventi per questo settore.

Inoltre, nel regolamento sono indicati i criteri di accessibilità per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il che è indubbiamente un tema ancora piuttosto centrale visto che in diversi comuni italiani esistono barriere che non permettono di vivere al meglio la quotidianità e soprattutto la zona urbana.

Inoltre, ci sono le definizioni di tutti gli elementi costitutivi o di corredo delle costruzioni che devono essere eseguite sia in una zona periferica sia nella zona più centrale di una qualsiasi città italiana.

In aggiunta, il regolamento presenta al suo interno anche le misure necessarie per gli incentivi relativi agli interventi di riqualificazione energetica e strutturale di tutti gli edifici già realizzati e ormai datati. Misure come queste riguardano sia gli interventi che possono essere effettuati per consentire a un edificio di essere più virtuoso per quanto concerne l’efficienza e le prestazioni energetiche, sia per quanto riguarda l’installazione di impianti che sviluppano le energie rinnovabili, come ad esempio un impianto fotovoltaico o quello solare.

Infine, all’interno del regolamento ci sono anche tutte le misure attualmente previste per quanto riguarda la bioedilizia per zone periferiche e per centri storici.

In parole povere all’interno del regolamento edilizio tipo sono indicate una serie di norme che devono offrire una linea condivisa a livello nazionale per tematiche piuttosto importanti come l’introduzione della bioedilizia oppure degli interventi che devono essere incentivati e sostenuti affinché edifici ormai fatiscenti possono essere resi funzionali dal punto di vista antisismico e permettano all’interno di godere del giusto comfort, abbattendo i consumi energetici e di conseguenza l’inquinamento ambientale.

Con il regolamento edilizio tipo è stato possibile individuare una certa uniformità per quanto riguarda la distanza tra i fabbricati, l’altezza massima, la superficie utile, la superficie finestrata con i rapporti tra spazio e aria illuminata, la dimensione minima dell’unità immobiliare, la superficie lorda di pavimento, la dimensione minima dei vani abitabili, la documentazione e gli elaborati grafici necessari per ottenere un permesso di costruzione e tanto altro ancora. Tanti aspetti che possono sembrare ovvi, ma che in realtà nascondono tante problematiche italiane dovute a uno scenario molto frammentato dal punto di vista edile con diversi edifici che presentano difformità difficili da superare.

Che cosa sono le definizioni standardizzate

Parlando del regolamento edilizio tipo abbiamo introdotto il concetto di 42 definizioni standardizzate che dunque sono uniformi per tutti i comuni. Questo significa che tutti gli enti locali dovranno adottare questo genere di normative in maniera inderogabile e dovranno essere allegate al regolamento edilizio unico. Le definizioni standardizzate si sono rese necessarie in quanto sullo scenario territoriale italiano ci sono differenze inspiegabili e dannose per le definizioni che dovrebbero essere univoche. Tra l’altro, questo comporta delle difficoltà oggettive per gli operatori del settore e per i professionisti che devono fare i conti con scenari ben differenti a seconda di dove l’intervento edilizio venga effettuato.

Per dare un’idea della situazione che si è venuta a creare, la stessa descrizione di superficie coperta che dovrebbe essere universalmente adottata non solo in Italia ma in tutto il mondo prevede delle differenze sostanziali a seconda della città in cui la si va a leggere ossia a Bologna, Cagliari e Roma per esempio non coincide. Ci sono differenze non solo tra nord, sud e centro, ma anche all’interno a volte delle stesse regioni.

In virtù di queste grandi differenze che si sono presentate da un comune all’altro, è stato deciso di approvare il testo del regolamento in conferenza unificata e sono stati stabiliti anche dei criteri di libertà e dei movimenti che permettono ai comuni di intraprendere un percorso personalizzato soltanto su alcuni punti.

Questo significa che il regolamento edilizio tipo ha introdotto queste 42 definizioni standardizzate che devono essere adottate su tutto il territorio italiano all’interno di tutti i comuni, altrimenti il caos soprattutto dal punto di vista burocratico e progettuale sarebbe davvero molto alto.

Dove è valido il Regolamento edilizio tipo

Abbiamo sottolineato che tutte le regioni avevano come scadenza ultima per recepire il regolamento edilizio tipo il 18 aprile 2017. Tra l’altro, con questo genere di normativa si è cercato di uniformare il territorio italiano sotto questo punto di vista. Allo stato attuale delle cose ci sono ancora purtroppo delle differenze.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che questo regolamento edilizio tipo è previsto soltanto per le regioni che non abbiano uno statuto speciale. Nello specifico, hanno recepito il regolamento la regione Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Piemonte, Veneto, Abruzzo, Calabria, Marche, Toscana, Lombardia e Basilicata.

In pratica, tra le regioni che potevano effettivamente recepire il regolamento è rimasta fuori soltanto l’Umbria.

Tempistiche di attuazione

Nel triennio 2015-2017 l’attenzione del Governo è stata rivolta anche e soprattutto alla semplificazione della pubblica amministrazione e soprattutto dei regolamenti. L’approvazione del regolamento edilizio tipo è stato senza dubbio un momento molto importante perché con esso si è riuscito a uniformare il territorio italiano almeno per quanto riguarda le famose 42 definizione standard.

Tuttavia, anche in questo caso ci sono stati importanti ritardi per quanto riguarda l’attuazione del regolamento. Infatti, inizialmente era stato prevista l’approvazione entro il mese di novembre del 2015, mentre in realtà il 27 aprile del 2018 l’allora Ministro per la semplificazione Madia aveva ancora a che fare con questo genere di situazione in essere. I ritardi per i tempi di attuazione sono stati dovuti anche in virtù a una certa difficoltà nel trovare uniformità tra tutte le regioni italiane.

A tutto questo va sommato il fatto anche che per poter effettivamente essere utilizzato all’interno di un territorio regionale, il regolamento prevedeva un’approvazione attraverso delibera del Consiglio Comunale che dovrà essere depositato presso la segreteria del medesimo comune.

Inoltre, entro 30 giorni dal regolamento è stato possibile presentare osservazioni che possono essere sia approvate che respinte dal Consiglio Comunale. Successivamente il regolamento deve essere trasmesso alla regione e soltanto dopo l’approvazione di quest’ultimo ente e la pubblicazione sul relativo Bollettino Ufficiale, diventava a tutti gli effetti attivo. Insomma, un iter piuttosto complicato e lungo che prevedeva tantissimi passaggi sia a livello statale sia locale.

Perchè è stato istituito il Regolamento edilizio tipo e l’attività di monitoraggio

L’adozione del regolamento edilizio tipo prevista in virtù dell’intesa raggiunta nel giorno 20 ottobre 2016 tra Stato, Regioni e ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) rappresenta un importante passo in avanti nel quadro di una generale politica indirizzata alla semplificazione e unificazione in materie edilizie. Oltre ad offrire ai vari enti comunali una raccolta di normative sovraordinate dal punto di vista statale per fungere da riferimento, il regolamento edilizio tipo deve anche semplificare e uniformare la norma e gli adempimenti.

La volontà dello Stato è quella di permettere a tutti i cittadini presenti sul territorio di italiano, a prescindere dalla regione di residenza, di poter disporre di parità di trattamento.

Inoltre queste norme sono state emanate anche con l’obiettivo di incrementare la qualità degli edifici presenti sul territorio italiano soprattutto per quanto riguarda l’aspetto delle prestazioni energetiche e della sicurezza rispetto ad eventi calamitosi con particolare riferimento a quelli sismici. Tra l’altro, l’intesa raggiunta tra lo Stato, le amministrazioni regionali e quelle comunali, prevede anche una costante attività di monitoraggio sull’attuazione del regolamento edilizio.

L’attività di monitoraggio deve essere effettuata dal Governo, dalle Regioni e ovviamente dalle Amministrazioni comunali per avere riscontri circa l’attuazione del regolamento edilizio ed inoltre, sulla base degli esiti di questa attività di controllo, bisognerebbe anche procedere eventualmente, previo accordo tra tutte e tre gli enti chiamati in ballo, all’aggiornamento dello schema del regolamento edilizio tipo.

In pratica se dall’attività di monitoraggio ci si dovesse accorgere che una determinata normativa possa essere non funzionale alle esigenze dei cittadini e alla varietà morfologica e idrogeologica del territorio italiano, si potrebbero prendere in considerazione delle modifiche anche per quanto riguarda le definizioni uniformi.

Nel mese di luglio del 2017, il Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità Sostenibile, con un apposito decreto ministeriale, ha istituito il gruppo di monitoraggio che nello stesso mese ha avviato la propria attività capillare sul territorio con il contributo degli enti locali. Attraverso questo decreto è stato previsto un preciso procedimento che prevede due linee principali di azioni.

Una prima linea è basata soprattutto sull’accompagnamento al recepimento regionale mentre l’altra deve dare supporto alla fase di adeguamento dei vari regolamenti edilizi da parte delle Amministrazioni Comunali.

Tutto questo viene peraltro gestito attraverso con strumenti estremamente pratici ed in particolar modo con schede di rilevazione dell’implementazione del processo di adozione. Inoltre, periodicamente vengono organizzati degli incontri tra tecnici per effettuare un confronto su quello che sta accadendo sul territorio. Si utilizzano, in aggiunta, anche strumenti di comunicazione di vario genere e la mappatura dei tavoli di partenariato attivata a livello locale. Inoltre, è stata prevista anche la progettazione e realizzazione di forme di supporto all’attività delle Amministrazioni comunali anche ottimizzare lo scambio delle pratiche.

Insomma una serie di iniziative per monitorare l’adeguamento dei vari regolamenti regionali in termini edilizi e soprattutto per verificare l’efficacia di questi strumenti per consentire ai cittadini una semplificazione e una parità di trattamento a prescindere dalla regione di appartenenza.

Quali sono i documenti del Regolamento edilizio tipo

Sul sito del Ministero delle Infrastrutture delle Mobilità Sostenibili ci sono i documenti relativi all’adozione del regolamento edilizio tipo ed in particolare si può visionare l’intesa sottoscritta tra Stato, Regioni e amministrazioni comunali il giorno 20 ottobre del 2016.

Inoltre, sono presenti le normative specifiche di quanto previsto dal regolamento edilizio tipo.

Entrando maggiormente nel merito, l’Allegato 1 è lo schema di regolamento edilizio che prevede nella parte prima i principi generali e disciplina l’attività edilizia, e nella parte seconda si fa riferimento alle disposizioni regolamentari comunali in materia edilizia.

L’allegato A, invece, riporta le 42 definizioni uniformi. In questa sezione si possono trovare tutte le definizioni e gli acronimi con tanto di descrizione dettagliata che deve essere uniformemente riconosciuta sul territorio italiano. In particolare è presente la definizione di superficie territoriale, superficie fondiaria, indice di edificabilità territoriale, indice di edificabilità fondiaria, il carico urbanistico, le dotazioni territoriali, il sedime, la superficie coperta, la superficie permeabile, l’indice di permeabilità, l’indice di copertura, la superficie totale, la superficie lorda, la superficie utile, quella accessoria, la superficie complessiva e quella calpestabile.

Ci sono inoltre tante altre definizioni molto importanti per chi opera nel settore edile come ad esempio quella relativa all’altezza lorda, l’altezza del fronte, il volume totale o volumetria complessiva, l’altezza utile, il volume tecnico, l’edificio unifamiliare, la pensilina, la tettoia, la veranda e così via.

Infine sul sito del Ministero delle Infrastrutture è anche presente l’Allegato B che riporta la raccolta della normativa sovraordinate in materia edilizia aggiornata al 31 dicembre 2017. In questo allegato si parla di disciplina dei titoli abilitativi dell’esecuzione dei lavori e del certificato di conformità edilizia e agibilità. Il documento viene suddiviso in varie sezione a seconda dell’ambito in cui si sta operando con particolare riferimento all’edilizia residenziale e non residenziale.

Inoltre si parla di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, delle condizioni di efficacia dei titoli edilizi e altri adempimenti generali.

Nell’altra sezione invece vengono riportati i requisiti e presupposti stabiliti dalla legislazione urbanistica e settoriale che devono essere osservati dell’attività edilizia come limiti inderogabili di densità, altezza di distanza fra i fabbricati e ai confini. Inoltre, ci sono le fasce di rispetto stradali e rispetti ferroviari con tanto di rispetto cimiteriale e fasce di rispetto degli aeroporti e aerodromi. Tante casistiche che fanno riferimento alle tante possibili situazioni che si possono ritrovare nell’effettuare interventi di natura edile.

Nelle successive sezioni, inoltre, si parla di vincoli e tutele per quanto riguarda beni paesaggistici, beni culturali oppure di rischio idrologico e di vincolo idraulico. Ci sono poi tutte le normative tecniche relative ai requisiti igienico – sanitari, la sicurezza statica e normativa antisismica, le opere di conglomerato cementizio armato, l’eliminazione e superamento delle barriere architettoniche sia in ambito pubblico che privato, la sicurezza degli impianti, la prevenzione degli incendi, degli infortuni e tantissimo altro ancora.

Insomma con questi documenti presenti sul sito del Ministero delle Infrastrutture è possibile avere uno specifico schema da seguire per qualsiasi genere di intervento in ambito edilizio su tutto il territorio italiano e in particolare nelle regioni in cui il regolamento edilizio tipo è stato adottato.

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TAGS: definizioni, ministero infrastrutture, normativa, regolamento edilizio tipo, RET

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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