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ANAC: per ripresa, appalti digitali e controlli veloci

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In merito al rilancio del settore edile in seguito alla Fase 3 dell’emergenza Covid-19, tutti i maggiori esponenti si trovano d’accordo su un punto preciso: la necessità di semplificare le procedure burocratiche e quella di modificare il Codice degli Appalti.

Il dito viene puntato principalmente sui vincoli in materia d’appalti imposti da Raffaele Cantone, magistrato che è stato Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale AntiCorruzione) fino al 24 ottobre 2019.

Oggi è proprio l’ANAC, con il presidente Francesco Merloni, a proporre delle nuove idee per favorire la ripresa del settore edile. Soprattutto però, l’obiettivo è quello di revisionare il Codice degli Appalti, il più grande nemico dello sviluppo delle imprese.

ANAC, digitalizzazione appalti: tutti i vantaggi

L’accusa non è nuova per Cantone. Anche in passato egli è stato accusato di aver “complicato” ancora di più il Codice degli Appalti. La sua intenzione era quella di combattere la corruzione, questo è ciò che ha sempre sostenuto. Il problema però è ricaduto negativamente su tutti i contratti pubblici stipulati successivamente, le quali procedure sono diventate ancora più lente, macchinose e complicate.

Il modello a cui tutti aspirano oggi è quello del nuovo Ponte Morandi a Genova, la cui inaugurazione avverrà tra qualche settimana. Il nuovo viadotto infatti è stato progettato e costruito senza tener conto dei vincoli imposti dal Codice degli Appalti, ed è stato ricostruito in meno di 1 anno dopo il crollo rovinoso del 14 agosto 2018.

Ad oggi, secondo l’Anac, il modo migliore per rilanciare l’edilizia sarebbe quello di puntare sulla digitalizzazione e sulla riduzione delle tempistiche.

Nello specifico, l’Autorità crede che le gare d’appalto dovrebbero svolgersi interamente in maniera digitale, perché questo avrebbe numerosi vantaggi. Semplificazione, trasparenza, controlli potenziati, tutela della concorrenza, inviolabilità e segretezza delle offerte, monitoraggio continuo e tranciabilità delle operazioni.

Ma non solo. Affidando le procedure d’appalto al mondo digitale, si ridurrebbe notevolmente l’eventualità di commettere errori. Errori che sono puntualmente presenti in ogni contratto relativo alle opere pubbliche, e che comportano uno spreco di energie, tempo e tanto denaro.

Nuova norma per sbloccare grandi appalti

Per quanto riguarda invece la velocizzazione delle tempistiche per affidare gli appalti, l’ANAC introduce le seguenti proposte.

Nel caso di un aggiudicatario già esaminato con esito positivo in una procedura di gara, sarebbe necessario introdurre un intervallo di tempo prestabilito per poter verificare i requisiti per l’affidamento. Questo servirebbe ad eliminare tante procedure inutili e ripetitive.

Infine, l’Autorità propone anche l’istituzione di una nuova legge che consenta alle amministrazioni di sbloccare le procedure d’urgenza. Tale pratica infatti è già presente anche nell’attuale Codice degli Appalti. Questo consentirebbe una notevole velocizzazione delle manutenzioni, delle ristrutturazioni e delle costruzioni nel settore dell’edilizia sanitaria e scolastica, e anche nell’ambito di infrastrutture e viabilità.

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TAGS: anac, appalti digitali, burocrazia, codice appalti, coronavirus, covid 19, edilizia, fase 3

Autore: Redazione Online

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