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Flat tax: cos’è, come funziona e a chi conviene (la guida completa)

Flat tax: cos’è, come funziona e a chi conviene (la guida completa)Flat tax: cos’è, come funziona e a chi conviene (la guida completa)
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Il Governo Meloni negli ultimi mesi ha introdotto importanti novità fiscali, soprattutto per i lavoratori autonomi. Principalmente si parla della flat tax, una tassa piatta con aliquota unica al 15%. Un’imposta standard per professionisti e imprese forniti di specifici requisiti.

Con la nuova Legge di Bilancio e la riforma fiscale 2023 è prevista l’estensione di tale aliquota anche ad altre categorie di lavoratori.

Ma cos’è realmente la flat tax, come funziona, a chi conviene, quali sono i vantaggi, i requisiti e a chi è rivolta la tassa piatta incrementale 2023?

Nei seguenti paragrafi entreremo nel dettaglio per capire le caratteristiche di questo sistema fiscale agevolato.

Flat tax: cos’è

La flat tax o tassa piatta è un meccanismo fiscale che prevede solamente un’aliquota, da applicare ai diversi livelli reddituali. L’imposta fissa al 15% si contrappone al sistema progressivo di tassazione con aliquote crescenti e variabili in base ai diversi scaglioni di reddito. In altre parole, con la flat tax è prevista un’unica aliquota, quindi un appiattimento delle imposte da pagare da parte dei contribuenti.

Il principio cardine di questa tassa piatta è che essa non è calcolata sui redditi imponibili con un sistema progressivo, come ordinariamente accade, ma in modo fisso. Si tratta di un modello fiscale finito ripetutamente sotto la lente di ingrandimento, specie con il Governo Meloni.

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Fino all’anno scorso, la flat tax veniva applicata soltanto per chi rientrava in una soglia di ricavi fino a 65mila euro. Con la nuova Legge di Bilancio del 29 dicembre 2022, n. 197, dal 2023 il limite di ricavi per accedere alla tassa piatta del 15% è stato portato fino a 85mila euro. Un innalzamento della soglia di ricavi che estende la platea dei potenziali fruitori.

Flat tax: come funziona il regime agevolato

Il funzionamento della tassa piatta al 15% non è difficile da capire. Infatti, la flat tax viene applicata in maniera identica ad aziende e professionisti. La tassa è calcolata applicando l’aliquota fissa alla base imponibile. Il fine principale dei promotori della flat tax è sostituire il meccanismo di tassazione progressiva Irpef per scaglioni e aliquote con un’imposta identica per tutti i contribuenti.

Oggi la flat tax è in vigore nel sistema fiscale italiano soltanto per alcuni tipi di redditi. In particolare, la tassa fissa oggi interessa le imprese e i professionisti che fruiscono del regime forfettario.

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Per le startup, per i primi 5 anni, è applicabile un’aliquota del 5%, per passare poi a regime al 15%. Va anche ricordato che, con la flat tax applicata ai forfettari, non è prevista l’applicazione dell’IVA. La ratio per cui, diversamente da quanto accade con il regime ordinario, con quello forfettario non è prevista la possibilità di scaricare le spese dalle tasse.

Flat tax: requisiti per i forfettari

La tassazione semplificata con l’aliquota al 15% è rivolta soprattutto al regime forfettario. Dal 2023, per accedervi, i ricavi annui non devono superare il limite di 85mila euro. La tassa piatta oggi è pari al 5% per le attività nuove e al 15% per quelle già operative.

Sono esclusi da questo regime fiscale agevolato:

  • i non residenti in Italia;
  • i regimi IVA speciali;
  • gli autonomi e gli imprenditori che partecipano a società;
  • i soggetti che prevalentemente cedono i fabbricati;
  • i soggetti che nell’anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente superiori a 30mila euro;
  • chi svolge un’attività che è una continuazione del lavoro precedente.

Flat tax: vantaggi

L’introduzione della flat tax nel nostro Paese fin dagli inizi ha generato dei dibattiti molto accesi. I sostenitori della misura non hanno però dubbi sui benefici fiscali ed economici della tassa piatta. Per esempio, la semplificazione del sistema fiscale è uno dei principali vantaggi. Il sistema fiscale del nostro Paese è caratterizzato da tante aliquote, una complessità che rende più difficile l’operato dei contribuenti e anche della stessa Amministrazione Fiscale.

L’implementazione della flat tax porterebbe a una riduzione delle aliquote, a una semplificazione dei processi di calcolo e all’eliminazione delle tante deduzioni e detrazioni in vigore allo stato attuale. In sintesi, il meccanismo fiscale verrebbe semplificato notevolmente.

La riduzione delle imposte per i redditi medio/bassi è un altro punto a favore della flat tax. Siccome la tassa piatta prevede una sola aliquota per tutti i contribuenti, chi oggi paga in base a delle aliquote alte si avvantaggerebbe di una ridotta pressione fiscale. Inoltre, con una flat tax estesa, scomparirebbero le differenze tra le tassazioni dei redditi di capitali e dei redditi da lavoro.

In pratica, con l’estensione dell’aliquota unica verrebbe assicurata una certa equità tra le diverse categorie di reddito.

Flat tax: convenienza

Per capire l’effettiva convenienza della flat tax è necessario mettere a confronto la tassa piatta con l’imposizione Irpef nel regime ordinario di uguale fascia reddituale, associando poi le regole specifiche (deduzioni, detrazioni, IVA). L’effettivo vantaggio dipende quindi dal reddito. Poi bisogna considerare l’impatto sulla contribuzione e la disapplicazione IVA.

Confrontando le aliquote Irpef con la tassa al 15%, d’istinto verrebbe da dire come la flat tax convenga sempre agli imprenditori individuali e ai professionisti in alternativa al regime ordinario. Tuttavia i forfettari non beneficiano delle detrazioni e delle deduzioni stabilite per le persone fisiche. Secondo autorevoli stime, finora sono stati soprattutto i professionisti a fruire dei maggiori vantaggi, con benefici di alcune migliaia di euro l’anno. A seguire, ovviamente le imprese.

In linea generale quindi la flat tax conviene ai professionisti e alle imprese anche se, siccome la tassa piatta è un regime opzionale, va valutato con molta attenzione in funzione dell’attività effettuata.

Flat tax incrementale 2023

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto la flat tax incrementale prevista esclusivamente per l’anno in corso. Una misura rivolta ai titolari di Partita IVA esercenti attività d’impresa, professioni o arti diversi da quelli che applicano il regime forfettario di cui all’art. 1, commi 54 e seguenti, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190.

La flat tax incrementale fa parte del pacchetto fiscale della Legge di Bilancio 2023, insieme all’aumento fino a 85mila euro del limite di accesso al regime forfettario e ai premi di produttività.

Escluse dalla misura le persone giuridiche e chi esercita le attività d’impresa, professionale e artistica in forma collettiva. Possono dunque fruire del meccanismo di tassazione agevolato esclusivamente i contribuenti che svolgono le suddette attività in forma individuale. All’inizio si voleva estendere la flat tax anche ai lavoratori dipendenti ma l’ipotesi, almeno per il momento, è sfumata.

Con la flat tax incrementale per il 2023, in luogo alle aliquote per scaglioni reddituali Irpef, è possibile applicare un’imposta sostitutiva. Quest’ultima, pari al 15%, va calcolata su base imponibile, non maggiore a 40mila euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa e il reddito da lavoro autonomo determinato nell’anno 2023 e quello di importo più alto dichiarato dal 2020 al 2022. Il regime agevolato potrà interessare al massimo 40mila euro di imponibile, l’eccedenza eventuale sconterà l’Irpef in base agli ordinari criteri.

L’imponibile incrementale su cui è possibile applicare la tassa piatta al 15% si calcola quindi nel modo seguente:

  • differenza fra i redditi dell’anno 2023 e quello più elevato del precedente triennio;
  • alla suddetta differenza va poi applicata la franchigia del 5%, da calcolare sul reddito più elevato del triennio 2020-2022.

Sulla tassa piatta incrementale sono arrivate le prime indicazioni, non definitive però, con la bozza della circolare dell’Agenzia delle Entrate. Fino al 15 giugno 2023, con questa bozza è stata anche data agli interessati l’opportunità di trasmettere proposte e osservazioni di modifica.

Flat tax: conclusioni

Da molti anni la flat tax è una tematica scottante e oggetto di discussioni abbastanza accese tra le parti coinvolte. I rappresentanti dei partiti politici e i sindacati continuano a dibattere sull’estensione della tassa piatta al 15% ad altre categorie di lavoratori. I punti di vista dei sostenitori e degli oppositori sono molto contrastanti sui pro e i contro della misura.

Da una parte i sostenitori promuovono questa strada per arrivare alla semplificazione fiscale, all’equità tra i contribuenti e a una burocrazia meno complessa. Dall’altro lato gli oppositori esprimono preoccupazioni relativamente agli effetti sui redditi e all’equità del meccanismo fiscale. Si teme che la tassa piatta possa provocare un aumento delle diseguagliane sociali e una riduzione delle entrate statali.

In definitiva, l’estensione della flat tax ad altre categorie di contribuenti resta per ora una questione aperta e di non facile risoluzione. Una cosa è certa, le ultime novità riguardo alla flat tax sono state introdotte dalla nuova Legge di Bilancio, con l’innalzamento della soglia dei ricavi a 85mila euro per i forfettari e con la tassa piatta incrementale rivolta ai titolari di Partita IVA esercenti attività d’impresa, professioni o arti diversi da quelli che applicano il regime forfettario.

Al momento, la flat tax incrementale è prevista solo per il 2023.

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TAGS: aliquota unica, flat tax, flat tax incrementale, tassa piatta

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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