Chi ha un mutuo cointestato con il coniuge fiscalmente a carico può detrarre il 100% degli interessi se sostiene interamente la spesa e l’immobile è adibito ad abitazione principale.
Quando si parla di mutui e detrazioni fiscali, il confine tra ciò che è ammesso e ciò che non lo è può farsi sottile, soprattutto in presenza di particolari situazioni familiari. Un dubbio molto comune riguarda la possibilità di detrarre gli interessi passivi di un mutuo cointestato se uno dei due coniugi è fiscalmente a carico dell’altro.
Proprio su questo tema è intervenuta l’Agenzia delle Entrate rispondendo a un quesito pubblicato su FiscoOggi, il portale ufficiale dell’Amministrazione finanziaria.
La domanda posta dal lettore è la seguente:
“In caso di mutuo cointestato è possibile detrarre anche la quota di interessi del coniuge fiscalmente a carico?”
Una questione che, seppur apparentemente semplice, racchiude implicazioni fiscali importanti, in particolare quando si tratta di immobili destinati ad abitazione principale. Ma cosa prevede realmente la normativa in questi casi? E cosa ha chiarito esattamente l’Agenzia delle Entrate?
Scopriamolo insieme, paragrafo dopo paragrafo, per evitare errori nella dichiarazione dei redditi e sfruttare al meglio le agevolazioni previste dalla legge. Hai mai pensato che, pur sostenendo tutto il mutuo, potresti perdere parte della detrazione?
Sommario
La risposta dell’Agenzia delle Entrate pubblicata su FiscoOggi chiarisce un principio fiscale importante. In linea generale, ogni cointestatario di un mutuo ha diritto alla detrazione IRPEF solo per la propria quota di interessi. Non è quindi ammesso detrarre la parte spettante al coniuge o a un altro familiare, anche se questi è fiscalmente a carico.
Tuttavia, esiste un’eccezione prevista dalla normativa, specificamente legata ai mutui stipulati per l’acquisto della prima casa. In questi casi, se il mutuo è cointestato tra due coniugi e uno dei due è fiscalmente a carico dell’altro, la situazione cambia.
Se il coniuge non a carico ha effettivamente sostenuto l’intera spesa degli interessi passivi, può portare in detrazione il 100% degli interessi, compresa la quota che formalmente spetterebbe al coniuge a carico.
In sostanza, non conta solo l’intestazione del mutuo, ma anche chi ha realmente sostenuto l’onere economico. Questa possibilità, però, è circoscritta a una condizione ben precisa: che l’immobile sia destinato a “abitazione principale”, ovvero quella in cui il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente.
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Advertisement - PubblicitàPer beneficiare della detrazione completa sugli interessi passivi di un mutuo cointestato con il coniuge fiscalmente a carico, la legge impone una condizione imprescindibile: l’immobile oggetto del finanziamento deve essere destinato ad abitazione principale.
Ma cosa significa esattamente “abitazione principale”? In termini fiscali, si intende l’immobile nel quale il contribuente o i suoi familiari dimorano abitualmente, ovvero dove hanno stabilito la propria residenza e vivono in modo continuativo. Questo requisito non può essere interpretato in modo estensivo: la semplice proprietà o l’intenzione futura di abitare l’immobile non bastano per accedere alla detrazione.
È quindi fondamentale che, entro 12 mesi dalla stipula del mutuo, l’abitazione venga effettivamente adibita a residenza principale, salvo cause di forza maggiore documentabili (ad esempio ritardi nei lavori di ristrutturazione non imputabili al contribuente).
In assenza di questo requisito, decade la possibilità di detrarre anche la quota di interessi del coniuge fiscalmente a carico, anche se chi sostiene la spesa è uno solo dei due.
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Advertisement - PubblicitàImmaginiamo una coppia sposata: Marco e Laura. Decidono di acquistare una casa da adibire ad abitazione principale e accendono un mutuo cointestato. Tuttavia, Laura non lavora e risulta fiscalmente a carico di Marco, che è l’unico a percepire reddito e a sostenere effettivamente il pagamento delle rate del mutuo, comprensive di interessi.
In base alla regola generale, Marco potrebbe detrarre solo il 50% degli interessi passivi, cioè la sua quota di mutuo. Ma, trattandosi di mutuo cointestato tra coniugi per acquisto della prima casa e con Laura fiscalmente a carico, l’Agenzia delle Entrate consente a Marco di portare in detrazione il 100% degli interessi passivi pagati, a condizione che sia lui ad aver sostenuto interamente la spesa.
Supponiamo che in un anno Marco abbia pagato 2.000 euro di interessi sul mutuo: grazie a questa interpretazione, potrà detrarre il 19% di 2.000 euro, ossia 380 euro dalla propria IRPEF, anche se formalmente il mutuo è cointestato.
Questo esempio mostra chiaramente come la detrazione possa essere pienamente sfruttata anche in caso di doppia intestazione, purché si rispettino i requisiti previsti dalla normativa.
Advertisement - PubblicitàChi si trova in una situazione simile a quella descritta dovrebbe prestare attenzione a un aspetto fondamentale: la tracciabilità dei pagamenti. Infatti, per poter detrarre l’intero importo degli interessi passivi, anche per la quota del coniuge fiscalmente a carico, è necessario dimostrare di aver effettivamente sostenuto l’intera spesa.
Come farlo? La modalità più sicura è effettuare il pagamento delle rate dal conto corrente intestato esclusivamente al coniuge che detrae, oppure da un conto cointestato su cui però confluisce solo il reddito del soggetto fiscalmente attivo. Inoltre, è buona norma conservare:
In caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, sarà proprio questa documentazione a permettere di giustificare il diritto alla detrazione del 100% degli interessi. Ricordiamo che non basta la situazione familiare, ma è fondamentale anche poter dimostrare concretamente l’effettivo sostenimento della spesa.
In conclusione, conoscere questi dettagli può fare la differenza tra una detrazione sfruttata al massimo e una possibilità persa. Valutate bene la vostra situazione e, in caso di dubbio, affidatevi a un consulente fiscale.
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