Il Bonus Sicurezza consente una detrazione IRPEF del 50% per interventi su immobili residenziali volti a prevenire furti e aggressioni, con spese tracciabili fino a un massimo di 96.000 euro.
La sicurezza domestica è sempre più al centro delle preoccupazioni familiari, proprio per questo il Bonus Sicurezza si conferma una delle agevolazioni fiscali più interessanti per chi intende proteggere la propria abitazione da furti, effrazioni e altri atti illeciti. Questa misura rientra nel più ampio quadro delle detrazioni previste per la ristrutturazione edilizia ed è disciplinata dall’art. 16-bis del TUIR, che consente di portare in detrazione dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per l’adozione di specifici interventi di prevenzione.
Il bonus non è legato a interventi strutturali complessi o a progetti edilizi di ampia portata: può essere richiesto anche per semplici lavori di installazione o sostituzione di dispositivi come grate, porte blindate o sistemi di allarme.
Ma quali sono, nel dettaglio, i lavori ammessi? Quali documenti servono per ottenere la detrazione? E come funziona il pagamento per non perdere il beneficio?
Vediamolo insieme nei prossimi paragrafi.
Sommario
Il Bonus Sicurezza consente di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute per interventi finalizzati a prevenire atti illeciti da parte di terzi, come furti, rapine, aggressioni, sequestri di persona e ogni altro reato che comporti una lesione dei diritti tutelati dall’ordinamento. Il beneficio fiscale si applica solo agli interventi sugli immobili e non, ad esempio, alla stipula di contratti con istituti di vigilanza.
Ecco un elenco completo dei lavori ammessi:
In pratica, si tratta di qualunque opera che possa concretamente ostacolare l’accesso non autorizzato all’immobile o dissuadere eventuali intrusioni.
Un aspetto importante: la detrazione non spetta per l’acquisto di beni mobili (es. computer, telefoni o monitor), anche se collegati alla sicurezza, né per i servizi (es. vigilanza armata), poiché il beneficio riguarda esclusivamente gli interventi materiali sull’immobile.
Advertisement - PubblicitàPer usufruire del Bonus Sicurezza 2025, non è necessario presentare pratiche edilizie o ottenere permessi specifici, ma è fondamentale rispettare alcune condizioni ben precise. In particolare, il contribuente deve:
Per accedere alla detrazione, è sufficiente indicare le spese nella dichiarazione dei redditi, specificando i dati catastali dell’immobile e conservando i seguenti documenti:
I pagamenti in contanti, assegni o carte di credito non danno diritto alla detrazione. Il bonifico dev’essere bancario o postale, anche online, e tracciabile.
Per interventi su parti comuni condominiali, è necessario che l’amministratore rilasci un’apposita certificazione delle spese imputate al singolo condomino.
Leggi anche: Bonus Sicurezza Condominio: cos’è, quali interventi copre e chi può averlo
Advertisement - PubblicitàIl Bonus Sicurezza è destinato a tutti i contribuenti soggetti all’IRPEF, sia residenti che non residenti in Italia, a condizione che sostengano le spese e siano in possesso di un titolo idoneo sull’immobile.
Non solo i proprietari: possono richiedere la detrazione anche:
L’agevolazione si applica esclusivamente a immobili residenziali, anche rurali o accatastati come unità collabenti (F/2), e alle loro pertinenze (box, cantine, soffitte), purché situati nel territorio italiano.
Importante: la detrazione spetta anche se gli interventi sono eseguiti in proprio, ma solo per le spese relative ai materiali acquistati. In questi casi, la fattura deve essere intestata al contribuente che esegue i lavori.
Advertisement - PubblicitàIl Bonus Sicurezza rientra nel regime delle detrazioni fiscali per il recupero del patrimonio edilizio disciplinato dall’articolo 16-bis del TUIR. Per l’anno 2025, l’agevolazione prevede:
La detrazione viene suddivisa in 10 rate annuali di pari importo, e il beneficio fiscale si matura secondo il principio di cassa, ovvero nell’anno in cui viene effettuato il pagamento tramite bonifico bancario o postale specifico.
Facciamo un esempio pratico: Se nel 2025 spendi 10.000 euro per installare una porta blindata e un sistema d’allarme, potrai detrarre 5.000 euro in 10 anni, ovvero 500 euro all’anno da sottrarre direttamente dalle imposte dovute.
Ricorda: non è possibile cumulare il Bonus Sicurezza con altre detrazioni (come l’Ecobonus) per le stesse spese, ma puoi scegliere quella più vantaggiosa a seconda del tipo di intervento.
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Advertisement - PubblicitàPer ottenere davvero la detrazione del Bonus Sicurezza, bisogna prestare attenzione ad alcuni dettagli che, se trascurati, possono compromettere tutto il beneficio fiscale. Il primo punto critico riguarda il pagamento: non basta saldare la fattura, bisogna farlo con il bonifico parlante, cioè quello dedicato alle ristrutturazioni edilizie, dove devono essere indicati la causale corretta, il codice fiscale di chi detrae e la partita IVA dell’azienda.
Un altro errore comune è affidarsi a documenti generici: le fatture devono descrivere in modo chiaro gli interventi realizzati, specificando che si tratta di lavori per aumentare la sicurezza dell’abitazione. E attenzione: la fattura e il bonifico devono essere intestati alla stessa persona che richiede la detrazione, altrimenti il beneficio salta.
Va poi conservata tutta la documentazione, compresi i dati catastali dell’immobile e, se richiesto, eventuali atti che dimostrano il titolo di possesso o detenzione. Anche chi vive in condominio deve verificare che l’amministratore rilasci la certificazione corretta, con le spese imputate per ogni singolo condomino.
Infine, dal 2025 entra in gioco una nuova regola: chi ha un reddito superiore a 75.000 euro l’anno deve rispettare un limite massimo alle spese detraibili, calcolato in base alla composizione del nucleo familiare. Se rientri in questa fascia, sarà importante fare bene i conti prima di avviare i lavori.
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