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Come costruire una pergola

Come costruire una pergolaCome costruire una pergola
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L’angolo personale in giardino può essere più accogliente e tranquillo con questa pergola che protegge dagli sguardi e invita al relax.

La pergola in origine una loggia a giorno di pilastri e colonnine è uno degli elementi più decorativi in un giardino. Comoda e graziosa, costituisce un elemento di raccordo tra casa e natura e crea un angolo delizioso.

La pergola o pergolato indica in giardinaggio un elemento strutturale e decorativo di un giardino o di un orto, che costituisce un vano di passaggio ombreggiato foggiato a tunnel, sostenuto da pilastri; è inoltre costituito dal sovrastante reticolo di travi, trasverse e longitudinali che hanno la funzione di sostenere la vegetazione di piante, e che naturalmente hanno uno sviluppo tale da permettere la copertura della struttura stessa.

Il termine pergola infatti deriva dal tardo latino “pergere'”: sporgere, quindi sporgenza, applicazione.

Di norma la copertura è prevalentemente a forma di “tetto” piano o curvo, mentre le “pareti” sono spesso lasciate aperte.

È frequente l’accostamento di pergole a fabbricati, di cui la pergola costituisce spesso appendice, o parte sporgente, spesso a coprire terrazze, e a ottenerne l’ombreggiamento sia del piano di terrazza ma anche dei fronti del fabbricato.

IDEE PER LE PERGOLE

Per tutti coloro che possiedono un giardino, ma che non hanno ancora una pergola, ecco un buon motivo per costruirne una quest’estate, giacché con il semplice principio di pali e montanti è presto fatta. Per i montanti (nella illustrazione della pagina precedente sono sei, di cui solo quattro dotati di mensola e puntone) occorrono travi di legno a sezione quadrata di pino, abete o altra conifera.

I pali di questa pergola sono lunghi 240 cm e misurano in sezione 9,5 cm di lato; sono tagliati da legno di pino impregnato a pressione e piallato che, secondo quanto asseriscono i produttori, dura quanto la vita di una persona. Per ogni palo viene scavata con una vanga una buca di circa 60 cm.

Terminato il lavoro di sterro, che è il più faticoso, si riempiono le buche di cemento, inserendo contemporaneamente, in ogni buco, due ferri zincati piatti lunghi 60 cm (scanalati in basso) che dalla base di cemento debbono sporgere per circa 20 cm. Questa specie di « scarpa » per i montanti è bene farla preparare dal fabbro che potrà, cossi, praticare anche i fori necessari per fissare i pali.

Una volta indurito il cemento, si inseriscono i pali, precedentemente forati, tra i due ferri piatti alla distanza di circa 5 cm dal livello del cemento. Si infilano poi nei fori i bulloni filettati con testa esagonale che, con i dadi, fisseranno saldamente i montanti ai ferri.

Poi si « innalza » la mensola. Le traverse di legno a sezione quadrata destinate a collegare tra loro i pali dovrebbero avere lo stesso spessore di questi ultimi. Gli angolari zincati uniscono i pali alla capriata, senza dover ricorrere ai più complicati lavori di carpenteria. Le ali di queste ferramenta, larghe 9 cm e lunghe 10 cm, vengono fissate con speciali chiodi d’ancoraggio. Il collegamento in questo modo riesce veramente solido, benché sia solo « inchiodato D.

Le mensole destinate a sostenere le piante rampicanti si fanno tagliare da legno di pino a sezione rettangolare della misura di circa 10 x 7,5 cm. Le mensole dovrebbero essere lunghe 70 cm ed avere una scanalatura al centro (larga 7,5 cm e profonda 3 cm).

Le mensole poggeranno sulle traverse, facendo corrispondere le scanalature. Affinché le traverse non vengano abbattute dal vento, si fissano con chiodi lunghi o, meglio ancora, con viti. La distanza tra le singole traverse può variare, a piacere, da 30 a 50 cm.

Chi desiderasse riempire gli intervalli tra i pali, per proteggere l’angolo dagli sguardi indiscreti e dal vento, ha bisogno di elementi di collegamento tra i pali. Potrebbero essere, come in questo caso, degli schermi di strisce di piallaccio intrecciate che risultano solidi e decorativi allo stesso tempo.

Questi schermi non sono «banderuole malferme», bensì tralicci rigidi adatti proprio a piante rampicanti. Chi intende articolare e proteggere la pergola in modo più rustico, può avvitare tra una traversa e l’altra delle assicelle e tra queste fissarne altre verticalmente una vicina all’altra o in sporgenza. Dopo aver montato le parti in legno, la pergola necessita, infine, solo del tocco di «verde».

Questo lo creano i viticci e i rampi-canti. La poligolacea si arrampica rapida verso l’alto e la fioritura d’estate è bianca e profumata, ma d’autunno lascia cadere migliaia di foglioline. Questa è una delle ragioni per cui molte persone si separano ben presto da questo super-rampicante per pian-tare magari le eleganti clematidi (Clematis).

Queste piante danno fiori di diverso colore a seconda del tipo e del genere: rosa pallido, viola scuro o an-che rosso. Le clematidi si arrampicano e fioriscono sempre in direzione del sole, le loro radici, invece, amano l’ombra. Quindi, davanti alla loro base occorre piantare qualcosa che ripari dal sole. Chi ama il profumato caprifoglio deve sapere che si arrampica lentamente, ma con fermezza, anche sulle pergole. Altre piante adatte alla per-gola sono le rose rampicanti ed il glicine con i suoi grandi grappoli fioriti.

Uso architettonico

La pergola ha un uso importante per costituire un percorso coperto e ombreggiato ai viali di collegamento tra fabbricati diversi o per copertura di terrazzi. La condizione prevalentemente è quella di avere parzialmente o del tutto solo la parete a “tetto” coperta da vegetazione, in tal modo è permessa la ventilazione, ed è ammessa la visuale orizzontale.

La ventilazione è molto importante dal punto di vista funzionale, oltre che architettonico, dato che questa mantiene condizioni di salubrità alle piante, evitando ristagni di umidità e riducendo la incidenza di infestazioni patogene.

Uso pratico

In agricoltura la pergola è utilizzata soprattutto in viticultura, e ha come caratteristica l’utilizzo della esposizione alla luce solare nelle ore centrali del giorno, utilizzando l’ombreggiamento per la conservazione della umidità del suolo dove questa è carente, ed evitando le ustioni ai grappoli.

Un tipo particolare di pergola continua, ottimizzata per i trattamenti e le operazioni di conduzione è il tendone. In caso di copertura di viottoli, o di altre superfici alienate alla coltivazione, la copertura a pergola permette l’utilizzazione della radiazione solare incidente su superfici che altrimenti non sarebbero utilizzate. Negli ultimi anni si è assistito a una veloce evoluzione dei materiali utilizzati quali alluminio e pvc per la cosiddetta pergotenda.

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TAGS: decorazione, gazebo, giardino, pergola

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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