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Manovra 2026: cosa cambia per tasse, bonus casa, pensioni e famiglie

La Manovra 2026 introduce tagli IRPEF, nuova rottamazione cartelle, incentivi per imprese, congedi parentali retribuiti, più fondi alla sanità e proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa.

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La Manovra Finanziaria per il 2026 si avvicina al traguardo dell’approvazione definitiva, con un valore complessivo stimato in circa 16 miliardi di euro. Il Governo si prepara a varare un pacchetto articolato di interventi che spaziano dalla riduzione dell’IRPEF alle misure a sostegno delle famiglie, fino a nuove risorse per la sanità, incentivi alle imprese e riforme sul piano previdenziale.

Una manovra che prova a coniugare rigore e rilancio, all’interno di un contesto economico ancora fragile e soggetto a pressioni inflazionistiche, tensioni internazionali e vincoli europei.

Tra le novità più discusse figurano il taglio delle imposte sui redditi medi, la proroga del bonus ristrutturazioni e il congelamento (parziale) dell’età pensionabile. Grande attenzione anche al nuovo pacchetto per il congedo parentale e alle modifiche alla cosiddetta “rottamazione” delle cartelle esattoriali.

Quali saranno gli impatti reali per cittadini, lavoratori e imprese? Come cambieranno tasse, pensioni e sanità nei prossimi mesi?

Scopriamo insieme, punto per punto, tutte le misure previste nella Manovra Finanziaria 2026.

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Taglio IRPEF: meno tasse per i redditi medi

Uno dei pilastri della Manovra Finanziaria 2026 è la riduzione dell’IRPEF, una misura attesa e annunciata già nei programmi elettorali. L’obiettivo è alleggerire il carico fiscale sui redditi medi, considerati tra i più penalizzati dal sistema attuale.

Nel dettaglio, il governo intende intervenire sulla seconda aliquota IRPEF, abbassandola dal 35% al 33%. Una riduzione di due punti percentuali che si applicherà ai redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro annui. Si stima che il beneficio massimo per ciascun contribuente possa arrivare fino a 440 euro l’anno.

La misura ha un costo stimato di circa 2,5 miliardi di euro, inferiore rispetto alle ipotesi iniziali che prevedevano un’estensione fino ai redditi di 60.000 euro. In questo modo si punta a contenere l’impatto sui conti pubblici, senza rinunciare a un primo passo verso una riforma fiscale più ampia.

Il taglio dell’IRPEF viene presentato dal governo come un segnale concreto verso la classe media, in un contesto in cui il potere d’acquisto è messo sotto pressione dall’inflazione e dall’aumento del costo della vita.

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Pace fiscale: torna la rottamazione delle cartelle, ma con criteri più selettivi

Nel solco delle politiche fiscali già adottate negli anni passati, la Manovra 2026 prevede il ritorno della rottamazione delle cartelle esattoriali, una misura pensata per alleggerire il carico fiscale pregresso di determinati contribuenti, favorendo al tempo stesso il recupero di crediti da parte dello Stato.

Questa nuova edizione della rottamazione, tuttavia, si annuncia più selettiva. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiarito che l’accesso sarà riservato solo ai contribuenti “meritevoli”, identificati secondo criteri ancora da definire ma che potrebbero includere l’assenza di gravi inadempienze e la regolarità di comportamenti fiscali recenti.

Tra le novità principali:

  • Dilazione fino a 108 rate, cioè 9 anni, per chi aderisce alla rottamazione;
  • Rata minima di 50 euro, con possibile innalzamento a 100 euro per debiti di entità più contenuta;
  • Maggiore rigidità nei controlli per evitare abusi e garantire che il beneficio sia effettivamente rivolto a chi si trova in reale difficoltà.

Il ritorno della pace fiscale rappresenta, dunque, un tentativo di chiudere i conti con il passato senza aprire nuovi varchi all’evasione. Resta però il dibattito su quanto queste misure siano efficaci nel lungo periodo e se non rischino di premiare i meno virtuosi rispetto a chi ha sempre rispettato le scadenze fiscali.

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Bonus Casa: proroga selettiva per le ristrutturazioni, incognita mobili

Nel quadro degli interventi legati all’abitazione, la Manovra 2026 prevede la proroga del Bonus Ristrutturazioni al 50%, ma con un approccio più selettivo rispetto agli anni precedenti. L’obiettivo del Governo è concentrare le risorse su interventi considerati prioritari e su immobili destinati a prima casa, limitando così l’accesso agli incentivi per ristrutturazioni su seconde case o investimenti immobiliari.

Si tratta di un passo verso una razionalizzazione del sistema dei bonus edilizi, dopo le forti tensioni di bilancio generate dal Superbonus 110%. L’intento è quello di mantenere un incentivo utile per famiglie e piccole ristrutturazioni, ma evitando effetti distorsivi e costi insostenibili per le casse pubbliche.

Resta invece in sospeso il destino del Bonus Mobili, in scadenza alla fine del 2025. Al momento non ci sono indicazioni ufficiali sulla sua proroga. L’agevolazione, molto utilizzata per l’acquisto di arredi ed elettrodomestici in abbinamento a ristrutturazioni, potrebbe non essere confermata, in un’ottica di contenimento della spesa fiscale.

Questo scenario impone a cittadini e operatori del settore di valutare con attenzione i tempi per avviare interventi edilizi e acquisti agevolati, tenendo conto delle possibili modifiche normative in arrivo.

Leggi anche: Manovra 2025, Giorgetti frena gli sprechi: bonus casa solo per chi ne ha diritto

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IRES premiale e incentivi per l’innovazione: premiate le imprese che investono

Tra le misure rivolte al mondo produttivo, la Manovra 2026 conferma il rinnovo dell’IRES premiale, un’agevolazione fiscale introdotta nel 2023 e destinata alle imprese che reinvestono i propri utili in occupazione e innovazione.

Attualmente, l’IRES – l’imposta sui redditi delle società – è fissata al 24%. La misura premiale consiste in una riduzione dell’aliquota per quelle aziende che, invece di distribuire i profitti, li destinano alla crescita strutturale dell’azienda stessa e al potenziamento dell’organico.

Il costo dell’intervento è stimato tra i 400 e i 500 milioni di euro, e rappresenta uno strumento di politica industriale che punta a rafforzare la competitività delle imprese italiane, premiando chi scommette su ricerca, sviluppo e occupazione stabile.

Oltre alla proroga dell’IRES premiale, il Governo intende superare l’attuale programma “Transizione 5.0”, considerato poco incisivo. È allo studio un nuovo incentivo fiscale più snello e mirato, capace di stimolare gli investimenti in digitalizzazione, sostenibilità e innovazione tecnologica.

Queste misure vanno lette in un’ottica strategica: sostenere il tessuto imprenditoriale nazionale per rispondere alle sfide della competitività globale e dell’economia green, evitando il rischio di stagnazione industriale.

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Previdenza, congedi e sostegno alle famiglie: attenzione al lavoro e al benessere sociale

Un capitolo rilevante della Manovra 2026 riguarda il mondo del lavoro e le politiche sociali, con misure che toccano previdenza, congedi parentali e detrazioni per le famiglie. Obiettivo: costruire un sistema più equo e attento alle esigenze delle persone, in particolare lavoratori con figli e futuri pensionati.

Blocco selettivo dell’età pensionabile

Tra le misure più discusse c’è la proposta di sterilizzazione selettiva dell’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, legato agli indici ISTAT sull’aspettativa di vita. Il Governo valuta un meccanismo che consenta di bloccare l’innalzamento di tre mesi solo per alcune categorie.

Il blocco totale sarebbe riservato ai contribuenti che compiono 64 anni nel 2027, mentre per gli altri si ipotizza un sistema graduale e non universale, da definire in sede attuativa. La misura è sostenuta in particolare dalla Lega, che insiste sulla tutela dei lavoratori più anziani e fragili.

Congedo parentale retribuito all’80%

Per quanto riguarda il sostegno alla genitorialità, si conferma la volontà di estendere il congedo parentale facoltativo, con un’indennità pari all’80% dello stipendio per tre mesi, in aggiunta a quello obbligatorio già previsto.

Una misura che punta a favorire la natalità e a sostenere il difficile equilibrio tra lavoro e vita privata.

Detrazioni fiscali e quoziente familiare

Allo studio anche nuovi strumenti per il riequilibrio fiscale tra famiglie con e senza figli, tramite l’introduzione del quoziente familiare e agevolazioni mirate, in particolare per le madri lavoratrici. Il pacchetto ha un valore complessivo stimato tra i 500 milioni e 1 miliardo di euro, e potrebbe rappresentare un primo passo verso una più ampia riforma del sistema di welfare familiare.

Leggi anche: Quoziente familiare: cos’è e come funziona?

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Sanità pubblica: più fondi per assunzioni e riduzione delle liste d’attesa

Il sistema sanitario nazionale, messo a dura prova negli ultimi anni da pandemia, carenza di personale e lunghi tempi di attesa, torna al centro delle politiche pubbliche con un rafforzamento degli stanziamenti previsto nella Manovra Finanziaria 2026.

Secondo quanto anticipato dal Ministero della Salute, sono attesi 2,5 miliardi di euro aggiuntivi, che si sommano ai 4 miliardi già previsti dalla Legge di Bilancio dell’anno precedente. L’obiettivo dichiarato è duplice: potenziare le assunzioni di medici, infermieri e operatori sanitari, e snellire le liste d’attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici.

Il Governo punta a rendere più efficiente l’organizzazione delle strutture sanitarie pubbliche, rafforzando soprattutto i presìdi territoriali e le cure primarie, in linea con gli obiettivi del PNRR e con le richieste sempre più pressanti dei cittadini.

Se da un lato l’intervento rappresenta un segnale positivo, dall’altro restano le incognite sull’effettiva capacità di utilizzo delle risorse da parte delle Regioni, spesso frenate da vincoli di bilancio e burocrazia. Ma la direzione intrapresa sembra chiara: investire sul capitale umano e sulla qualità dei servizi, per ricostruire la fiducia nel Servizio Sanitario Nazionale.

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Contributo delle banche e difesa: risorse aggiuntive senza tagli al welfare

Tra le fonti di copertura della Manovra 2026 spicca il contributo atteso dal settore bancario, attraverso un intervento definito “concertato”. Si tratta di una possibile proroga dell’utilizzo delle DTA (Deferred Tax Assets), ovvero le attività fiscali differite, che consentono agli istituti di credito di trasformare in credito d’imposta le perdite fiscali pregresse.

Il gettito atteso da questa misura è di circa 2,5 miliardi di euro, e rappresenta una delle leve su cui il Governo punta per finanziare alcune delle spese previste senza introdurre nuove tasse per cittadini o imprese.

Sul fronte della difesa, il bilancio 2026 prevede uno stanziamento aggiuntivo di circa 3,3 miliardi di euro, pari allo 0,15% del PIL. Tuttavia, l’erogazione di queste risorse sarà subordinata all’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, attualmente in corso a livello europeo.

È importante sottolineare che l’aumento delle spese militari è stato presentato come non alternativo al finanziamento delle altre voci di bilancio, in particolare welfare e sanità. Una scelta che mira a soddisfare gli impegni internazionali in ambito NATO senza sacrificare i settori sociali, già sotto pressione.



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Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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