Cambia il volto della Legge di Bilancio 2026: il Governo punta su una manovra da 18 miliardi di euro, con interventi mirati per sostenere famiglie, lavoratori e imprese. Al centro del pacchetto economico ci sono la riforma dell’Irpef, con un alleggerimento della pressione fiscale sui redditi medi, e una revisione dell’ISEE che potrebbe modificare profondamente l’accesso a prestazioni e bonus.

Tra le novità più attese, anche la conferma delle detrazioni edilizie, lo stop all’aumento dell’età pensionabile per alcune categorie e misure di sostegno alla sanità pubblica.

Come cambierà il calcolo dell’ISEE? Chi beneficerà realmente del taglio dell’Irpef? E cosa c’è da sapere sulla proroga dei bonus per ristrutturare casa?

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Revisione dell’ISEE: esclusa la prima casa dal calcolo, cambia l’accesso ai bonus

Uno dei cambiamenti più rilevanti previsti dalla Manovra 2026 riguarda la riforma dell’ISEE, lo strumento che determina l’accesso a una vasta gamma di prestazioni sociali e agevolazioni fiscali. Il Governo intende escludere l’abitazione principale dal calcolo del valore patrimoniale, una misura che potrebbe alleggerire l’indicatore per molte famiglie italiane, migliorando l’accesso a bonus, sconti e servizi.

Accanto a questa modifica, è prevista anche una revisione delle scale di equivalenza, ovvero quei parametri che ponderano la composizione del nucleo familiare nel calcolo finale. Secondo le prime stime del Ministero dell’Economia, l’intervento genererà un impatto di circa 500 milioni di euro annui e punta a rendere più equo l’accesso alle prestazioni sociali, privilegiando i nuclei più vulnerabili.

Per molte famiglie, questa modifica potrebbe rappresentare una svolta concreta nell’ottenere il bonus asilo nido, le agevolazioni universitarie, o gli sconti sulle bollette. Ma resta da capire in che modo verranno bilanciati i nuovi criteri per evitare distorsioni e disparità tra nuclei simili.

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Bonus ristrutturazioni confermato: detrazioni prorogate anche per il 2026

Tra le buone notizie contenute nella Manovra 2026 c’è la proroga delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie, che continueranno a essere valide anche per tutto il prossimo anno. La misura conferma la detrazione del 50% per gli interventi sulle prime case e al 36% per le seconde case, mantenendo in vita uno degli incentivi più utilizzati dagli italiani per migliorare l’efficienza energetica, la sicurezza e il valore del proprio immobile.

Approfondisci: Bonus edilizi 2026: conferme, scadenze e opportunità

La decisione di estendere il bonus si inserisce in un contesto in cui il settore delle costruzioni gioca un ruolo chiave per la crescita economica, soprattutto in relazione all’occupazione e agli investimenti privati. Nonostante il graduale ridimensionamento del Superbonus, la conferma di questa agevolazione rappresenta un segnale di continuità e una leva concreta per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

Resta da capire se, nei prossimi mesi, il Governo metterà mano anche ad altri bonus edilizi come l’ecobonus o il sismabonus, oppure se si proseguirà su un percorso di semplificazione e razionalizzazione delle detrazioni.

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Imprese e investimenti: incentivi e crediti d’imposta nel triennio

La Manovra 2026 riserva particolare attenzione al tessuto produttivo italiano, con interventi mirati a sostenere gli investimenti e la crescita delle imprese, soprattutto in un momento di incertezza economica. Tra le misure più rilevanti spicca la maggiorazione del costo di acquisizione dei beni materiali ai fini dell’ammortamento, che permetterà alle aziende di beneficiare di un vantaggio fiscale concreto per investimenti in macchinari e tecnologie.

Sul piano territoriale, vengono potenziate le agevolazioni per le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS): nel triennio 2026-2028 sono previsti 100 milioni di euro di stanziamento, oltre alla proroga degli attuali crediti d’imposta. Rientra nel pacchetto anche la sterilizzazione della plastic e sugar tax, prorogata fino al 31 dicembre 2026, per evitare nuovi aggravi sui consumi e sulla filiera produttiva.

Infine, viene rifinanziata la misura «Nuova Sabatini», lo strumento che facilita l’accesso al credito per l’acquisto di beni strumentali, particolarmente utile alle piccole e medie imprese.

Un pacchetto variegato, pensato per sostenere l’innovazione, incentivare gli investimenti e mantenere la competitività delle imprese italiane in un contesto internazionale sempre più sfidante.

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Riforma Irpef: taglio dell’aliquota intermedia per sostenere i redditi tra 28 e 50 mila euro

La Manovra 2026 interviene anche sul fronte fiscale con un atteso alleggerimento dell’Irpef, mirato in particolare alla classe media. Il provvedimento prevede il taglio di due punti percentuali della seconda aliquota, che passerà dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. Un intervento strutturale, che vale circa 9 miliardi di euro nel triennio e che mira a rilanciare il potere d’acquisto in una fase di forte erosione dei salari reali.

L’obiettivo è duplice: da un lato rendere più progressivo il sistema fiscale, e dall’altro stimolare i consumi interni, offrendo un po’ di respiro ai contribuenti che spesso si trovano esclusi dalle misure di sostegno rivolte ai redditi più bassi. Questo segmento di popolazione, spesso dimenticato, rappresenta una parte rilevante della forza lavoro italiana: professionisti, dipendenti pubblici e privati, tecnici e quadri.

Non si tratta di una rivoluzione, ma di un passo che potrebbe segnare l’inizio di un riordino complessivo delle aliquote Irpef, annunciato da tempo ma mai realmente attuato.

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Pace fiscale e coperture: come si finanzia la manovra

Tra le novità più discusse della Manovra 2026 c’è l’introduzione di una nuova pace fiscale, che riguarderà i debiti accumulati nel corso del 2023. La misura consisterà in una rateizzazione fino a 108 rate in 9 anni, ma con un paletto importante: saranno esclusi i contribuenti che non hanno mai presentato dichiarazioni dei redditi, per evitare abusi.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato recuperare risorse, dall’altro alleggerire il carico fiscale di cittadini e imprese in difficoltà.

Per quanto riguarda le coperture finanziarie, il Governo punta a un mix di interventi: rimodulazione del PNRR, utilizzo delle risorse derivanti da intermediari finanziari e assicurativi (stimati in circa 4,5 miliardi di euro), e una razionalizzazione della spesa pubblica attraverso il riordino di alcune voci di bilancio. Un’operazione complessa, che cerca di tenere insieme rigore e flessibilità, mantenendo gli impegni presi con l’Unione Europea ma senza rinunciare a misure strutturali per la crescita.

In definitiva, la Manovra 2026 si presenta come un equilibrio delicato tra esigenze sociali, rilancio economico e sostenibilità dei conti pubblici, con una strategia che punta a evitare tagli lineari, favorendo interventi mirati e selettivi.

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Pensioni: stop selettivo all’aumento dell’età pensionabile

Nel capitolo previdenziale della Manovra 2026, il Governo introduce un importante correttivo: il blocco selettivo dell’aumento dell’età pensionabile, previsto dal meccanismo automatico legato all’aspettativa di vita. Dal 2027, infatti, sarebbe dovuto scattare un innalzamento dei requisiti anagrafici per l’uscita dal lavoro. Tuttavia, la nuova impostazione punta a escludere alcune categorie da questo adeguamento.

A beneficiarne saranno, secondo le anticipazioni, i lavoratori precoci e quelli impiegati in mansioni usuranti, due fasce che più di altre subiscono gli effetti di una carriera lavorativa lunga e fisicamente impegnativa. L’intento è quello di garantire un sistema più giusto e sostenibile, che tenga conto non solo dei numeri, ma anche delle condizioni reali dei lavoratori.

Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di revisione del sistema pensionistico, ancora in attesa di una riforma strutturale che superi definitivamente la Legge Fornero. Per ora, però, si conferma una linea di prudenza, che cerca di coniugare sostenibilità economica e giustizia sociale.

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Sanità, famiglia e contrasto alla povertà: più risorse per il welfare

La Manovra 2026 dedica una parte rilevante delle risorse a settori chiave del welfare. In particolare, la sanità pubblica riceverà un’iniezione aggiuntiva di 2,4 miliardi di euro per il solo 2026, cui si aggiungono ulteriori 2,65 miliardi nel biennio successivo. Si tratta di fondi che andranno a rafforzare i servizi ospedalieri, ridurre le liste d’attesa e sostenere la medicina territoriale, in linea con gli impegni presi anche in ambito PNRR.

Sul fronte del sostegno alle famiglie, il Governo ha stanziato 3,5 miliardi di euro in tre anni per potenziare gli strumenti di contrasto alla povertà e incentivare la natalità. Anche se non sono ancora stati diffusi i dettagli operativi, è probabile che questi fondi vengano destinati a rafforzare misure come l’Assegno unico universale, i bonus per il sostegno alla genitorialità, e i programmi di inserimento lavorativo per i soggetti fragili.

Questo pacchetto sociale mira a ridurre le disuguaglianze e a rimettere al centro la persona, in un momento storico in cui l’inflazione e l’incertezza economica continuano a colpire in modo particolare le fasce più deboli della popolazione.