Il 2026 sarà un anno di svolta per il sistema delle detrazioni fiscali in edilizia: dopo la lunga stagione dei superbonus e delle maxi agevolazioni, il quadro normativo si appresta a tornare su binari più ordinari, con aliquote più contenute e criteri di accesso più selettivi. A confermarlo è il comunicato stampa n. 145 del Consiglio dei Ministri, che specifica: “Saranno prorogate per il 2026, alle stesse condizioni previste per l’anno 2025, le disposizioni in materia di detrazione delle spese sostenute per interventi edilizi.” Un’indicazione che rafforza l’ipotesi di una conferma, ma in forma ridimensionata, delle principali agevolazioni oggi in vigore.

Le detrazioni fiscali, che negli anni hanno spinto milioni di italiani a ristrutturare casa, si avviano quindi verso un assetto più stabile ma meno generoso: il superbonus, già in fase di spegnimento, sarà definitivamente archiviato, mentre altre misure come l’ecobonus, il bonus casa ordinario e il bonus mobili dovrebbero essere prorogate ma con aliquote standardizzate al 50% o al 36%.

Questo cambiamento solleva diverse domande: quali bonus resteranno attivi? Come cambieranno i requisiti? E quali accortezze saranno necessarie per non perdere il diritto alla detrazione?

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Bonus Ristrutturazioni ed Ecobonus: confermati ma ridimensionati

Nel nuovo scenario normativo, saranno proprio i bonus edilizi ordinari a rappresentare la colonna portante delle detrazioni fiscali per il 2026. Si tratta di misure più sobrie, ma comunque fondamentali per chi intende ristrutturare o migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione.

La detrazione del 50% del Bonus Ristrutturazioni resta in vigore per interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione edilizia nelle prime case, mentre per le seconde abitazioni l’aliquota scenderà al 36%. Una distinzione che mira a premiare l’intervento sull’abitazione principale, con l’obiettivo di incentivare una riqualificazione più capillare e utile sul piano sociale.

Anche l’Ecobonus sarà riconfermato, mantenendo l’agevolazione al 50% per interventi mirati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell’immobile: rientrano in questa categoria la sostituzione di infissi, l’installazione di pompe di calore, caldaie a condensazione e sistemi ibridi. Tuttavia, rispetto al passato, sarà necessario rispettare requisiti più stringenti, tra cui la comunicazione obbligatoria all’ENEA, senza la quale il diritto alla detrazione potrebbe essere compromesso (in alcuni casi, però, questa regola non si applica al bonus ristrutturazioni ordinario).

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In sintesi, anche se le aliquote sono più contenute rispetto al periodo d’oro del superbonus, il sistema rimane vantaggioso per chi intende valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, ma richiede maggiore attenzione nella documentazione e nella pianificazione fiscale.

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Bonus Mobili 2026: conferma con tetto a 5.000 euro

Tra le agevolazioni confermate anche per il 2026 figura il bonus mobili ed elettrodomestici, una misura pensata per incentivare l’acquisto di arredi e apparecchi efficienti dal punto di vista energetico, a condizione che siano collegati a un intervento di ristrutturazione edilizia agevolato. Anche per il prossimo anno l’incentivo resterà fissato nella forma di una detrazione del 50%, con un tetto massimo di spesa pari a 5.000 euro per unità immobiliare.

Non ci saranno distinzioni tra prima e seconda casa: il bonus si applicherà indistintamente, purché i beni acquistati siano destinati all’arredo dell’immobile oggetto dei lavori. Tra i prodotti agevolabili rientrano letti, armadi, divani, tavoli ma anche forni, frigoriferi, lavastoviglie e piani cottura, purché dotati di etichetta energetica in classe adeguata.

Va ricordato che la spesa agevolata deve essere sostenuta dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione e che il pagamento va effettuato con strumenti tracciabili (bonifico, carta di credito o di debito). L’importo detraibile sarà poi suddiviso in dieci rate annuali di pari importo, come previsto dalla normativa vigente.

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Bonus Barriere Architettoniche: fine dell’agevolazione al 75%?

Il bonus barriere architettoniche, introdotto per facilitare l’accessibilità degli edifici tramite l’installazione di ascensori, montascale o l’adeguamento degli spazi interni, potrebbe subire un’importante revisione. Attualmente garantisce una detrazione del 75%, ma l’intenzione del Governo è quella di ricondurlo nell’alveo delle agevolazioni edilizie ordinarie, con aliquote più basse, cioè al 50% o addirittura al 36% in alcuni casi.

Nonostante l’agevolazione abbia un impatto contenuto sui conti pubblici, il suo destino è legato al più ampio processo di razionalizzazione fiscale avviato con la manovra 2026. Tuttavia, la discussione resta aperta: nelle prossime settimane, il Parlamento potrebbe valutare un salvataggio della misura, mantenendo inalterata l’attuale aliquota per specifiche categorie di intervento o per determinate fasce di contribuenti, come le persone con disabilità o gli over 65.

Per ora, però, prevale la linea della semplificazione e del contenimento della spesa, che spinge verso l’unificazione delle aliquote, anche per interventi di rilevanza sociale come questo.

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Detrazioni e limiti di reddito: cosa cambia dal 2025

A complicare ulteriormente il quadro delle agevolazioni fiscali, dal 2025 entreranno in vigore nuove soglie di detraibilità legate al reddito del contribuente, che avranno effetti diretti anche nel 2026. In particolare, per i redditi superiori a 75.000 euro annui, si applicheranno limitazioni all’importo massimo detraibile. Una misura che punta a rendere il sistema più equo e selettivo, penalizzando chi ha maggiore capacità contributiva.

La situazione si aggrava ulteriormente per i redditi oltre i 100.000 euro, dove è prevista una ulteriore riduzione della quota detraibile, rendendo meno conveniente – o in alcuni casi praticamente inaccessibile – il recupero delle spese sostenute per lavori in casa.

Non mancano, però, le ipotesi correttive: è allo studio una maggiore flessibilità per i nuclei familiari con figli a carico, che potrebbero beneficiare di soglie più alte o regole più favorevoli.

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Questo significa che, oltre a conoscere le aliquote dei bonus, sarà indispensabile effettuare una pianificazione fiscale preventiva, tenendo conto non solo del tipo di intervento, ma anche della propria posizione reddituale. Chi rientra nelle fasce più alte dovrà valutare attentamente costi e tempi per evitare di trovarsi con una detrazione teorica, ma irrecuperabile nella pratica.