Nuovi incentivi per efficienza energetica e rinnovabili: rimborsi diretti fino al 65%, 100% per scuole e ospedali. Conto Termico 3.0 amplia i beneficiari e accelera la transizione energetica.
Il Conto Termico 3.0 ha ricevuto il via libera definitivo e si prepara a diventare uno degli strumenti più importanti per promuovere il risparmio energetico e la diffusione delle fonti rinnovabili in Italia. Il nuovo decreto, approvato dalla Conferenza Unificata su proposta del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), aggiorna e sostituisce il precedente meccanismo introdotto nel 2016, con l’obiettivo di semplificare l’accesso agli incentivi e ampliare la platea dei beneficiari.
Grazie a questo provvedimento sarà possibile sostenere interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici e privati, ma anche favorire la produzione di energia termica da fonti rinnovabili attraverso impianti di piccole dimensioni. Una misura che risponde non solo alle esigenze di riduzione dei consumi, ma anche alla crescente necessità di abbattere i costi energetici e ridurre le emissioni.
Ma chi potrà accedere agli incentivi previsti dal Conto Termico 3.0? Quali sono le principali novità rispetto al passato e quali interventi rientrano tra quelli finanziabili?
Sommario
Il Conto Termico 3.0 è un meccanismo di incentivazione diretto che sostiene interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e a incrementare l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di calore. A differenza delle tradizionali detrazioni fiscali, che agiscono in più anni, questo strumento prevede un rimborso immediato e parziale delle spese sostenute, erogato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE), rendendo l’incentivo più rapido, trasparente e semplice da ottenere.
Il nuovo decreto, approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), si applica agli impianti di piccole dimensioni: quelli con potenza termica utile inferiore a 2 MW e, nel caso del solare termico, con una superficie non superiore ai 2.500 metri quadrati. Gli impianti di taglia maggiore saranno invece regolati da un provvedimento separato.
Possono richiedere l’accesso al Conto Termico 3.0 diverse categorie di soggetti:
La logica del nuovo sistema è chiara: agevolare la transizione energetica rendendo conveniente sostituire impianti obsoleti, installare sistemi rinnovabili e introdurre tecnologie innovative di gestione e controllo dei consumi. In questo modo, non solo si riducono le bollette, ma si contribuisce anche al raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea.
Advertisement - PubblicitàRispetto al precedente Conto Termico 2.0, in vigore dal 2016, il nuovo decreto introduce una serie di aggiornamenti pensati per rendere lo strumento più efficace e inclusivo. Una delle principali innovazioni riguarda l’equiparazione degli enti del terzo settore alle amministrazioni pubbliche, consentendo loro di accedere agli stessi vantaggi e ampliando così la platea di soggetti incentivabili.
Un altro cambiamento importante è la revisione dei massimali di spesa, sia specifici che assoluti, per adeguarli all’evoluzione dei prezzi di mercato. Questo significa che gli importi riconosciuti saranno più vicini ai reali costi sostenuti dai beneficiari, aumentando la convenienza dell’intervento.
Inoltre, il Conto Termico 3.0 estende la possibilità di realizzare interventi di efficienza energetica anche negli edifici privati non residenziali, come uffici, negozi e strutture ricettive, finora esclusi dal meccanismo. Una novità che amplia sensibilmente le opportunità di investimento per il settore privato, rafforzando l’impatto del decreto sull’intero comparto edilizio.
Grazie a queste modifiche, il nuovo sistema si presenta come uno strumento più moderno, capace di rispondere meglio alle esigenze attuali del mercato energetico e di accompagnare concretamente cittadini, imprese e istituzioni nel percorso verso la sostenibilità.
Advertisement - PubblicitàIl Conto Termico 3.0 mette al centro la riqualificazione del patrimonio edilizio, incentivando una serie di interventi mirati al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Possono beneficiarne le amministrazioni pubbliche, gli enti del terzo settore e i privati che intervengono su edifici del comparto terziario, a condizione che gli immobili siano già dotati di un impianto di climatizzazione.
Tra gli interventi finanziabili rientrano:
Si tratta di un pacchetto ampio e diversificato che consente di migliorare in maniera significativa le prestazioni degli edifici, con vantaggi concreti non solo in termini di risparmio energetico, ma anche di comfort abitativo e riduzione delle emissioni.
Advertisement - PubblicitàAccanto alle misure di efficientamento, il Conto Termico 3.0 sostiene anche gli interventi che puntano alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e abbattere le emissioni climalteranti. Le agevolazioni riguardano sia gli edifici pubblici che quelli privati, residenziali e del settore terziario.
Gli interventi ammessi includono:
Questi interventi non solo garantiscono un notevole risparmio sulle bollette, ma rappresentano un passo decisivo verso la decarbonizzazione del settore edilizio, in linea con gli obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea per i prossimi anni.
Advertisement - PubblicitàIl Conto Termico 3.0 prevede incentivi economici molto rilevanti, con percentuali che variano in base alla tipologia di intervento e al soggetto beneficiario. Per la maggior parte degli interventi, i contributi possono coprire fino al 65% delle spese ammissibili, rendendo l’investimento conveniente sia per i privati che per le imprese.
Un’attenzione particolare è rivolta al settore pubblico: per gli interventi sugli edifici comunali dei piccoli centri (con meno di 15.000 abitanti), sulle scuole, sugli ospedali e sulle altre strutture sanitarie e assistenziali del Servizio sanitario nazionale, l’incentivo può arrivare addirittura al 100% dei costi sostenuti. Una misura pensata per supportare i comuni con meno risorse economiche e le strutture che svolgono funzioni essenziali per la collettività.
Inoltre, sia i privati che le amministrazioni pubbliche potranno accedere agli incentivi anche attraverso le comunità energetiche rinnovabili e le configurazioni di autoconsumo collettivo, favorendo così modelli di condivisione dell’energia che stanno diventando sempre più centrali nelle politiche europee.
Grazie a queste percentuali, il Conto Termico 3.0 si propone come uno strumento in grado di accelerare la transizione energetica, sostenendo economicamente chi sceglie di investire in tecnologie efficienti e sostenibili.
Advertisement - PubblicitàIl percorso che ha portato al varo del Conto Termico 3.0 non è stato rapido. Già nel corso del 2024 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) aveva predisposto una prima bozza del decreto, sottoposta a consultazione pubblica. Successivamente, a febbraio 2025, è circolata una nuova versione del testo, confermata poi dalla Conferenza Unificata.
Nonostante le aspettative di una rapida entrata in vigore, il decreto ha subito una serie di rallentamenti: il testo è rimasto “congelato” per mesi, suscitando preoccupazione tra enti locali e operatori del settore. Ad aprile 2025, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) è intervenuta con una lettera ufficiale al MASE per sollecitare chiarimenti, sottolineando l’urgenza di disporre di uno strumento concreto a supporto della transizione energetica.
Solo a maggio 2025 è arrivata una risposta istituzionale: la viceministra Vannia Gava ha spiegato che il MASE era in attesa del parere tecnico del Ministero dell’Economia e delle Finanze, necessario per completare l’iter. Dopo ulteriori passaggi, il testo è stato finalmente approvato dalla Conferenza Unificata il 4 agosto e ora dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore.
Entro 30 giorni dalla pubblicazione, sarà il GSE ad aggiornare la piattaforma online attraverso la quale cittadini, imprese e amministrazioni potranno presentare le richieste di accesso agli incentivi.
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