Le detrazioni fiscali per l’edilizia rischiano pesanti tagli dal 2026. Il loro rinnovo costerebbe oltre 2 miliardi. Possibile una riforma selettiva per garantire sostenibilità e stimolare il settore.
Negli ultimi anni, i bonus edilizi hanno rappresentato uno degli strumenti più efficaci per rilanciare il settore delle costruzioni e incentivare la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.
Agevolazioni come il bonus ristrutturazioni, il bonus mobili, l’ecobonus e il bonus barriere architettoniche hanno spinto famiglie e imprese a investire nella casa, generando un ritorno economico anche in termini di occupazione, gettito fiscale e valorizzazione immobiliare. Tuttavia, con l’avvicinarsi del 2026, questi strumenti rischiano un ridimensionamento drastico: la manovra 2025 prevede infatti tagli pesanti alle detrazioni, in un momento in cui le risorse pubbliche sono sempre più limitate.
Quanto costerebbe mantenere in vita l’attuale sistema di incentivi? Quali sono le agevolazioni destinate a scomparire?
E soprattutto: quali potrebbero essere le conseguenze sul settore edilizio e sull’economia del Paese?
Scopriamolo insieme nel dettaglio.
Sommario
A partire dal 2026, l’impianto delle detrazioni fiscali per l’edilizia subirà una forte riduzione, come già delineato dalla manovra economica 2025. Il taglio interesserà molte delle agevolazioni attualmente in vigore, con l’obiettivo di contenere la spesa pubblica. In particolare:
Si tratta di una stretta senza precedenti, che potrebbe frenare drasticamente gli investimenti nelle ristrutturazioni e nella riqualificazione energetica degli immobili. Secondo molti operatori del settore, queste misure potrebbero addirittura incentivare il lavoro in nero, riducendo la trasparenza nei cantieri e impoverendo l’intero comparto dell’edilizia residenziale.
Le associazioni di categoria stanno già lanciando l’allarme e chiedono al Governo una riforma strutturale delle detrazioni, in grado di garantire sostenibilità economica senza spegnere gli incentivi a migliorare l’efficienza energetica e la qualità abitativa.
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Advertisement - PubblicitàLa possibilità di confermare il sistema attuale dei bonus casa comporta un impatto economico tutt’altro che trascurabile. Secondo quanto riportato nella relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio 2025, servirebbero oltre due miliardi di euro per rinnovare le principali agevolazioni per la casa. Si tratta di una cifra calcolata su un orizzonte temporale di dieci anni, ovvero il periodo di recupero delle rate delle detrazioni fiscali.
Entrando nel dettaglio:
Questi numeri non includono poi altre misure potenzialmente rinnovabili, come il sismabonus o il bonus barriere architettoniche, che potrebbero far lievitare ulteriormente il conto complessivo. In questo scenario, appare sempre più improbabile un ritorno del superbonus, ormai considerato un peso finanziario troppo elevato da sostenere, oltre che un’eredità politica scomoda.
Advertisement - PubblicitàAlla luce delle difficoltà finanziarie e del costo elevato per mantenere intatto il sistema dei bonus edilizi, il Governo sembra orientato verso una riforma parziale o selettiva delle detrazioni. L’obiettivo? Trovare un equilibrio tra sostenibilità economica e stimolo al settore edilizio, evitando un crollo degli investimenti nel comparto residenziale.
Tra le ipotesi al vaglio, si fa sempre più strada quella di un rinnovo limitato delle agevolazioni, magari riservato solo a specifiche categorie di interventi o soggetti. Un’opzione già sperimentata in passato prevede l’introduzione di paletti più stringenti, come ad esempio:
Questa strategia permetterebbe di contenere i costi senza eliminare del tutto le agevolazioni, preservando al contempo gli effetti positivi che queste misure hanno avuto sul settore edilizio e sull’economia in generale.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se la linea seguita sarà quella del taglio netto o di una revisione intelligente e mirata, capace di adattare le detrazioni alle esigenze reali del Paese.
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