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Esproprio della proprietà per interessi pubblici: quando è possibile?

Esproprio della proprietà per interessi pubblici: quando è possibile?Esproprio della proprietà per interessi pubblici: quando è possibile?
Ultimo Aggiornamento:

La proprietà privata può svilupparsi in relazione a qualsiasi cosa possa formare oggetto di diritto, ovvero a qualsiasi bene, mobile o immobile, che abbia un valore e che possa essere acquisito o acquistato.

Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, i beni appartenenti al patrimonio dello Stato sono beni inalienabili, che non possono essere venduti né essere oggetto di diritti a favore di altri, se non nel caso in cui si trattasse di beni pubblici la cui cessione o assegnazione sia regolamentata da specifiche disposizioni normative.

Lo Stato invece può, in determinati casi finalizzati al pubblico interesse, procedere con l’esproprio della proprietà appartenente ai cittadini, in misura totale o anche solo parziale.

Approfondiamo di seguito.

Leggi anche: “Proprietà beni abbandonati o perduti: i diritti di Occupazione e Invenzione

Esproprio della proprietà: come funziona, cosa prevede la legge

L’art. 834 cc prevede in sostanza che l’esproprio di una proprietà sia possibile nei confronti di chiunque, anche se richiesto da soggetti privati, se ciò avviene per pubblico interesse.

Se la finalità non è di pubblico interesse, al contrario:

Nessuno può essere privato in tutto o in parte dei beni di sua proprietà […].

La causa di pubblico interesse dev’essere legalmente dichiarata e, inoltre, il proprietario del bene oggetto di esproprio avrà diritto ad ottenere in cambio un’equa indennità.

In ogni caso, ogni cittadino può essere richiamato in qualsiasi momento ad adempiere ai suoi doveri verso lo Stato, e lasciare che questo provveda all’esproprio della propria proprietà.

A regolamentare il tutto esiste inoltre un Testo Unico in materia di espropriazione per pubblica utilità, che stabilisce che i cittadini possano essere privati, parzialmente o totalmente, dei loro beni immobili (e dei diritti che hanno su di essi), per la realizzazione di opere pubbliche o di pubblica utilità.

I procedimenti di esproprio devono essere ispirati, nello specifico, ai principi di economicità, di efficacia, di efficienza, di pubblicità e di semplificazione dell’azione amministrativa.

Leggi anche: “Difesa della proprietà: diritti, obblighi e limiti del proprietario

Ulteriori casi di esproprio: quando è concesso?

Tra i motivi che possono portare all’esproprio della proprietà non c’è solo il pubblico interesse inteso come la realizzazione di interventi che si rendano necessari per la collettività.

Esistono infatti ulteriori casi disciplinati dagli articoli 835 cc e seguenti.

In particolare, lo Stato può privare i cittadini della proprietà dei beni immobili per:

  • Gravi e urgenti necessità pubbliche, militari o civili;
  • Interessi inerenti la produzione nazionale o che siano di prevalente interesse pubblico;
  • Rimboschire e rinsaldare i terreni vincolati.

Per quanto riguarda la produzione nazionale o di interesse pubblico, viene specificato che – salvo disposizioni speciali – nel momento in cui il proprietario di un bene immobile dovesse abbandonarne la conservazione, la coltivazione o l’esercizio, l’autorità amministrativa può procedere all’esproprio se:

  1. Si tratta di beni che interessano la produzione nazionale.
  2. L’abbandono del fondo dovesse nuocere gravemente alle esigenze della produzione nazionale.
  3. Il deperimento degli stessi beni dovesse nuocere gravemente:
    • Al decoro della città;
    • Alle ragioni dell’arte e della storia;
    • Alla sanità pubblica.

Anche in questi casi, comunque, il proprietario del fondo avrà diritto ad ottenere un equo compenso.

Leggi anche: “Pignoramento immobiliare: la guida completa

Beni soggetti a vincoli: possono essere anche espropriati

In altri casi per i quali l’esproprio della proprietà non sia necessario, è possibile comunque che lo Stato imponga dei vincoli al proprietario nell’utilizzo del proprio immobile o, in quest’ambito, anche dei beni mobili.

In particolare, devono essere sottoposti a vincoli, i beni mobili e immobili di proprietà privata che:

  1. Presentino interesse artistico, storico, archeologico o etnografico.
  2. Siano caratterizzati da rischio idrogeologico. In questo caso, a prescindere che sia stato o meno predisposto un piano di bonifica, i terreni di qualsiasi natura e destinazione possono essere sottoposte a vincoli (di utilizzo, di trasformazione, di qualità delle colture, di governo di boschi e pascoli), al fine di evitare che tali beni:
    • Possano subire denudazioni con danno pubblico;
    • Possano perdere la stabilità;
    • Possano turbare il regime delle acque.
  1. Siano caratterizzati dalla presenza di boschi che, per via della loro ubicazione, sono:
    • Funzionali a difendere terreni o fabbricati dal rischio di caduta di valanghe, rotolamento di sassi, sorrenamento e furia dei venti;
    • Ritenuti utili per le condizioni igieniche locali.

I terreni vincolati, si legge all’art. 867, possono comunque essere anche soggetti ad esproprio della proprietà, ad occupazione temporanea oppure all’ordinanza di sospensione di esercizio del pascolo, se ciò viene fatto al fine di provvedere al rimboschimento o al rinsaldamento delle aree interessate.

Leggi anche: “Pignoramento beni in comunione tra coniugi: paga anche l’innocente

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TAGS: esproprio, esproprio proprietà

Autore: Redazione Online

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