Il Catasto è quel sistema che registra in una mappa ogni bene immobile e terreno situato all’interno del territorio italiano. Ogni proprietà è identificata in un grande registro, in cui sono segnati gli identificativi catastali che la riguardano, chiamati foglio, mappale e subalterno.

Qualsiasi bene ha l’obbligo di essere individuato e registrato all’interno del Catasto comunale. Se questo non avviene, c’è il rischio di ricorrere a delle sanzioni penali molto pesanti.

Catasto: come funziona

Ogni Comune italiano possiede i fogli di mappa che racchiudono il Catasto. In base alla grandezza del Comune, e quindi alla quantità di beni da registrare, si ha il numero di fogli (foglio 1, 2, 3). Nel nostro Paese, il Catasto si divide in Catasto dei terreni e Catasto dei fabbricati. Il primo è appunto l’inventario di tutti i terreni presenti sul suolo italiano. Il secondo invece è inerente a racchiudere tutte le costruzioni, che siano esse urbane o rurali.

Il Catasto in Italia è:

  • Particellare, ovvero ogni appezzamento si identifica nelle cosiddette “particelle catastali”;
  • Geometrico, ogni immobile è registrato in base alla mappa topografica, con misurazioni reali ridotte in scala;
  • Non probatorio, in quanto l’identificazione del bene nelle mappe non è considerato sufficiente per provare la sua legittimità in ambito giuridico;
  • Ad estimo indiretto, perché le rendite dei terreni vengono calcolate con diverse tariffe applicabili a beni con le stesse caratteristiche. Fino al 1905, il catasto italiano è stato ad estimo diretto, ovvero ogni immobile o terreno veniva calcolato in base alla rendita di ogni singola particella.

Le Categorie catastali

Quando avviene la registrazione al Catasto, ogni bene sarà identificato secondo la tipologia di immobile in base al suo utilizzo. Per quanto riguarda i terreni, quest’informazione si chiama Qualità catastale, che ne decreta il tipo di coltura che avviene nel terreno.

Se invece parliamo dei fabbricati, questi si dividono in Categorie, volte a comunicare qual è l’uso destinato a quel bene in base alla sua rendita. Le Categorie furono introdotte con il decreto-legge n.652 del 13 aprile 1939, con cui nacque anche lo stesso Catasto dei fabbricati. Le modalità di calcolo invece sono decretate dal DPR n.1142 del 1 dicembre 1949.

Le categorie principali secondo cui viene registrato l’uso dei fabbricati sono divise in 6 Gruppi:

  • A, in cui sono registrate tutti i vari tipi di abitazione, possiede altre 11 sottocategorie;
  • B, comprende i beni non a scopo di lucro, ovvero immobili comunali, scuole pubbliche ecc. Ci sono qui 8 sottocategorie;
  • C, che racchiude i locali di attività commerciale, ma anche stabilimenti senza scopo di lucro. Possiede 7 sottocategorie;
  • D, comprende gli immobili costruiti con destinazione speciale, come alberghi, cinema, case di cura privati. Ci sono altre 10 sottocategorie;
  • E, racchiude tutti gli immobili a destinazione particolare e possiede 9 sottocategorie;
  • F, comprende tutte le entità urbane, come infrastrutture, unità non più utilizzabili ecc. Sono presenti qui 7 sottocategorie.