Tramite il Comunicato Stampa n. 217 del 5 dicembre 2019, tenutosi presso la Procura di Roma, il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha divulgato i risultati dell’operazione “Cassandra”.
Ciò che è emerso ha portato alla luce i sospetti che le autorità nutrivano da tempo, ovvero l’esistenza di rapporti di corruzione legati alle gare appalti a Roma. L’operazione Cassandra è stata condotta dalle autorità della Squadra Mobile, in collaborazione con l’ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Entrate. A coordinare il tutto, c’era il PM Alberto Pioletti.
A quanto pare, l’inchiesta ha riportato come alcuni costruttori e vari dirigenti pubblici e privati, si servivano degli immobili appartenenti al MEF per lucrare sul canone di locazione. In cambio di appalti, promettevano posti di lavoro, favori e promozioni.
Per questo motivo, le autorità hanno emesso un’ordinanza di custodia cautelare per 8 individui ritenuti responsabili. Attuato invece l’arresto immediato per 2 imprenditori edili romani, i fratelli Gianfranco ed Ernesto Brozzetti.
Tra gli 8 finiti agli arresti domiciliari, è presente anche Massimo Pietrangeli, ex-Presidente del Fondo di Previdenza del MEF e capo della direzione centrale Tabacchi. Coinvolta anche Cristiana Pattumelli, compagna di Pietrangeli e membro del Consiglio di Amministrazione del Fondo di Presidenza del MEF, accusata di compiere l’illecito col fine di ottenere un lavoro meglio retribuito. Previsti i domiciliari infine anche per Paolo Ajmone Cat, consulente finanziario di Banca Mediolanum, ora sospeso dalle mansioni.
Le accuse a vario titolo sono:
I fratelli Brozzetti hanno ottenuto anche un provvedimento di sequestro preventivo dell’importo di 10 milioni di euro circa.
L’operazione Cassandra ha fatto emergere l’esistenza di rapporti malintenzionati per mezzo degli imprenditori funzionari che si occupavano di gestire le gare di appalto e le relative assegnazioni. Questi immobili erano affittati ad enti pubblici, e appartengono al Fondo di Previdenza del MEF.
A quanto pare, i fratelli Brozzetti ingannavano le normali procedure delle gare appalti, assegnando i lavori sempre alla stessa azienda ad essi riconducibile, la Vapa Appalti S.r.l. Dopo aver ottenuto l’appalto, i Brozzetti concedevano l’utilizzo degli immobili in affitto agli enti pubblici. In un secondo momento poi, si occupavano di gestirne la ristrutturazione per poi aumentarne il valore immobiliare, facendo lievitare quindi il canone di locazione.
Gli immobili in questione si trovano in via dei Normanni e in via Costi, a Roma. Il primo occupato dalla sede del dipartimento delle Finanze del MEF, il secondo invece ha funzione di sede dell’Agenzia delle Entrate.
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